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Ex Gkn, crescono le adesioni all'appello dei lavoratori. Lettera aperta del cappellano di Sollicciano

Le parole di Don Vincenzo Russo: 'Non è più tempo di assistere passivamente e di voltarsi dall’altra parte'

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venerdì 24 marzo 2023 16:22

Hanno superato quota 200 le adesioni di associazioni ed organizzazioni, e quota 330 le adesioni individuali, all'appello di solidarietà lanciato dal Collettivo di fabbrica in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori QF ex Gkn, e che ha visto aggiungersi la Federazione nazionale della Stampa italiana, l'Associazione Stampa Toscana e Medicina Democratica, e nomi come quello del filosofo Miguel Benasayag, del direttore di Oxfam Italia Roberto Barbieri, del professor Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant'Anna e di don Massimo Biancalani della Comunità di Vicofaro.

 

E arriva anche una lettera, scritta dal cappellano del carcere di Sollicciano don Vincenzo Russo, rivolta "A tutte le comunità della Chiesa Cristiana Cattolica, A tutti i credenti": "Come è possibile [...] potersi annoverare tra i credenti e poi, più o meno direttamente, essere persone che operano negando giustizia, ostacolando diritti, togliendo futuro, pronti a sacrificare agli idoli della ricchezza e del potere la vita degli altri, particolarmente dei più deboli?". Si chiede Don Vincenzo nella lettera, nella quale ricorda il suo impegno a fianco degli operai della Gkn fin dall'inizio: "Sin quasi dall’inizio, sono vicino alla sofferta vicenda che coinvolge gli operai della ex GKN di Campi Bisenzio. Sono vicino a loro come lo sono a tutti i lavoratori, cioè a tutte le persone che per una serie di fattori si trovano spesso in una condizione di maggiore debolezza e dipendenza. Non posso non avere davanti a me i loro volti preoccupati, provati dall’incertezza e dalla precarietà che ha avvolto le loro esistenze. Riguardo a questa dolorosa vicenda, un triste futuro si prepara per queste persone, adesso che la speranza di occupazione lavorativa sembra avviarsi verso il definitivo tramonto. La loro vita e quella delle loro famiglie è segnata, perché evidentemente ritenuta di minore importanza rispetto ad un buon investimento e ad un redditizio affare. Tutto questo è inammissibile e sconcertante, collocandosi nel campo del disconoscimento del valore della persona, considerata sacrificabile a poco prezzo".


"Davvero non vi è logica, umana e cristiana, in questa ed in altre simili vicende. Tutto scorreva nella normalità per centinaia di operai e altrettante famiglie, nella semplice quotidianità fatta di piccole cose quando, ormai quasi due anni fa, si è deciso di consegnare a incertezza e disperazione la loro vita. Grazie alla reazione coraggiosa di queste persone, alle determinazioni della Legge e al soccorso di tutto un mondo di solidarietà che si è raccolto intorno, sono inizialmente rimasti aperti spiragli che hanno tenuta accesa la fiammella della speranza. Ma poi il tempo è trascorso e nulla si è concretizzato consegnando al presente un esito preoccupante, che affossa ulteriormente le speranze dei lavoratori. E così, ancora una volta, la vita diventa palcoscenico nel quale rischia di consumarsi la divisione tra vinti e vincitori. Io mi chiedo se possano esservi dubbi circa da che parte schierarsi! Cosa siamo disposti a fare come Chiesa, come comunità credente? Quanto va accadendo per la fabbrica di Campi Bisenzio sta succedendo in molte parti. Nessun valore è realmente conosciuto alla persona, sempre più oggetto di finalità economiche, in un contesto in cui il lavoro non sembra più essere elemento importante e non è difeso come argine di dignità e futuro", continua la lettera.

 
Don Vincenzo Russo esorta a non voltarsi dall'altra parte. "Non è più tempo di assistere passivamente e di voltarsi dall’altra parte. Ora è il momento dell’esserci e dell’agire, quello nel quale, come credenti, siamo chiamati a scegliere e a prendere posizione. Siamo pronti a stare dalla parte degli “apparenti vinti”, come logica evangelica vorrebbe, adoperandosi per migliorare la loro condizione fino a rovesciarla in positivo? Oppure, più comodamente, preferiamo essere tra i ritenuti vincitori (in realtà perdenti!) cioè tra quelli che, dall’alto delle proprie condizioni e possibilità, dispongono delle vite altrui per meglio finalizzare i propri interessi? Io non ho dubbi rispetto a con chi stare. Ho scelto, da sempre, coloro che il mondo bistratta e ignora, ho scelto coloro che pagano per i fini di pochi. Ho scelto loro perché ho scelto Dio".


"Non c’è spazio per incertezze. La questione è urgente e la concretezza dei problemi è massima, non è possibile indugiare oltre. Tante famiglie non hanno più di che vivere, stanno male. Insieme ai lavoratori di ex GKN, rivolgo a ciascuno la domanda: “E tu come stai?”. E’ un invito a guardarsi dentro per cogliersi in questa realtà così problematica nella quale ci ritroviamo più immersi di quanto si possa pensare. È un’esortazione a prendere coscienza di chi realmente siamo e di cosa possiamo fare coerentemente con quanto crediamo. La risposta non può ancora tardare", conclude la lettera del cappellano.


Così la Rsu ex Gkn: "Al di là delle sentenze e delle ragioni che ci arrivano dai tribunali, la nostra legittimità arriva dal territorio. Il numero delle adesioni, l'eterogeneità dei mondi che rappresentano, mostrano come la lotta per Gkn sia la lotta di tutte e di tutti, e di come la fabbrica di Campi Bisenzio sia in tutto e per tutto integrata con il territorio. Con la mobilitazione di sabato rompiamo l'assedio e costruiamo tutte e tutti assieme il nostro futuro".


Cresce anche il sostegno alla campagna di crowdfunding Gkn for Future, che, in una sola settimana, ha raccolto oltre 23mila euro in vista del primo obiettivo di 75mila euro, necessario per il lancio della prima fase della reindustrializzazione dal basso.

 

E domani, 25 marzo, la chiamata alla piazza, con la mobilitazione nazionale "Gkn non si tocca".

 

 

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