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Ex Gkn, di nuovo in piazza: corteo nazionale da Novoli. 'La mobilitazione è per tutti e di tutti'

In un lungo dossier, presentato alla Camera, i lavoratori mettono nero su bianco i 20 mesi di vertenza

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mercoledì 22 marzo 2023 20:12

"Gkn non si tocca", è la frase che accompagna la nuova manifestazione nazionale che attraverserà Firenze, a venti mesi di distanza dall'inizio della vertenza (ex) Gkn. Venti mesi che lavoratori e lavoratrici hanno provato a mettere nero su bianco, in un dossier di 23 pagine, portato in audizione alla Commissione Lavoro della Camera, martedì.

 

Un dossier che inizia con un numero, 500: sono i posti di lavoro complessivi stimati a regime quando Gkn Firenze era aperta, tra diretti e indotto, seguito da un altro, 280, i lavoratori rimanenti, di cui 40 in aspettativa. "Sono stati bruciati già 220 posti di lavoro", è la sintesi. 

 

La data di inizio è quella del 9 luglio 2021, quando la società Gkn Driveline Firenze ha aperto la procedura di licenziamento per tutti i dipendenti. Nasce così l'assemblea permamente allo stabilimento di Campi Bisenzio. "A seguito dell'improvvisa interruzione della produzione da parte di Gkn Firenze, i 422 lavoratori dipendenti iniziano una assemblea permanente a protezione della fabbrica dal rischio di smantellamento industriale e delocalizzazione. L'assemblea permanente, ancora oggi in svolgimento, è indetta da Cgil, Cisl e Uil. Allo scorso congresso Cgil/Fiom tenutosi a novembre gli iscritti Fiom risultavano essere 240, maggioranza assoluta. La Rsu è interamente composta da membri della Fiom. La Rsu aderisce integralmente al Collettivo di Fabbrica. Ad oggi non c'è nessuna contrapposizione tra Collettivo di Fabbrica e Rsu Fiom Gkn", si legge nel dossier.

 

La data di fine non c'è. Nel mezzo, tra l'inizio e l'oggi, venti mesi di vertenza, fatti di mobilitazioni, tavoli ministeriali, incontri. Poi l'arrivo dell'advisor Francesco Borgomeo, la Gkn che diventa Qf - Fiducia nel futuro della fabbrica di Firenze, nel dicembre del 2021, l'accordo quadro a gennaio, e un futuro che non si scrive, con investitori che non arrivano e l'assenza di un piano industriale, fino alla messa in liquidazione di Qf Spa, nel febbraio del 2023. 

 

E mesi, sei, di stipendi non pagati ai lavoratori, che intanto hanno fatto partire una campagna di crowdfunding, "Gkn for Future", sostenuta da Banca Etica, ARCI e Fridays For Future Italia, per sostenere il piano di reindustrializzazione dal basso, con cardini come produzione di pannelli fotovoltaici, batterie e cargo bike a ridotto impatto ecologico. A pochi giorni dal lancio la campagna ha superato i 18mila euro.


"Dal 9 di ottobre, 203 lavoratori hanno consegnato all'azienda la propria messa a disposizione. Da novembre dal 9 novembre 278 lavoratori hanno messo in mora gli stipendi e diffidato l'azienda da continuare una condotta lesiva della propria professionalità e della propria salute psicologica. Dal 7 novembre 2022 è stato regolarmente depositato lo Statuto dell’Aps Soms Insorgiamo, Società Operaia di Mutuo Soccorso e dopo lavoro, affiliata all’Arci e alla Rete FuoriMercato per attività associative, ricreative, di mutuo aiuto, in base all’articolo 11 dello Statuto dei Lavoratori. La Soms conta già oltre 300 iscritti. Non c’è nessuna contrapposizione tra Rsu, Soms Insorgiamo e Collettivo di Fabbrica. Statutariamente la Soms è strumento di dopolavoro e attività mutualistica a completamento e a disposizione dell’attività sindacale. I membri della Rsu fanno parte del direttivo dell’associazione stessa. A dicembre, il Collettivo di Fabbrica ha tenuto in provincia di Firenze un referendum autogestito con la partecipazione in 10 giorni di 16.800 persone, distribuite in 189 seggi chiedendo l'intervento pubblico, comprensivo di una cassa integrazione per riorganizzazione legata alla messa a disposizione dello stabilimento ai piani industriali presentati nel Comitato di proposta e di verifica Le decisioni prese dalla Rsu sono ratificate da voto dell’assemblea dei lavoratori. L’attuale Rsu è in carica da febbraio 2021. Oltre alle numerose assemblee dove la linea della Rsu viene ratificata dal voto palese dell’assemblea, a gennaio la Rsu ha tenuto una verifica di mandato con scrutinio di voto segreto raccogliendo ampia maggioranza", continua il dossier, che si conclude con le richieste della Rsu ex Gkn.


"Alla luce delle evidenze qua prodotte, chiediamo che avvenga una decisione di natura politica su Qf ex Gkn: l’amministrazione straordinaria o altre forme di commissariamento giacchè ci pare evidente che l’attuale proprietà ha mostrato una condotta di natura quanto meno contraddittoria e che nel migliore dei casi denota una completa inadeguatezza - pagare tutte le spettanze dovute ai lavoratori - ripristinare il rispetto della contrattazione nazionale, interna - avviare immediatamente e non in forma retroattiva una cassa integrazione per riorganizzazione integrata e anticipata dal soggetto privato o pubblico - valutare insieme al Mimit, Invitalia, Cfi, l’entrata di capitale pubblico in Qf e/o ipotesi di copertura pubblica dei piani industriali da noi proposti in base alla loro stessa analisi di fattibilità e/o ipotesi di Wbo sostenute anche da intervento pubblico".

 

Chiesta anche una commissione parlamentare di approfondimento studio e indagine parlamentare su Gkn per sviscerare il modus operandi delle multinazionali in caso di delocalizzazioni. "La nostra vicenda pone una domanda: siamo di fronte a un modus operandi scientificamente studiato, una modalità di completamento dei licenziamenti e delle delocalizzazioni che formalmente magari non viola alcuna legge o contratto, ma formalmente svuota di significato qualsiasi contratto o legge in materia? Non possiamo non rilevare di essere di fronte a un uso asimettrico del tempo. Dal luglio 202, in 20 mesi, contiamo a memoria 13 tavoli al Mise, 1 al Ministero del Lavoro, 4 Comitato di proposta e di verifica, almeno 2 incontri ufficiali dell’Unità di Crisi della Regione, 1 incontro in Prefettura, 1 Consiglio Comunale dedicato, almeno 3 Commissioni comunali. Ogni incontro rimanda al successivo, il quale rimanda al successivo sapendo che nel frattempo il paziente – il luogo di lavoro e la comunità – muore ogni giorno un po’", conclude il dossier.

 

"Purtroppo ci è venuto un dossier di 23 pagine, che fa emergere un quadro inquietante, una scientificità potenziale in quanto sta accadendo. Ci troviamo di fronte davanti ad un calcolo in cui la politica gioca un triangolo per non permettere che ci sia una reindustrializzazione diversa. Se c'è una rapina tutti i giorni e tu sei sempre lì fermo a guardare, viene da chiedere se ne fai parte. Siamo di fronte ad un gioco scientifico di tavoli che vengono rinviati, se la politica non capisce è inadeguata ma viene da chiederti se non sia complice", spiega Dario Salvetti, Rsu ex Gkn.


"Il fatto che le multinazionali lascino sui territori degli scheletri industriali lo sapevamo, conoscevamo la tattica, l'abbiamo scavallata, perché abbiamo resistito al logoramento, ma poi è arrivata una cosa nuova, il sequestro del contratto nazionale, dello stipendio, non ci è neanche arrivato il Cud. Così metti le persone in un limbo in cui non sono stipendiati, nè cassa integrati, nè licenziati, condizione che non ti permette neanche di bloccare mutui o affitti, e l'unica decisione politica che viene presa in venti mesi è che c'è una cassa integrazione retroattiva che sostanzialmente consiste in un rimborso a Qf che è un'azienda in liquidazione. Noi iniziamo ad ipottizzare di essere di fronte a operazione immobiliare", continua Salvetti.


"Il fondo finanziario e Borgomeo stanno facendo il loro, il filo rosso che collega il fondo a chi ha in mano le sorti di Gkn è tenuto dalla stessa mano. Dall'altra parte ci sono i lavoratori, che non si sono comportati normalmente, ovvero chiedendo il lavoro e facendo il presidio davanti all'azienda. Noi abbiamo fatto qualcosa in più. Se oggi parliamo di reindustrializzazione è perché abbiamo tenuto la barra dritta e abbiamo scosso le istituzioni", aggiunge Matteo Moretti, Rsu ex Gkn.

 

Con queste 23 pagine sulle spalle, tradotte in 20 mesi di lotta, lavoratori e lavoratrici Gkn si preparano a scendere di nuovo in piazza. Non lo faranno da soli, ma chiamando a raccolta il territorio, al grido di "Gkn non si tocca". Lo hanno già fatto il 18 settembre, quando un'imponente manifestazione attraversò i viali fiorentini, su fino al piazzale Michelangelo, e di nuovo il 26 marzo, con un grande corteo per il centro di Firenze. E ora, ad un anno di distanza dalle immagini di piazza Santa Croce gremita, lo striscione Insorgiamo, motto di questa vertenza fin dal primo giorno, è pronto ad aprire un'altra manifestazione. 

 

Sarà un percorso più breve stavolta, che si muoverà più in periferia che in centro. L'appuntamento è per sabato 25 marzo alle 14 in viale Guidoni, angolo via Forlanini. Un luogo scelto non a caso. "Lì c'era la Fiat di Firenze, e il corteo parte da dove tutto è iniziato, negli anni '30 a Novoli, è un pezzo di sroria della città e delle famiglie", spiega Matteo Moretti, Rsu ex Gkn.

 

Il corteo passerà dal Ponte di Mezzo, arriverà in piazza Dalmazia, poi via Corridoni fino al Romito, passerà dal piazzale Montelungo, farà il giro della Fortezza di lato al sottopasso (non è stato permesso di passare sotto al cavalcavia) fino ai giardini della Fortezza. 

 

"Il corteo sarà come sempre popolare, pacifico e colorato - afferma Salvetti - Noi capiamo che c'è un gioco a farci diventare un problema di ordine pubblico, siamo come nelle sabbie mobili, che se non ti muovi affondi lentamente e se ti agiti provano ad affondarti più rapidamente. Se già ora ci raccontano che il problema è l'assemblea permanente, immaginate se dovessimo fare azioni radicali... verranno a raccontare che spaventiamo gli investitori. Ma precisiamo che l'assemblea permanente è a guardia della reindustrializzazione, nel momento in cui vieni rimesso a lavoro l'assemblea viene meno".


"Il corteo del 25 è anche fortemente sindacale, per la reindustrializzazione dal basso per la fabbrica socialmente integrata. Noi la classe dirigente di questo paese nn sappiamo più dove sia... ci prestiamo noi a fare da classe dirigente. Siamo sul lettino della sala operatoria, squarciati con un'emorragia aperta, e intanto stiamo spiegando al medico come operare e contemporaneamente ci chiediamo cosa faremo da grandi. Fare mobilitazioni in Italia per il reddito rischia di prestarsi ad un equivoco, il problema del paese non sono i posti di lavoro in Gkn, ma sono uno specchio e un paradigma del paese, la mobilitazione è per tutti e di tutti".

 

In agenda anche un altro appuntamento importante lanciato dal Collettivo di Fabbrica: lo stabilimento di Campi Bisenzio si prepara ad accogliere il primo Festival Internazionale della Letteratura Working Class in Italia, che si terrà nei giorni 31 marzo, 1 e 2 aprile, organizzato dall'Aps Soms Insorgiamo, dal Collettivo di Fabbrica e dalle Edizioni Alegre, con la sua collana working class diretta da Alberto Prunetti.

 

 

Irene Grossi

 

 

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