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Ex Gkn, Qf rinuncia ai licenziamenti per avviare 'esodi incentivati'. Rsu Fiom: 'Solo un diversivo'

Rsu: 'La vera notizia è l’assenza di stipendi, di ammortizzatore e del piano previsto dalla legge'

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venerdì 01 marzo 2024 17:33

Dai licenziamenti agli esodi incentivati. E' la comunicazione fatta da Qf, la società, ora in liquidazione volontaria, con cui Francesco Borgomeo ha rilevato lo stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio, alla fine del 2021, quasi sei mesi dopo il licenziamento di tutti i dipendenti.

 

"Si comunica che la nostra società rappresenta la propria volontà di rinunciare alla procedura in atto per i licenziamenti del personale e di avviare un’iniziativa aziendale finalizzata a conseguire l’esodo incentivato del personale. I dettagli saranno comunicati ai lavoratori nei prossimi giorni", spiega Qf.

 

La procedura di licenziamento era ripartita ad ottobre, e sarebbe diventata effettiva dal 1 gennaio del 2024, se il Tribunale di Firenze non avesse accolto il ricorso presentato da Fiom-Cgil, annullando i licenziamenti a fine dicembre del 2023. 

 

"Nel giorno in cui Qf avrebbe dovuto presentare il piano sociale, come previsto dalla sentenza del Tribunale di Firenze che impone il rispetto della legge 234, facciamo chiarezza sulle notizie degli ultimi giorni. Da due mesi senza stipendio: questa è la prima notizia. L’azienda non ha richiesto nessun ammortizzatore sociale e non ha intenzione di farlo: questa è la seconda notizia. L’assenza di reddito è la base materiale che da ormai un anno e mezzo determina dei “licenziamenti di fatto”, la distruzione dei posti di lavoro nella ex Gkn di Firenze", commenta in una nota la Rsu Fiom ex Gkn.

 

"I cosiddetti ‘licenziamenti 'di fatto' - spiega la Rsu Fiom ex Gkn - non si sono mai fermati. Siamo di fronte a un diversivo, con cui ci si sottrae per l’ennesima volta a un piano di possibile reindustrializzazione. Si sottraggono, cioè, alla più semplice delle domande: cosa avete intenzione di fare con la fabbrica dopo che l'avrete svuotata di tutto, dipendenti e macchinari, trasformandola in uno scheletro vuoto e in un semplice bene immobiliare?".

 

"Anche probabilmente per evitare di rispondere a questa domanda, l’azienda non presenta il piano previsto dalla legge 234: questa è la terza notizia. Secondo la legge, entro 60 giorni - entro oggi, quindi - l’azienda doveva presentare un piano indicante: “a) le azioni programmate per la salvaguardia dei livelli occupazionali e gli interventi per la gestione non traumatica dei possibili esuberi, quali il ricorso ad ammortizzatori sociali, la ricollocazione presso altro datore di lavoro e le misure di incentivo all'esodo; b) le azioni finalizzate alla rioccupazione o all'autoimpiego, quali formazione e riqualificazione professionale anche ricorrendo ai fondi interprofessionali; c) le prospettive di cessione dell'azienda o di rami d'azienda con finalità di continuazione dell’attività, anche mediante cessione dell'azienda, o di suoi rami, ai lavoratori o a cooperative da essi costituite; d) gli eventuali progetti di riconversione del sito produttivo, anche per finalità socio-culturali a favore del territorio interessato”.

 

"Nella comunicazione di ieri, Qf afferma che tutto questo viene meno di fronte a "esodi incentivati", ma sarebbe meglio chiamarli con il proprio nome, ossia una sorta di patteggiamento individuale, offerto a lavoratori senza senza stipendio e a una fabbrica lasciata senza alcun piano industriale. Nel dettaglio, l’azienda si pone l’obiettivo di "esodare" 120 persone, offrendo 5.000 euro lordi e una trattativa individuale in cambio di una chiusura tombale della vertenza, che faccia venire meno qualsiasi contenzioso. Non solo pochi spiccioli, ma meno di quanto l’azienda già deve ai lavoratori e senza dare alcuna informativa sulla prospettiva industriale a chi rimane".

 

Secondo loro questo è il prezzo della nostra dignità – commenta la Rsu - di Firenze, della piana, di Campi, di un territorio, alluvionato, socialmente in difficoltà, cancellando qualsiasi corpo sindacale e democratico possa obiettare a possibili giochi speculativi, finendo magari il lavoro sporco della delocalizzazione e della desertificazione del settore dell'automotive. Abbiamo atteso il piano, abbiamo lasciato fare a chiunque volesse provare a mediare, Regione Toscana in primis. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Lo abbiamo già scritto ieri: da anni qua non c’è nessuna trattativa o controparte reale. La logica di distruzione procede, cambiando volto. Sa come mimetizzarsi, sottrarsi a leggi, giocare con il tempo, con il ricatto e le finte aperture”. 

 

"La Regione e il resto delle istituzioni locali intervengano a difesa del territorio: consorzio regionale pubblico con cui creare le condizioni per una vera ripresa industriale e un polo produttivo a servizio della transizione ecologica. Questa è la quarta notizia".
 

Ieri l'azione dimostrativa di alcuni lavoratori ex Gkn, che sono saliti palo dell'elettricità "per urlare la loro rabbia contro il silenzio assordante del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dell’azienda intorno alla loro vertenza. Un’iniziativa da ricondurre all’irresponsabilità sociale di QF che a due giorni dal termine ultimo dei 60 giorni, previsti dalla Legge 234, non ha ancora presentato un piano sociale per agganciare un’ammortizzatore. Ricordiamo che assieme alla nostra Rsu e ai soggetti istituzionali territoriali e nazionali nel gennaio del 2022 con QF abbiamo sottoscritto un accordo che doveva portare alla reindustrializzazione del sito e che a dicembre 2023 il Tribunale di Firenze su ricorso per atteggiamento antisindacale, da noi presentato, ha imposto all’azienda di ricorrere all’applicazione della legge 234 che prevede l’obbligo di presentare un piano industriale e di impatto sociale proprio verso il Mimit", dichiarano Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze.

 

 

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