Nuova campagna per la reindustrializzazione della ex Gkn: parte il crowdfunding 'per salvare GFF'
Arci Nazionale a fianco di lavoratrici e lavoratori. Parte 'Un’azione per salvare GFF'
venerdì 12 dicembre 2025 16:52
Una campagna per dare un futuro alla ex Gkn, il cui progetto di reindustrializzazione ecologicamente avanzata è ancora fermo e in attesa di risposte. Parte "Un’azione per salvare GFF", nuovo crowdfunding lanciato da GFF, la cooperativa delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex GKN, insieme ad ARCI nazionale, per sostenere l’avvio della prima fabbrica socialmente integrata d’Italia. La raccolta è attiva sulla piattaforma Produzioni dal Basso (CLICCA QUI) e punta a raggiungere almeno 2 milioni di euro. Nelle primissime ore di apertura si conta un ricavato di 5mila euro.
"Dopo quattro anni di lotta, un piano industriale già validato e continui rinvii da parte di istituzioni e finanziatori, GFF sceglie di rafforzare la via del coinvolgimento popolare, per avviare le prime linee produttive, dalla rigenerazione dei pannelli fotovoltaici alle cargo bike a basso impatto ambientale", si legge in una nota. In parallelo "prosegue la campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Ener2Crowd, da parte di chi ha già manifestato l'interesse a far parte della cooperativa come socio sostenitore".
“La vicenda GKN non è solo una vertenza operaia: è una battaglia per il futuro del lavoro, per la giustizia sociale e climatica, per il diritto delle comunità a decidere del proprio destino. Come Arci abbiamo scelto di esserci fino in fondo: questa campagna è un atto collettivo di coraggio e una risposta concreta a chi da anni rinvia, ostacola, diluisce. Se una fabbrica come questa rinasce, tutto il Paese può farlo”, dichiara Walter Massa, Presidente nazionale ARCI.
Con una donazione di 100 euro si entra simbolicamente nell’assemblea dei donatori, che saranno aggiornati sugli sviluppi del progetto attraverso incontri convocati da ARCI. In caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo minimo, tutte le risorse saranno destinate alla creazione della prima cassa nazionale di mutua resistenza, che possa servire a sostenere lotte simili in futuro.
"Ogni contributo è un passo concreto per restituire lavoro, dignità e futuro a oltre cento lavoratrici e lavoratori". Si legge sulla campagna di crowdfunding: "Abbiamo un obiettivo. Raccogliere almeno 2 milioni di euro, per partire comunque: con tutto il piano industriale o con una parte di esso, “mettendo in mare le nostre navi” come nel metodo flotilla che ci ha insegnato che si vince andando avanti, non chiedendo permesso.
Ci permetteranno di:
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Avviare la produzione (fotovoltaico, batterie, cargo-bike a basso impatto ambientale);
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Completare l’allestimento delle nuove macchine (già ordinate per evitare aumenti di costo);
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Dare un futuro a oltre 100 lavoratori e lavoratrici.
Perché servono 2 milioni? Perché un investitore “a impatto sociale”, dopo 9 mesi di verifiche tutte superate, ha rinviato l’investimento (2 milioni) legandolo a una vaga condizione di “maggior impegno pubblico” mai chiarita. Perché gli enti che potevano sostenere il progetto non l’hanno fatto. E perché il tempo gioca contro chi non cade, ma paga sempre il prezzo più alto. Non sarebbe dovuto toccare a noi, ma ora è chiaro: possiamo farcela senza di loro, ma non senza di te. Possiamo farcela perché non siamo soli".
