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Ex Gkn, a Palazzo Vecchio il Consiglio comunale dedicato alla vertenza

I lavoratori avevano chiesto di tenere la seduta in fabbrica: 'Evitiamo alle famiglie l'ennesimo dibattito sulle loro teste'

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lunedì 21 novembre 2022 17:28

Il Consiglio comunale di Firenze oggi parla di Gkn. “Situazione dell’insediamento produttivo ex GKN Driveline Firenze e dei lavoratori”: questo l'unico argomento della seduta odierna dell'assemblea, alla quale sono presenti, oltre ai Consiglieri comunali, anche rappresentanti della Regione, parlamentari, il Cardinale Giuseppe Betori, e i lavoratori ex Gkn, oggi Qf. Non è presente la proprietà.

 

Una seduta che i lavoratori ex Gkn avevano proposto di tenere direttamente in fabbrica, proposta che non è stata accolta, e il Consiglio si tiene infatti come da prassi nel salone di Duecento in Palazzo Vecchio.


La proposta era arrivata al termine della protesta che i lavoratori hanno messo in atto in Consiglio comunale lunedì e martedì, giorni in cui decine di operai dello stabilimento di Campi Bisenzio sono rimasti dentro Palazzo Vecchio per ottenere risposte sulla vertenza. La scorsa seduta del Consiglio comunale è rimasta sospesa dal pomeriggio di lunedì fino alla sera di martedì. Nel mezzo c'è stata la notte passata in Palazzo Vecchio per i lavoratori e per alcuni consiglieri. La decisione di non svolgere il Consiglio comunale in fabbrica è stata fortemente criticata dai lavoratori Gkn, che l'hanno definita "ennesimo schiaffo a una mobilitazione sociale, a una lotta di popolo". 

 

E allora la Rsu Qf ex Gkn, oggi comunque presente in Palazzo Vecchio con una delegazione di lavoratori, ha girato questo appuntamento in fabbrica alla città, al per un'assemblea aperta al territorio, che si terrà stasera allo stabilimento di Campi Bisenzio.


Dopo l'apertura del Presidente del Consiglio comunale Luca Milani, ha preso la parola Dario Salvetti, rappresentante Rsu ex Gkn. "Si è scritto e detto che siamo venuti a cercare visiblità politica, non la cercavamo, ma se ce la date è nostro compito restituirla immediatamente e usare il nostro tempo per mandare messaggi di solidarietà ai lavoratori che sono nella nostra situazione o peggiore. Un saluto allora ai lavoratori di Careggi, del Comune, ai rider che ci sono stati sempre vicini. Siamo venuti a cercare la politica nel senso di città, di polis, non perchè non la sentiamo vicina, la sentiamo sempre vicina, ci ha sempre abbracciati e continua a farlo, ma per chiedere se avvalla l'idea che ci sia su quel territorio una mobilitazione sociale in difesa di posti di alvoro, che soffre il logoramento dopo 16 mesi, o un piccolo gruppo di eversivi che non si sa cosa stia facendo. Il consiglio comunale non è competente in materia ma poteva rompere questa calunnia venendo in fabbrica, quella che noi abbiamo difeso coi nostri corpi. Non è stato fatto, e allora non rimediamo con qualcosa di peggiore, cioè trsformando questo consiglio in un dibattito tra le parti sociali che deve avvenire nelle sedi preposte. Evitiamo alle famiglie l'ennesimo dibattito sulle loro teste. Chi pronuncia parole su Gkn lo faccia studiando 16 mesi di verrenza, studiando visure, contratti, accordi. Chi usa parole su Gkn lo faccia dicendoci come le traformerà in fatti. Noi oltre le parole abbiamo messo 16 mesi di fatti. Chi oggi preme sul presidio e sull'assemblea per calunniarla, indurla a mollare, a cambiare posizione, non sta dicendo al territorio una verità".

 

"Tra noi e la distruzione della fabbrica ad oggi non ci sono garanzie - contina Salvetti - non ci sono percorsi chiari e un piano industriale certo. Tra noi e la distruzione dei posti di lavoro non c'è nulla. Non siamo qui per elemosinare un ammortizzatore sociale, perché ogni euro publico deve essere speso con finalità precise. Se non abbiamo ammortizzatori è perché la proprietà non ha saputo giustificarli. La storia di questa vertenza è una storia dove a dicembre noi diciamo chiaramente che in assenza di garanzie occupazionali l'assemblea sarebbe continuata. La storia di questa vertenza è la storia di un accordo quadro che diceva che a marzo dovevamo produrre proposte vincolate, mai arrivate. E' la storia di commissioni di verifica dove è stato detto tutto il contratto di tutto, è stato parlato di un consorzio, dove l'azienda è entrata e ucita. Il 31 agosto la proprietà doveva mettere mano allo stabilimento e rimettere a lavoro gli operai. E' la storia del 5 settembre, quando un'azienda che dichiara che il presupposto alla reindustrializzazione è un accordo di sviluppo che però non è siglato perchè non vengono presentati gli incartamenti necessari a farlo. E' la storia di una condotta non chiara che riguarda non solo noi ma tante reindustrializzazioni all'italiana. La storia di questa vertenza è una storia in cui le condotte non chiare portano al non pagamento degli stipendi, con una cassa integrazione non approvata. La fretta deve essere quella di portare il lavoro e non di scaricare gli stipendi sull'Inps. E allora noi formiamo una società, creiamo mutualismo e siamo disponibili a iniziare con piccole forme di auto recupero e chiediamo che se si deve approvare un ammortizzatore sociale lo si colleghi a qualche altra forma di lavoro. Stiamo pensando a forme di mutualismo tra noi e siamo dispinibili a sperimentarle sul territorio. Visto che ci stiamo mettendo tutto, progettualità e competenze, non c'è da chidersi se i lavoratori Gkn fanno politica ma cosa fanno i politici con  i lavoratori Gkn. Le nostre idee politiche e sindacali le professiamo da sempre e non abbiamo bisogno di farci scudo di 350 famiglie. Noi abbiamo bisogno di sapere se il territorio può creare una rete creditizia quando ci sarà un'altra finestra senza stipendio, dietro quel pagamento degli stipendi c'è un tentativo di usare quella pressione dentro una mobilitazione sociale. Agli investitori che arriverano diciamo la stessa cosa, qui c'è un territorio consapevole, operai che sanno fare. Se non si vuole raggirare il territrio, non si deve avere paura di questo".

 

Luca Milani, presidente del Consiglio comunale ha precisato che la convocazione in Palazzo Vecchio, e non allo stabilimento, è nata dalla volontà di non escludere nessuno. "Non volevamo che qualcuno si sentisse autorizzato a non partecipare, in caso di una convocazione diversa, era più importante che fossero presenti tutti i gruppi consiliari".

 

L'assessora al lavoro Benedetta Albanese: "Questa vertenza è stata sposata e accompagnata da tutta la comunità, è una vertenza nazionale delicata e complessa simbolo di un intero territorio dell’area metropolitana fiorentina. Non può che essere al centro della agenda politica del governo. Il tema politico laddove si tratta di parlare di lavoro ci appartiene e non ci spaventa stare in prima fila a fianco degli operai perché crediamo che questo sia il posto delle istituzioni, a cercare soluzioni concrete, a raccoglierne richieste e bisogni. Il Comune di Firenze c’è sempre stato e continuerà ad esserci, su questa come su altre vertenze. Non possiamo lasciare trecento lavoratrici e lavoratori e le loro famiglie ad affrontare questa situazione da soli ma non possono essere lasciati soli neppure gli enti locali. Oggi dal consiglio comunale e dalla nostra amministrazione è partita una lettera inviata dal sindaco Dario Nardella indirizzata al ministro Urso dove per chiedere con forza che questa vertenza sia al centro dell’agenda politica nazionale e che i tavoli ministeriali aperti facciano passi avanti concreti".

 

L'assessora Albanese ha poi proseguito: "È necessario che la situazione si sblocchi. Servono subito misure di ammortizzatori sociali. Serve la disponibilità della proprietà a nuovi piani industriali per dare un futuro allo stabilimento perché è lavoro quello che si chiede. Noi siamo qua, nel luogo del confronto che è il consiglio comunale, ascoltiamo i lavoratori e le istituzioni ma soprattutto siamo qua a chiedere che le responsabilità di chi oggi governa a Roma arrivino in maniera forte sul territorio. Noi come giunta, come amministrazione, vogliamo accompagnare questa protesta e la richiesta di una nuova reindustrializzazione del sito. Per lavoratrici e lavoratori, per le loro famiglie, per il nostro territorio".

 

Presente in Consiglio anche il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze. "Il mio è un intervento non solo a nome della chiesa cattolica fiorentina ma di tutte le confessioni religliose del territorio, nessuno che ha un Dio come riferimento può dimenticare il dolore delle persone che gli sono accanto. Non posso dare una risosta di tipo tecnico, ma posso dire che da questa vicenda si esce insieme e non da soli".

 

Luca Annibaletti, coordinatore strutture di crisi del Mise, è intervenuto in Palazzo Vecchio, facendo sapere che il Ministro Adolfo Urso a breve incontrerà il sindaco Dario Nardella e il presidente della Regione Eugenio Giani per parlare della vertenza ex Gkn, e che visiterà lo stabilimento quanto prima. "Seguo la vertenza dall'inizio - ha detto Annibaletti - conosco la vicenda da lungo tempo e ritengo che il Governo l'abbia seguita con tutto l'impegno possibile. Vorrei ricordare che i tavoli di crisi sono di mediazione tra due parti sociali, l'azienda e i sindacati. E' stato stipulato un accordo a gennaio del 2022 che aveva come pilastro la cassa integrazione, la concessione della cassa deve essere secondo dei parametri. L''interesse dei due Ministeri, Mise e lavoro, è massimo, mi dispiace che sia stata data questa impressione di lontananza. L'attenzione e l'impegno sono sempre stati massimi. Abbiamo operato senza soluzione di continuità, nelle vacanze natalizie e ad agosto".

 

Presente anche Walter Renzetto, presidente commissione lavoro pubblico e privato alla Camera. "Sono qui per far capire che la politica, al netto della bandiere, la politica deve essere da un'unica parte che è quella dei lavoratori e delle lavoratrici. Domani incontrerò il ministro Calderone e sarà informato su quanto si dirà oggi. Unica cosa che oggi non posso fare è fare promesse che non possono essere realizzate. Avrei voluto che oggi fosse presente la proprietà dell'azienda. Il Mise, il Ministero del Lavoro, ci sono. Se ci fosse la necessità di correre noi ci siamo".

 

Emiliano Fossi, ex sindaco di Campi Bisenzio, ora deputato per il Partito Democratico, ha detto: "Mi sono chiesto spesso perchè questa vicenda abbia assunto questa rilevanza, penso per due motivi, il primo è un grande senso di ingiustizia che si è amplificato dal nove luglio in poi che ha creato un grande senso di immedesimazione verso quei lavoratori e quelle famiglie. Il secondo punto è la grande mobilitazione che è scaturita. Un'intera comunità ha abbracciato la fabbrica, in primis per il grande impegno del sindacato e dei lavoratori. Una moltitudine di persone si sono riunite attorno a quella fabbrica e l'hanno abbracciata. Tutte le istituzioni sono state a fianco di quella battaglia, passo dopo passo. La Gkn è il nostro specchio, e da lì si misurerà quanto siamo in grado di essere responsabili, ciascuno per il suo. Credo che oggi sia arrivato il momento delle scelte, non c'è più tempo. E si misura la capacità delle istituzioni di stare insieme. Negl ultimi mesi abbiamo sentito una grande assenza di protagonismo politico del Governo, in particolar modo del Mise. Quel sito produttivo è parte di tutti noi. Non posso immaginare che non gli sia data continuità produttiva e che non siano restituiti quei posti di lavoro. Con spirito bipartisan dico sforziamoci. Se Qf non ce la fa si tiri una riga, il Governo si faccia garante del tentatvo di trovare soluzioni alternative".

 

Si è poi tenuto il dibattito in Consiglio con gli interventi dei gruppi consiliari, ed è stato approvato un ordine del giorno di Sinistra Progetto Comune per favorire l'apertura delle linee di credito. Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune: "Ritrovarsi da un giorno all'altro a sapere che un pagamento previsto non arriverà è un lusso che le classi lavoratrici spesso non si possono permettere. Perché spesso ci sono affitti, mutui, finanziamenti, impegni di spesa legati al nucleo familiare a cui fare fronte. Oggi in Consiglio comunale sono intervenuti diversi mondi e livelli istituzionali. Insieme possono probabilmente favorire l'apertura delle linee di credito a chi deve fare fronte all'assenza di un piano industriale, all'assenza della cassa integrazione. Non è il massimo, ovviamente, infatti abbiamo chiesto con altri ordini del giorno soluzioni più puntuali, con un intervento diretto degli enti locali nel futuro dello stabilimento. Ma intanto, mentre noi parliamo, c'è chi ogni giorno ha delle scadenze da rispettare, su cui non possiamo strumentalizzare, per il rispetto che la politica e le istituzioni devono a loro stesse. Ringraziamo quindi chi ha votato a favore, sperando che a breve non ci sia più bisogno di linee di credito, perché ci saranno i salari".

 

"Entriamo come usciamo, con attestati di solidarietà e alcune scivolose battute dove cercano di tirarci dentro una campagna elettoral - commenta Salvetti, Rsu ex Gkn, a fine consiglio - E con il solito problema che il percorso per cui parole si trasformino in fatti è ancora lento, mentre il tempo corre veloce. L'unica cosa che poteva essere fatta era tagliare la testa alle leggende metropolitane sullo stabilimento. Il ministro Urso ha detto di voler visitare lo stabilimento, ma il tema dell'agibilità dello stabilimento ce l'ha solo chi teme la consapevolezza di chi è lì a difenderlo. I ministri ci sono stati già in Gkn, e allora ci chiediamo, Urso viene per una passerella? Quella serve solo a chi la fa".

 

 

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