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Ex Gkn, Ken Loach scrive ai lavoratori: 'Esempio da seguire'. Sostegno al Festival di letteratura working class

La solidarietà del regista dopo le tensioni con la proprietà dello stabilimento

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lunedì 25 marzo 2024 11:14

"Care compagne e cari compagni, purtroppo non posso unirmi a voi per il Festival, ma è un privilegio mandare un messaggio di sostegno alla straordinaria iniziativa che i lavoratori e le lavoratrici della ex Gkn di Firenze hanno intrapreso".

 

E' il regista inglese Ken Loach a mandare un messaggio di solidarietà e sostegno agli operai ex Gkn, e al loro Festival di letteratura working class. In programma dal 5 al 7 aprile al presidio ex Gkn di Campi Bisenzio, la seconda edizione è organizzata di nuovo da Edizioni Alegre e dal Collettivo di fabbrica Gkn – insieme alla Soms Insorgiamo – con la collaborazione dell’Arci Firenze, e grazie al sostegno di centinaia di persone tramite crowdfunding.  

 

I lavoratori, in presidio permanente dal licenziamento collettivo del luglio 2021, 'incassano' l'appoggio del regista (due volte) Palma d'oro a Cannes, che da decenni racconta la working class inglese.

 

"Questa vertenza mostra chiaramente che la working class ha il talento, l’immaginazione e la determinazione per poter pianificare la produzione dei beni di cui abbiamo bisogno e che ci serviranno per molti anni in futuro. Capisce la necessità di proteggere l’ambiente, sia per quanto riguarda la manifattura di questi beni, che per il loro utilizzo. I lavoratori e le lavoratrici di ogni grado, da coloro che svolgono lavori manuali ai manager, avrebbero un impiego sicuro, una retribuzione adeguata e condizioni che permettano a ognuno di vivere vite all’insegna della dignità e della sicurezza. Si tratta di qualcosa che le grandi imprese e aziende non garantiscono mai. Il loro successo dipende dal ricavare profitto dal lavoro altrui. Questo genera enormi diseguaglianze, ricchezza per pochi e salari da fame per molti. La lotta della ex Gkn dimostra che questi sfruttatori hanno bisogno di noi, ma noi non abbiamo bisogno di loro", continua il messaggio del regista, pubblicato sui social dal Collettivo di fabbrica.

 

"Il progetto ex Gkn è all’avanguardia sotto diversi punti di vista. Le lavoratrici e i lavoratori si intrecciano con la ricerca accademica per il bene comune, creando una sfida per il modello di ricerca esistente. La conoscenza dovrebbe essere nostra, da condividere, affinché tutti noi ne possiamo beneficiare senza che sia appannaggio di chi fa profitto. Mettere insieme una cooperativa di lavoratori e lavoratrici significa avere una seria organizzazione sostenuta dalla comunità nel suo complesso per rendere questo incredibile progetto una realtà. Marciamo dietro le bandiere della solidarietà e dell’unità. Avete il diritto di chiedere che ciò diventi realtà. Avete diritto ad avere il sostegno attivo e concreto dei sindacati progressisti e dei partiti politici sia italiani che internazionali. State dando un esempio che tutti e tutte noi dobbiamo seguire. Spero che questi legami si creino e che altri riconoscano la serietà e l’importanza di ciò che state facendo. Con i più calorosi auguri di tenere saldi i vostri principi e rimanere forti come siete ora. Solidarietà, Ken Loach".

 

Un sostegno che arriva dopo le tensioni con il liquidatore di Qf, attuale proprietaria dello stabilimento, Gianluca Franchi, che ha definito il Festival un “evento abusivo”.


In appoggio al Festival, che ha il Patrocinio del Comune di Campi Bisenzio, era arrivato anche il messaggio dello scrittore (e cittadino campigiano) Stefano Massini, da sempre vicino alla causa dei lavoratori ex Gkn: "Un Festival che cerca di ribadire e di recuperare la dimensione fatta, concreta, della letteratura, che diventa sempre quindi un atto civile. Un atto politico".


Anche l'attore Elio Germano non aveva fatto mancare il suo appoggio all'iniziativa (venendo poi criticato per questo dal liquidatore Franchi). "Si dice che i vinti non scrivano la storia. E siccome vogliono gli operai vinti, bisogna che la working class non scriva la propria storia. E forse per questo chi licenzia, precarizza e delocalizza vede in un Festival di Letteratura Working Class una terribile minaccia. Con il precariato e il taglio del reddito si toglie ai lavoratori il tempo di coltivare il loro immaginario collettivo. Rimangono in un eterno presente di sopravvivenza. La working class invece per rialzarsi ha bisogno di prendere parola, di riprendersi le proprie parole. E poi scrivere, immaginare, prendersi cura del proprio immaginario. Oggi il Festival di Letteratura Working Class è parte della lotta in difesa di una fabbrica, la ex Gkn, ed è strumento dell’assemblea permanente più lunga della storia del movimento operaio italiano. Minacciano denunce e repressione contro questa classe operaia che - pur licenziata, affamata e stanca - osa parlare di convergenza e transizione climatica, di letteratura e immaginario collettivo. Il Festival deve vivere, la lotta deve vivere, l'immaginario working class deve vivere. Per questo il Festival di Letteratura Working Class non va solo frequentato, va difeso, per rivendicare il diritto al pane e alle rose".


Per domani è in programma un tavolo sulla vertenza al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma la situazione con Qf si fa sempre più tesa, tanto che l'azienda si era detta non disponibile al confronto "finché non sarà ripristinata la legalità nello stabilimento", chiedendo la convocazione di un tavolo sulla sicurezza al ministero dell’Interno "visto l’immobilismo della prefettura di Firenze e i fatti gravi, ivi inclusi rave party". 

 

"La richiesta di trasformazione da parte della proprietà dell' azienda di un tavolo sociale su Gkn in un tavolo di ordine pubblico, con un tavolo presso il Ministero degli Interni, e la richiesta di fatto a un potere esecutivo di incaricarsi di fare il giudice, giuria e processo alla lotta - viste le denunce depositate presso le procure - la pressione sulla prefettura di Firenze: tutto questo è ciò che, almeno a noi in vita, è capitato di vedere più vicino al fascismo", hanno commentato i lavoratori dalle pagine del Collettivo di fabbrica.

 

 

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