Ex Gkn, corteo a Firenze: migliaia in piazza, tensione con la Polizia in aeroporto

In piazza per i lavoratori ex Gkn, cori per la Palestina. Chiuso il tratto dell'A11, manifestanti in aeroporto

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sabato 18 ottobre 2025 17:11

Di nuovo in piazza "perché finiscano i mille rinvii e le mille attese che impediscono la partenza del nuovo progetto industriale. In un mondo che si riarma, infatti, anche il concetto di transizione ecologica dal basso è sotto attacco. La nascita della fabbrica socialmente integrata sarebbe invece una risposta che ci riporta all’economia della vita contro quella della guerra". E' il nuovo corteo lanciato da Collettivo di Fabbrica e la Soms Insorgiamo con i lavoratori Gkn: oggi, sabato 18 ottobre, in migliaia si sono ritrovati a Firenze insieme a decine di realtà che hanno aderito tra mondo del lavoro, della scuola, dell'università, movimenti per l'ambiente. Da Firenze e da diverse città italiane. Cori e slogan anche per la Palestina e lo stop al genocidio di Gaza. Tramvia T2 che è rimasta ferma per circa 20 minuti.

 

AGGIORNAMENTO ORE 19 - Tensione tra la Polizia e i manifestanti in aeroporto a Peretola, ci sarebbero stati anche dei contatti con forze dell'ordine. Da circa mezz'ora centinaia di persone sono riuscite ad entrare all'interno dell'aeroporto. Chiuso per circa 20 minuti anche il tratto della A11 tra Firenze Peretola e Sesto Fiorentino.

 

Una manifestazione che vuole rimettere al centro la vicenda dello stabilimento di Campi Bisenzio, dove la produzione si è fermata il 9 luglio del 2021 con il licenziamento collettivo che ha dato il via a questi anni di assemblea permanente, e ai progetti di reindustrializzazione dal basso lanciati dal presidio. Davide contro Golia, come l'immagine scelta per lanciare il corteo, che è partito alle 14.30 da Piazza Ugo Toscana (zona università di Novoli), dove sorgeva la fabbrica Fiat.

 

"OPSSS, WE DID IT AGAIN...", il commento del Collettivo di Fabbrica. "Noi siamo: 1562 giorni di presidio permanente: 6-14, 14-22, 22-6.

Quattro anni, cinque estati e cinque autunni di resistenza operaia.

Quindici mesi senza stipendio, sette di disoccupazione, tre procedure di licenziamento subite.

Una fabbrica chiusa, cinquecento posti di lavoro bruciati dal disimpegno vile di Stellantis (con soldi pubblici), dalla speculazione finanziaria e immobiliare.

Dodici cortei convocati in quattro anni: complessivamente almeno centocinquantamila persone coinvolte.

Trenta ore di occupazione del consiglio comunale, diciassettemila voti per l’intervento pubblico, sei giorni di occupazione della torre di San Niccolò, tre documentari, uno spettacolo teatrale visto da dodicimila persone, quattro libri, due leggi scritte da noi.

Tre festival di letteratura working class e la proposta di un polo della cultura working class.

Un piano di reindustrializzazione ecologica che smentisce la logica della reindustrializzazione bellica.

Centinaia di connessioni di convergenza, migliaia di ore di Insorgiamo tour e assemblee.

Un milione e mezzo di euro di azionariato popolare, venti cargobike prototipate.

Siamo le persone che hanno denunciato il rischio climatico, quelle che hanno spalato fango.

Il Governo?

Per quanto ci riguarda: nulla. Solo autoritarismo e complicità con il genocidio.

La Regione Toscana?

Un consorzio industriale pubblico che, ad oggi, non può comprare nemmeno una biro dal cartolaio. Creato a inizio agosto per restare fermo fino a dicembre.

Le direzioni del mondo cooperativo?

Fuori dai radar.

Chi compone il muro di gomma ci è ormai chiaro.

E ora?

Un tavolo di reindustrializzazione permanente che non attende nessuno.

Il rilancio della campagna di azionariato popolare: sconfiggiamo il boicottaggio dei finanziatori che si defilano.

Prendetevi la responsabilità della rabbia sociale delle disoccupate e dei disoccupati, delle povere e dei poveri".


"Il futuro (IR)rompe. Per tutto, per altro, per questo - avevano spiegato alla vigilia Collettivo e Soms - Genocidio, speculazione finanziaria e immobiliare, crisi climatica, precarietà, salari da fame, soldi pubblici al riarmo, guerre e autoritarismi. I responsabili? Multinazionali, Borse, rendite immobiliari, investimenti nel fossile e nelle armi, economia di guerra e genocidio; con le istituzioni che si fingono impotenti per coprire le proprie complicità. Questo presente di morte fa da muro di gomma a ogni cambiamento futuro portatore di vita. Come per l’ex Gkn: fabbrica di Firenze, chiusa dalla speculazione finanziaria, dai padroni dell’automotive, oggi forse in mano alla speculazione immobiliare. Eppure il collettivo operaio, con la Società Operaia di Mutuo Soccorso, avrebbe un piano industriale. Che ad oggi, per quel che ci è dato sapere, è l’unico. E una visione: conversione ecologica, fabbrica socialmente integrata, con proprietà pubblica dell’immobile e gestione cooperativa con azionariato popolare diffuso".

 

A luglio si è costituito il Consorzio di sviluppo industriale della Piana fiorentina, nato per tentare una reindustrializzazione della ex Gkn di Campi Bisenzio, con soci Regione Toscana (70% delle quote), Città metropolitana di Firenze (10%) e i Comuni di Campi (8%), Sesto Fiorentino (8%) e Calenzano (4%).  "Tutti da anni ci dicono: “domani interverremo”. Il domani non arriva da 4 anni. E il sospetto che questo logoramento non termini mai, è ormai inevitabile. Evidentemente il nostro esempio “rompe” chi vuole convertire le industrie per il riarmo, impedire la transizione ecologica, imporre ricatti a lavoratrici/ori e territori. Rompe perché è un esempio potenzialmente contagioso: “si può fare”, c’è una alternativa. E allora futuro (IR)rompe. Il 18 ottobre convochiamo un corteo e dichiariamo terminato il logoramento. Per porre una domanda semplice: quando riapre la fabbrica? Domanda secca, risposta secca".

 

"Il sistema che ha chiuso la ex GKN non può permettersi la nostra vittoria. Noi non possiamo permetterci la sconfitta. Per questo chiediamo di esserci, di passare parola. Per un ultimo pezzo di storia in cui può vincere chi di solito perde; un Davide contro Golia".

 

Il giorno dopo, domenica 19 ottobre, ci sarà poi un convegno al presidio ex Gkn, il primo incontro per avviare un percorso di confronto tra le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali in Italia. Le Cers si incontrano e incontrano la fabbrica socialmente integrata. "Sotto attacco, in un mondo che si riarma è anche il concetto di transizione ecologica dal basso. E come noi, le Cers soffrono di rinvii, limiti, freni. Per questo il 18 ottobre e il 19 ottobre sono una data unica. Crediamo che la transizione verso un modello energetico sostenibile e giusto non possa realizzarsi senza il coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva delle comunità. Le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (CERS) nascono con questo scopo: favorire non solo una transizione energetica più democratica ed efficace, ma anche la costruzione di comunità più forti, eque e resilienti".

 

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