E' la notizia della giornata a Firenze, il passaggio di GKN Firenze a QF, acronimo di Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze. Nel pomeriggio, in una conferenza stampa convocata allo stabilimento di Campi, hanno preso parola i rappresentanti dei lavoratori, che ora aspettano i prossimi passi istituzionali.

"L'attenzione mediatica di oggi un po' la subiamo, perché in questo momento c'è da fare un incontro in sede istituzionale in cui ci sono da chiarire diverse cose. Per quanto ci riguarda di chiaro c'è ancora poco. Non siamo uno spot prenatalizio", dice Dario Salvetti della Rsu e del Collettivo di Fabbrica.

"Per quanto ci riguarda l'assemblea permanente va avanti. Non abbiamo volumi produttivi, non ce li avremo a lungo e non siamo a lavorare. La mobilitazione cambierà in base al raggiungimento di un accordo sindacale con la nuova proprietà in sede istituzionale. In base all'accordo che si raggiungerà, decideremo".

"Non siamo né ottimisti né altro, ma possiamo solo prendere atto della situazione. Quando si firma un contratto si ragiona in termini di garanzie e chiarezza. I licenziamenti non sono più sul tavolo perché questa lotta li ha sconfitti. C'è un passaggio di politica industriale. Qui va via un pezzo dell'automotive, termina una storia decennale, perché prima era Fiat: viene fatta una scelta di politica industriale tra un privato e un fondo finanziario. I primi passaggi sono gli stessi che aveva prospettato Melrose, ma con una promessa di finale diverso. Ma questa promessa fa parte del futuro, deve essere codificata in un accordo che abbia tempistiche e strumenti chiari. Ci sono tanti modi per licenziare, anche metterle di fronte a tempi infiniti e incertezza, che potrebbe far andar via qualcuno. Quest'operazione ad oggi è una promessa e potrebbe essere anche solo un modo per chiudere la fabbrica con una lenta agonia".

"Abbiamo avuto contatti in sede ministeriale e istituzionale, abbiamo invitato a non spettacolarizzare questi primi giorni perché abbiamo tanto da fare. Più si porta avanti uno spot e più la diffidenza aumenta. Se c'è un progetto industriale lo riconosceremo a tempo debito", conclude Salvetti.

Aggiunge Matteo Moretti, sempre di Rsu e Collettivo di Fabbrica: "Veniamo da una storia che portava un altro acronimo, che era Fiat. Ci raccontava una storia di questo paese. Il nuovo acronimo è più motivazionale, Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze. Ma noi abbiamo dimostrato di non aver bisogno di essere motivati da nessuno. Certo è la fabbrica di Firenze, del territorio. Ma abbiamo bisogno di atti concreti. Prima possibile si arrivi ad un tavolo istituzionale, si faccia una discussione sull'accordo con il nuovo proprietario. Le motivazioni arriveranno quando le cose saranno più solide. Anche con l'intervento del governo, un passaggio del genere deve prevedere una parte per le istituzioni".

"La cosa strana è che abbiamo appreso dai giornali anche alcune situazioni che dovrebbero avvenire a gennaio. Come un'indiscrezione del Sole 24 Ore che diceva che per il primo mese saremo tutti in ferie. Non ci fa piacere che pezzi della trattativa vengano buttati sui giornali. Non vogliamo che questa vertenza sia uno show mediatico. Non c'è niente da spettacolarizzare. Si chiude la storia dell'automotive a Firenze e si apre qualcos'altro. La nostra preoccupazione oggi è anche per tutte le persone in difficoltà nel settore dell'automotive e non solo".

"Ad oggi sappiamo che lasciamo il settore automotive ma non sappiamo cosa andremo a fare. Spero lo dicano al primo tavolo istituzionale. Sono uscite queste due aziende, una che fa macchine per farmaceutica e l'altra nel settore delle rinnovabili, ma sono indiscrezioni".

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