Gkn, lavoratori in assemblea in 4 città italiane: 'Verremo a raccontarvi di noi e ad ascoltare di voi'
'Allo stato attuale le lettere di licenziamento ci potrebbero arrivare dalla quarta settimana di settembre'
lunedì 23 agosto 2021 18:25
Lavoratori e lavoratrici Gkn in giro per l'Italia. Una delegazione di loro partirà alla volta di alcune città italiane, per raccontare cosa sta succedendo nello stabilimento di Campi Bisenzio, che dal 9 di luglio è presidiato dai lavoratori, ai quali quello stesso giorno è stato annunciato il licenziamento collettivo.
"Gkn è una vertenza politica, Gkn è una vertenza generale. E oggi c'è una discussione politica sul tema delle delocalizzazioni. Lo abbiamo detto dall'inizio: chi si concentra solo sulle modalità con cui siamo stati licenziati, si concentra sulla forma e non sulla sostanza. E oggi in troppi, a partire da Letta, si concentrano solo sulle modalità con cui siamo stati licenziati", scrive il Collettivo di Fabbrica.
"Lo abbiamo detto dall'inizio: chi parla di “caso specifico” Gkn si mette quasi sullo stesso piano di chi ci vuole chiudere. Ma soprattutto mette in pericolo tutti i lavoratori di questo paese. Perché nega implicitamente che siamo gli ultimi di una lunga serie e i primi di una ulteriore serie di chiusure e delocalizzazioni. E oggi Bonomi, guarda caso, parla di Gkn come di un caso isolato e specifico. Lo abbiamo detto sin dall'inizio: per vincere in Gkn bisogna cambiare i rapporti di forza nel paese. E se cambiano i rapporti di forza nel paese, non vince solo Gkn".
"Per questo abbiamo dichiarato la necessità di insorgere. E vi abbiamo chiamato a manifestare, a essere qua al presidio, a testimoniare un fatto: c'è un'azienda in assemblea permanente dove si potrebbe produrre in qualsiasi momento più e meglio di prima. E questa azienda vive oggi solo grazie alla mobilitazione delle lavoratrici, dei lavoratori e del territorio che è insorto in sua difesa. Perchè di fronte alla delocalizzazione il Governo è impotente o complice. E l'impotenza alla lunga, comunque, è una forma di complicità.
"Vi abbiamo chiamati e siete venuti. Ora iniziamo a muoverci noi. Non possiamo essere ovunque ma per un lasso di tempo molto ristretto possiamo provare a essere in alcune delle principali città del paese. Si parte con Napoli il 3 settembre. Vi chiediamo di esserci, di convergere su queste assemblee. Ringraziamo gli spazi che ci ospitano e che ci ospiteranno con la massima inclusione. Verremo a raccontarvi di noi. Verremo ad ascoltare di voi. Verremo a discutere di quanto sia importante insorgere".
Le assemblee saranno a Napoli, Roma, Torino e Milano. "E vi diciamo anche che allo stato attuale le lettere di licenziamento ci potrebbero arrivare dalla quarta settimana di settembre. Ragione per cui, sabato 18 settembre, tenetevi liberi".
Giovedì 26 agosto, alle 20.30, sarà la volta di un'assemblea di fronte ai cancelli della Gkn con l’area dei giuristi progressisti in merito alla legge sulla delocalizzazione. "Si cambi la legge. Ma lo si faccia rispondendo ai temi posti da questa ed altre vertenze. Apprendiamo dai giornali che è in preparazione una legge antidelocalizzazioni, ispirata anche dal caso Gkn. Consideriamo questo fatto un’ammissione della necessità di mettere mano all’attuale legislazione. Consideriamo la legge in discussione il risultato dell’impatto delle lotte in atto. Lo consideriamo, quindi, un invito a tutti noi a proseguire sulla strada intrapresa. Più di prima, in più di prima, noi #insorgiamo. Ma proprio per questo non accetteremo una legge scritta SULLE nostre teste. Questa legge deve essere scritta CON le nostre teste. Siamo pronti a scriverla sui cancelli e a sostenerla nelle piazze. E lo diciamo subito: le ipotesi che leggiamo sui giornali sono tutt’altro che convincenti. Per noi si tratta di impedire le delocalizzazioni, non di proceduralizzarle. Il tema che questa nostra vertenza pone all’intera società è quello della continuità produttiva dello stabilimento. Poniamo il tema del posto di lavoro come un corpo di diritti e un patrimonio collettivo. Il paradosso a cui stiamo assistendo è questo: il singolo operaio pone alla società il tema del posto di lavoro come un problema collettivo, Governo e aziende rispondono proponendo al singolo operaio misure per addolcire la sua condizione individuale di futuro disoccupato".
"Qua c’è uno stabilimento pronto a ripartire in qualsiasi momento, più e meglio di prima. I nostri pezzi non sono spariti. Sono lì, sulle linee Stellantis. A Melfi, Cassino, Atessa, Pomigliano ecc. Lì ci sono i semiassi che produciamo e qua ci sono le macchine, le teste, le intelligenze per produrli più e meglio di prima. Senza il management che è scappato noi riteniamo che produrremmo meglio perché, va da sé ed è logico, chi si prepara a scappare, di solito si adopera per avvelenare i pozzi. Per questo abbiamo invitato l’area dei giuristi e dei giuslavoristi progressisti a insorgere con noi. A raccogliere le indicazioni dell’assemblea operaia e a intervenire nel merito dei possibili cambiamenti legislativi. Giovedì 26 h 20.30, il dibattito sulla legge lo facciamo di fronte ai cancelli, mettendo insieme le intelligenze che insorgono a difesa di questo stabilimento. Di questo e potenzialmente di tanti altri stabilimenti".
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