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Gkn, Francesco Borgomeo in fabbrica. Nei prossimi giorni il tavolo al Mise

Giani, Nardella e Fossi incontrano l’advisor che ha acquisito lo stabilimento fiorentino

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venerdì 24 dicembre 2021 16:03

Francesco Borgomeo alla Gkn. L'imprenditore advisor presidente della società Qf Spa, che ha appena acquisito il 100% delle quote dello stabilimento fiorentino della Gkn, ha incontrato questa mattina lavoratori e istituzioni presso la fabbrica di Campi Bisenzio.

 

C’è soddisfazione nel vedere l’apertura di un nuovo ciclo e di una nuova società proprietaria per la Gkn di Campi Bisenzio, che significativamente si chiamerà QF spa, cioè Quattro Effe: Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze. Naturalmente non è il punto di arrivo, ma di ripartenza”. Lo hanno detto il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella e quello di Campi Bisenzio Emiliano Fossi al termine dell’incontro con Francesco Borgomeo. 

 

“Nei prossimi giorni – hanno proseguito – ci sarà l’incontro al Mise per l’avvio delle trattative con il nuovo soggetto industriale. Le istituzioni sono state vicine ai lavoratori in maniera compatta e si sono mosse all’unisono, insieme a tutte le organizzazioni sindacali, perché si potesse giungere all’apertura di un nuovo ciclo che salvaguardasse il posto di lavoro di centinaia di famiglie. E a questo proposito, proprio pensando alle famiglie dei lavoratori, prende ancora più significato il fatto che la svolta sia avvenuta nei giorni che precedono il Natale”.

 

"Inizia una fase di attesa dove il rischio è quello di fare la fine della rana bollita. Provi sollievo perchè hai sconfitto i licenziamenti ma entri in una lunga fase di ammortizzatore che ti spegne piano piano. Ma noi siamo Gkn e ora siamo anche la fabbrica delle 4 F: Farete Fatica a Farci Fallire. Non saremo rana bollita", scrive il Collettivo di fabbrica dei lavoratori Gkn, che ieri hanno tenuto una conferenza stampa.

 

"Non siamo né ottimisti né altro, ma possiamo solo prendere atto della situazione. Quando si firma un contratto si ragiona in termini di garanzie e chiarezza. I licenziamenti non sono più sul tavolo perché questa lotta li ha sconfitti. C'è un passaggio di politica industriale. Qui va via un pezzo dell'automotive, termina una storia decennale, perché prima era Fiat: viene fatta una scelta di politica industriale tra un privato e un fondo finanziario. I primi passaggi sono gli stessi che aveva prospettato Melrose, ma con una promessa di finale diverso. Ma questa promessa fa parte del futuro, deve essere codificata in un accordo che abbia tempistiche e strumenti chiari. Ci sono tanti modi per licenziare, anche metterle di fronte a tempi infiniti e incertezza, che potrebbe far andar via qualcuno. Quest'operazione ad oggi è una promessa e potrebbe essere anche solo un modo per chiudere la fabbrica con una lenta agonia", ha detto Dario Salvetti.

 

 

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