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Ex Gkn, notte sulla torre di San Niccolò. Continua la protesta dei lavoratori: 'Pagare gli stipendi'

Alcuni lavoratori sono in cima alla torre da venerdì sera. 'La nostra motivazione principale è la mancanza degli stipendi'

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sabato 01 luglio 2023 11:38

Lo striscione del Collettivo di fabbrica dei lavoratori ex Gkn ora guarda la città dall'alto, e a lei parla: "Scusa Firenze questa lotta è di tutti per tutti". 

 

Da ieri sera una delegazione di trenta lavoratori ex Gkn è salita sulla torre di San Niccolò, e lì ha passato la notte.


"Commissariare Qf pagare gli stipendi", recita lo striscione affisso sulla torre dai lavoratori. Questa la loro richiesta, che ribadiscono con forza anche davanti alla torre, dove hanno montato un gazebo con scritto "Sbloccate gli stipendi o blocchiamo la città". E mentre alcuni lavoratori restano e resteranno lassù, sotto è presente un presidio di colleghi e solidali, arrivati per dare supporto alla lotta. Una lotta che sta per compiere due anni, inizata il 9 luglio del 2021, con il licenziamento collettivo dei lavoratori dello stabilimento, ormai ex, Gkn di Campi Bisenzio. Tra una settimana ricorrono infatti i due anni dall'invio delle email che annunciavano i licenziamenti e dell'inizio dell'assemblea permanente, e il Collettivo di Fabbrica sta organizzando per l'8 e il 9 luglio due giorni di eventi di lotta: assemblee con altre realtà sindacali e dell'attivismo climatico nazionale e internazionale, un concerto gratuito davanti ai cancelli e l'arrivo in fabbrica della carovana del mutualismo.


"La nostra motivazione principale è la mancanza degli stipendi - spiega Matteo Moretti, Rsu ex Gkn, in un punto stampa convocato questa mattina sotto la torre - nelle settimane scorse abbiamo fatto delle iniziative di presidio all'Inps dove ci era stato garantito che i primi due mesi di flussi di cassa integrazione, novembre e dicembre, dovevano arrivare entro questa settimana e non sono arrivati e quindi l'esasperazione ci ha portati a questo. E' una situazione grottesca, una cassa integrazione concessa dal Governo è stata riconosciuta il 15 maggio e ancora oggi non vede l'arrivo dei soldi. Sappiamo che l'azienda non sta inviando documentazione all'Inps per i pagamenti. Noi da un anno e mezzo stiamo lavorando, dentro allo stabilimento, facendo guardania e manutenzione dell'impianto, ci sono delle ore che i lavoratori svolgono lavorando e sono soldi che ci deve fare direttamente la società, per il resto lo Stato ha deciso di concedere la cassa integrazione, contravvenendo a quello che aveva detto il Tribunale di Firenze cioè che i lavoratori dovevano essere retribuiti dalla società".
 

I lavoratori si prefissano di restare lassù, e si aspettano che qualcuno delle istituzioni si faccia vivo. "Cercheremo di rimanere il più possibile, sappiamo che non è un'azione che risolve la vertenza, ma queste azioni andranno avanti fino a che non ci sarà una soluzione. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma a un certo punto serve anche aiuto dalle istituzioni del paese. Ci aspettiamo che qualcuno venga qua, sindaco, regione, organizzazione sindacale. Penso che questa situazione sia veramente uno scandalo, ovviamente non siamo i soli in queste condizioni, il nostro paese è martoriato da queste situazioni e da aziende che hanno subito la chiusura, e fa specie che tutto questo avvenga sotto i riflettori nazionali e internazionali, e nessuno si indigna, nessuno prova a indagare quello che sta accadendo".

 

"Sul piano della reindustrializzazione chiediamo un tavolo regionale che metta a sedere tutti i soggetti che si sono resi interessati al rilancio dello stabilimento, uscire da questa situazione di non detto, e concretizzare le proposte arrivate grazie allo scouting generale e al nostro lavoro con la start up e la coperativa".
 

"Siamo qui perché è un posto simbolo per Firenze. Il nostro modo di lottare è sempre stato quello di rispettare la città senza danneggiarla. Non abbiamo mai voluto mettere in difficoltà Firenze e i fiorentini facendo blocchi stradali o altro, ma purtroppo siamo da due anni per le strade di Firenze per avere risposto e vorremmo che le istituzioni indaghino, agevolino le proposte che stiamo portando, e facciano arrivare lo stipendio ai lavoratori".

 

Queste le richieste: "bonifico di tutti gli arretrati, pagare tutto il dovuto, liberare il contatto nazionale e integrativo che l'azienda ha di fatto preso in ostaggio, mandare le buste paga mancanti (da dicembre ad oggi), reintegra dei colleghi indotti ingiustamente a licenziarsi, dare il via al piano di reindustrializzazione dal basso elaborato dai lavoratori".

 

"Non siamo partiti sul tetto, sul tetto ci siamo arrivati dopo due anni lotta, di cui otto mesi senza stipendio", spiega la Rsu ex Gkn, "l'intero sistema preferisce passare per impotente, per nascondere la propria complicità. Noi invece continuiamo a organizzare forme di lotta, a proporre piani industriali, a chiedere il rispetto di diritti basilari, come quello alla busta paga o al pagamento dello stipendio o della cassa integrazione. Sappiamo che anche in questa vicenda non esiste un solo metodo di lotta o un atto risolutivo. E' una gara di resistenza. Oggi siamo qua, ancora una volta coi nostri corpi, con le nostre vite". 

 

"Stiamo lottando ancora per il nostro posto di lavoro", conclude la Rsu, "mentre un'azienda si permette di non pagare gli stipendi, di non portare un piano di reindustrializzazione, di sequestrare di fatto soldi pubblici, non inviando all'Inps le buste paga che permetterebbero di far arrivare a noi la cassa integrazione. Chiediamo che venga sbloccata immediatamenti la cassa, che ci vengano fornite le buste paga, che venga presa in considerazione la reindustrializzazione dal basso e che il ministero si metta a disposizione per sostenere il nostro progetto".

 

Sulla vicenda è intervenuta l’assessora al Lavoro Benedetta Albanese, esprimendo la solidarietà dell’Amministrazione fiorentina: “Il governo si faccia carico della situazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Gkn che da troppo tempo aspettano risposte. Comprendiamo l’esasperazione di lavoratrici e lavoratori - ha proseguito l’assessora Albanese - ed esortiamo il governo a prendere contatto con tutti i soggetti che devono dare risposte immediate a queste famiglie, che non possono pagare per l’inerzia e la mancanza di visione altrui”. 

 

"Abbiamo letto le parole dell'Assessora al lavoro di Firenze, che conferma la vicinanza a queste istanze, rivolgendosi al Governo, ma non ci convincono. Perché questa storia non riguarda la dialettica tra destra e centrosinistra. A quasi due anni dall’inizio della lotta, questa vertenza ha raccolto e ottenuto moltissimo. Ha ricevuto solidarietà e ha restituito convergenza. Si sono creati legami di solidarietà veri e profondi. Le proprietà e le istituzioni invece non hanno ancora saputo garantire il pagamento dei salari. Ricordiamo come Borgomeo sia stato applaudito e contattato direttamente anche dal Sindaco di Firenze e dal Presidente della Regione Toscana. Che vorremmo vedere sotto la Torre di San Niccolò. O li vorremmo vedere chiamare Borgomeo ed esercitare tutte le pressioni, senza limitarsi a chiedere alle destre di risolvere il problema. Nei tribunali si continua a dare ragione a chi chiede di vedere riconosciuta la propria dignità, ma nei fatti i soldi dovuti non arrivano. Firenze ha accolto questa lotta in piazza della Signoria, sui viali e nel Salone de’ Dugento. Continua a essere al fianco di questa lotta, perché la città sa che è per tutte e per tutti", dichiarano i consiglieri comunali Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune.

 

"La Fiom nazionale, la Fiom di Firenze e la CGIL di Firenze assieme alla Regione Toscana in queste ultime settimane hanno attivato tutti i canali per accelerare i pagamenti, ricevendo rassicurazioni dal Ministero del Lavoro che i pagamenti sarebbero sbloccati dalla prossima settimana. E’ inaccettabile che i lavoratori siano costretti ad azioni di questo tipo per rivendicare un diritto. È necessario che Governo, INPS e Prefettura si attivino per dare conferme ufficiali rispetto ai pagamenti a partire da lunedì", dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, Segretario generale Fiom-Cgil Nazionale, Daniele Calosi, Segretario generale Fiom-Cgil Firenze-Prato-Pistoia e Bernardo Marasco, Segretario Generale Cgil Firenze.

 

 

Irene Grossi 

 

 

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