Ex Gkn, i lavoratori lanciano un nuovo corteo: da via Mariti 'Con tutta la dignità in corpo'
'Il nostro corteo partirà da via Mariti, di fronte al cantiere di una delle più grandi stragi sul lavoro che Firenze ha conosciuto'
sabato 04 maggio 2024 13:34
Lo striscione rosso "Insorgiamo" è pronto ad attraversare ancora la città: i lavoratori ex Gkn chiamano a raccolta per una nuova manifestazione.
Il motto partigiano, che i lavoratori ex Gkn hanno da subito associato alla loro lotta, iniziata ormai quasi 3 anni fa con i licenziamenti nello stabilimento di Campi Bisenzio, ha guidato molti cortei in questi anni. Lo ha fatto il 18 settembre 2021, quando un'imponente manifestazione fatta da più di 20mila persone dalla Fortezza attraversò i viali fiorentini, su fino al piazzale Michelangelo, e di nuovo il 26 marzo 2022, con un grande corteo per il centro di Firenze, dalle Cascine fino a piazza Santa Croce. E il 25 marzo 2023, quando i lavoratori hanno dato appuntamento all'ex Fiat di Novoli, da dove con loro migliaia di persone hanno sfilato per Rifredi fino ai giardini della Fortezza.
Adesso i lavoratori, con quasi tre anni di assemblea permanente sulle spalle, sono pronti a scendere ancora in piazza "Con tutta la dignità in corpo". L'appuntamento è per il 18 maggio a Firenze, alle 14.30, da via Mariti.
"Il nostro corteo partirà da via Mariti, a Firenze, di fronte al cantiere di una delle più grandi stragi sul lavoro che Firenze ha conosciuto. E facciamo appello ai familiari di tutte le stragi cha hanno colpito la nostra famiglia allargata a venire in testa con noi. Assassini sul lavoro, Viareggio, Moby, alluvione, Dalmazia... Le teste dei cortei si compongono non per essere prese, ma per essere donate", spiega il Collettivo di fabbrica.
"Ci sono ferite che non si chiuderanno mai. Che non possono essere curate, possono essere solo sorrette da abbracci e memoria collettiva. E se vi chiedete, se proprio ci chiedete, cosa lega una lotta contro la delocalizzazione, contro una potenziale speculazione, per una fabbrica socialmente integrata, agli assassini sul lavoro, alle numerose stragi impunite, noi intanto vi rispondiamo "i rapporti di forza". La sicurezza sul lavoro, sul territorio, sulle nostre vite si compone della capacità, della possibilità di lavoratori, lavoratrici, comunità, quartieri, di organizzarsi per raggiungere una verità, per imporla, di scardinare muri di gomma, ipocrisie, ricatti, sfruttamenti. La libertà è la libertà di dire di no: a un ricatto occupazionale, a una azienda inquinante, a un lavoro sottopagato e precario. E la possibilità di dire di no, per chi sta in basso nella scala sociale, dipende sempre dalla possibilità di organizzarsi collettivamente e di praticare conflitto sociale".
"La nostra organizzazione sindacale che oggi viene azzerata attraverso il ricatto della fame, gli stipendi che non ci vengono pagati probabilmente per costringerci ad andare via e a ripartire da precari nel mondo del lavoro, sono specchio esatto di un paese con tre morti al giorno sul lavoro. Per questo "loro" temono la nostra capacità di difendere la fabbrica, insieme alla comunità, di riprogettarla con le competenze solidali al servizio della transizione ecologica. E' uno spiraglio. Che vogliono chiudere. Non permettiamoglielo".
"Perché il 18 maggio h 14.30, a Firenze “con tutta la dignità in corpo”? Perché da 33 mesi i nostri corpi fanno quello che un intero sistema non vuole, non sa fare. Lottano contro delocalizzazione, speculazione, salvaguardano la fabbrica e il territorio, progettano la ripartenza al servizio della transizione ecologica. Ma non ci rimane tempo. Pur di farci cedere, attaccano questi nostri corpi, lasciandoci senza stipendio, attaccando le nostre attività culturali, calunniando la lotta, riducendoci a un problema di “ordine pubblico”. E attorno a noi aleggiano repressione e processi poco chiari. "Ed è nel momento più buio che la vostra luce serve" (cit). Per una legge regionale per creare un consorzio pubblico che rilevi l’area: un precedente che aprirebbe la via a una stagione di intervento pubblico, per uscire dalla povertà, dalla precarietà e per una reale transizione ecologica. E se il futuro cominciasse adesso? In occasione dell'anniversario dello Statuto dei Lavoratori, difendiamo e rivitalizziamo i diritti all'organizzazione collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori", l'appello del Collettivo di fabbrica.
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