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Collettivo di Fabbrica ex Gkn e Fridays For Future, due giornate di mobilitazione a Firenze

Venerdì 25 marzo sciopero globale per il clima, e sabato il corteo 'Insorgiamo'

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martedì 22 marzo 2022 17:51

Due giornate, due manifestazioni, idealmente e concretamente unite in un'unica grande mobilitazione. E' quello che succederà venerdì e sabato a Firenze, con la manifestazione sulla giustizia climatica e il corto nazionale del Collettivo di fabbrica ex Gkn. Giustizia sociale e giustizia climatica non vogliono dividersi le piazze, ma unirle, unirsi.

 

Venerdì 25 marzo sarà sciopero globale per il clima, a Firenze, come in centinaia di altre città in tutto il mondo. Il concentramento fiorentino sarà in piazza della Santissima Annunziata alle 9:30.

 

"Siamo convinti che sia importantissimo riuscire a congiungere le due mobilitazioni, lo sciopero globale sul clima del 25 marzo 2022 in tutte le città d’Italia e nel mondo e la manifestazione nazionale "Insorgiamo" il 26 marzo a Firenze. E' necessario riprendere quella visione globale che ci è stata tolta, fondamentale per far sì che si comprenda che non siamo più divisi l’uno dall’altro e che non si crei più quella dinamica del “la mia lotta è più importante della tua”. Non possiamo più dividerci di fronte al ricatto tra ambiente e lavoro", ha detto Martina Comparelli, portavoce Fridays For Future Italia.

 

"E' un'evoluzione per Friday For Future - continua Martina Comparelli - Abbiamo ancora addosso l'etichetta dei ragazzi di Greta, un'etichetta che prende le nostre istanze e le chiude in una manifestazione colorata. Penso sia chiaro a tutti che non è più una questione di salvare il pianeta ma l'umanità. Entrando in contatto con il Collettivo di fabbrica si è aperto uno spiraglio per non parlare soltanto, ma anche agire e lottare con i lavoratori. Era una sinergia che cercavamo da tanto. Sapevamo fin da subito che non poteva essere una lotta solo dei giovani, e non una lotta solo per il futuro ma anche per il presente, perché c'è già chi subisce gli effetti della crisi climatica. È una lotta che colpirà tutti, con conseguenze su salute e economia. Questa convergenza è un occasione per andare oltre. La visione realista che si ha spesso è legata all'impossibilità di vedere oltre e cambiare, ed è una impossibilità che il Collettivo ha superato non sono con idee ma anche con proposte pratiche. Condividiamo la proposta della nazionalizzazione, quella della settimana di lavoro ridotto, che avrebbe effetti non solo sulle persone ma anche sui consumi energetici. Ci opponiamo alla delocalizzazione non solo per ciò che succede ai lavoratori ma anche perché ha un impatto ambientale enorme, c'è un legame forte tra le nostre proposte e quelle dei lavoratori".

 

Dario Salvetti, delegato Rsu ex Gkn: "Siamo oramai a più di otto mesi di assemblea permanente che non è terminata e che non terminerà a breve, che ha saputo non solo difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori, ma anche creare un convergenza mai vista con altre forze sociali ed ecologiste di questo Paese. La reindustrializzazione di Gkn è un processo incerto e lungo, dove ci pare ormai evidente il tentativo di logorarci. E quindi non smobilitiamo e non ci vogliamo più mobilitare sulla base dell'emergenza. Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento durante tutta la pandemia che sarebbe andato tutto bene. No, non andrà tutto bene se questi rapporti di forza rimarranno intoccati, se la ricerca di profitti avrà sempre la precedenza sui diritti e sul futuro di questo pianeta. Noi insorgiamo per il futuro. E il futuro non è solo uno stipendio e un contratto, è l'aria che respiri, è la pace, è cosa produci e in che società vivi. Il 25 e 26 formalizziamo che non esiste alcuna contrapposizione tra questione sociale e ambientale. L'una si alimenta della radicalità dell'altra. Sono una unica data. E il 25 marzo, a fianco del movimento dei Fridays For Future per lo sciopero globale per il clima, e il 26 marzo a Firenze per la mobilitazione nazionale "Insorgiamo" dimostreremo che questa opposizione sociale esiste e sta proponendo un paradigma di società totalmente diverso da quello attuale. E' un mondo nuovo in cammino e verificheremo se il 26 è un primo passo".

 

Il grido "Insorgiamo" partito dai cancelli dello stabilimento di Campi Bisenzio, e arrivato nelle piazze, è pronto ad attraversare di nuovo la città. Lo farà sabato 26 marzo. L'appuntamento con il corteo nazionale lanciato dai lavoratori dell'ex Gkn è alle 14.30 nel piazzale Vittorio Veneto alle Cascine. Con in testa il corteo che portò più di 20mila persone in piazza a Firenze il 18 settembre, il Collettivo di fabbrica chiama di nuovo a raccolta, ma lo fa "per questo, per altro, per tutto", come recita il volantino distribuito in giro per la città. Una manifestazione che si preannuncia imponente, che dalle Cascine sfilerà per la città terminando in piazza Santa Croce. 

 

Una mobilitazione che arriva dopo otto mesi di vertenza per la difesa dei posti di lavoro in Gkn.

 

"Portiamo in piazza una vertenza che non è conclusa, non siamo salvi - ha detto Matteo Moretti, delegato Rsu ex Gkn - tante troppe vertenze abbiamo visto sfumare sulla reindustrializzazione quando i riflettori si spengono. Siamo pieni di macchinari e di semiassi che ci dicono che sono ferro vecchio. Ma noi li abbiamo manotenuti, salvaguardati dalla delocalizzazione. Siamo in attesa di arrivare a una nuova cassa integrazione, quella che avevamo firmato con l'accordo quadro, ovvero la cassa ordinaria, è scaduta domenica 20 marzo. Siamo in attesa della cassa per transizione che è stata votata in finanziaria ma per la quale mancano i decreti attuativi e questo la dice lunga sull'attenzione del governo per queste situazioni. Il 26 scendiamo in piazza per la Gkn ma non solo, tutta la convergenza e vicinanza che abbiamo avuto nei nostri confronti la rimettiamo in piazza e chiediamo a tutti di venire con noi".

 

Delegazioni del Collettivo di fabbrica hanno girato il Paese nelle ultime settimane con l'Insorgiamo Tour, incontrando lavoratori e non solo, in più di sessanta appuntamenti dal 5 febbraio scorso.E sabato a Firenze sono attese persone da tutta Italia.

 

"Non sappiamo quante persone ci saranno in piazza ma sappiamo la qualità del percorso che ha portato fino qui - conclude Salvetti - Due mesi di assemblee in tutta Italia, incontrando i lavoratori. Portare le persone in piazza con un messaggio semplice legato ad un licenziamento urgente è più facile, ma stavolta c'è una complessità maggiore. Non saremo in piazza perché un fondo finanziario ha fatto una cosa clamorosa ma per quello che ci capita tutti i giorni. Non dobbiamo sentire solo il rumore dell'albero che cade ma anche quello del sottobosco che cresce".

 

 

Dichiarazione congiunta Fridays For Future Italia – Collettivo di Fabbrica ex GKN

La crisi climatica è una crisi del clima ma soprattutto delle relazioni determinate dall'essere umano. E’ il risultato di uno sviluppo sociale che tutt’oggi altera e peggiora la vita delle persone, contaminando il loro rapporto con il lavoro, la precarietà, la sanità, la mobilità, con l’ambiente e con la cura dell’altro. E’ l’attuale modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale che bisogna ripartire. Le date di mobilitazione del 25 e 26 marzo sono esplicitamente collegate, nello spirito, nel programma e nella preparazione, dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa. E visto che non esiste processo più inquinante della guerra - per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi – il 25 e 26 marzo non potrà che essere anche una scadenza di lotta contro la guerra. <<Non permetteremo mai più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica. Né permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro un rallentamento o una deviazione nella transizione ecologica e climatica.>> affermano Friday For Future e il Collettivo di Fabbrica GKN <<La transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento. Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine.>>
In una reale transizione ecologica non c’è spazio per il Greenwashing da parte di Stati o grandi aziende, ma solo per misure sociali e ambientali adeguate all’urgenza della situazione. In una reale transizione ecologica il lavoro inquinante cessa gradualmente  di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre, definendo modelli di produzione, trasformazione e consumo  al servizio della comunità piuttosto che del capitale, nei limiti delle biocapacità del pianeta.
<<Chiediamo di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario perché le quote di lavoro siano ugualmente redistribuite tra tutta la popolazione. E’ possibile lavorare meno e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.>>
Non è realmente possibile stabilire quali siano le tecnologie meno inquinanti se non si difende la ricerca e la brevettazione pubbliche, lontane da ogni conflitto di interessi che mira a massimizzare il profitto. Per questo attivisti e operai si uniscono al movimento in difesa dell’istruzione pubblica.
<< Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone - per povertà salariale o per precarietà - sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica, sono sotto ricatto lavorativo o non hanno alcun orizzonte se non lottare per il proprio contratto in scadenza.>>
Una reale transizione climatica, ambientale, sociale non può prescindere dalla capacità della società di dotarsi di forme di pianificazione complessiva ed ecosostenibile. E tale pianificazione non si genera nel ricatto, nella gerarchizzazione dei luoghi di lavoro, nell’oppressione e repressione dei territori come succede da anni ad esempio in Val Susa, ma nel risveglio della democrazia partecipativa e rivendicativa.
La vicenda Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento. Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite.
Invitiamo tutte e tutti allo Sciopero Globale per il clima del 25 marzo e invitiamo le stesse forze a partecipare al corteo di Firenze del 26 marzo.
E’ l’ora della convergenza, di sovrastare con le nostre voci unite ogni “Bla Bla nocivo”, per uscire dalla testimonianza e insorgere.

 

 

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Irene Grossi

 
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