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'Firenze suona la Martinella, Insorgiamo': lavoratori Gkn in piazza nel giorno della Liberazione

Tanti partecipanti alla manifestazione, nel giorno della Liberazione di Firenze. Presente anche Nardella

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mercoledì 11 agosto 2021 20:45

"Firenze suona la Martinella, Insorgiamo". Lo ripetono da settimane lavoratori e lavoratrici della Gkn, lo hanno detto ai cancelli dello stabilimento, quello che la proprietà ha annunciato di voler chiudere, avviando la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti (e loro, per tutta risposta, non si sono più mossi da lì, dal 9 luglio), lo hanno detto in piazza Santa Croce allo sciopero generale del 19 luglio, alla manifestazione nazionale a Campi Bisenzio del 24, proprio davanti alla fabbrica. Hanno portato il loro grido "Insorgiamo", parola che affonda le radici nella Resistenza fiorentina e che hanno scelto come loro motto, in giro per la Toscana e per l'Italia, e ora sono in piazza della Signoria.

 

E il giorno, non è scelto a caso. Perché la nuova mobilitazione di lavoratori e lavoratrici Gkn, con a fianco l'Anpi, è stata indetta nella sera dell'11 agosto, giorno della Liberazione di Firenze dal nazifascismo. Quella che nel 1944 fu annunciata dai rintocchi della Martinella, la campana della torre di Arnolfo. E qui, sotto la Martinella, davanti a Palazzo Vecchio, ha inizio la manifestazione di stasera.

 

Mancano pochi giorni a Ferragosto, il clima è torrido, ma la gente non manca. Già camminando lungo via dei Neri, tra il chiacchiericcio dei turisti, si sentono i tamburi. Tante le bandiere rosse, della Fiom, quelle del Collettivo di Fabbrica. I fumogeni di tanto in tanto illuminano la piazza di rosso, e manifestanti, lavoratrici e lavoratori, come sempre, non smettono di cantare. Il coro risuona ormai in tutta la città da settimane, come un tormentone estivo lanciato dagli operai. "Occupiamola, fino a che ce ne sarà, che fatica che ti chiedo, oggi devi scioperare". "E non c'è resa, non c'è rassegnazione, ma solo tanta rabbia che cresce dentro me".

 

Presente in piazza anche il sindaco Dario Nardella con la Giunta.

 

"Siamo tutti Gkn": Firenze lo canta l'11 agosto, mentre lo striscione rosso "Insorgiamo" viene issato sull'arengario di Palazzo Vecchio.

 

Prende la parola Dario Salvetti, Rsu Fiom e rappresentante del Collettivo di fabbrica. "Grazie a tutti e tutte. C'è qualcuno che era in ferie in Sicilia ed è tornato. Abbiamo sempre detto che questa sfida è quasi impossibile, ma non vuol dire che non ci sentiamo in guerra e che non la combatteremo con tutti i mezzi necessari. Loro hanno calcolato tutto, siamo nel loro calcolo ancora, e dobbiamo uscirne. Sette giorni fa al tavolo del Mise si sono presi qualche ora per riflettere, e sono passati sette giorni, e stanno usando questo tempo per elaborare la prossima tattica. Ma stasera iniziamo ad essere un po' fuori dai calcoli, avevano calcolato un agosto di rassegnazione e isolamento, con città deserte e piazze vuote, ma oggi iniziamo ad uscire dai loro calcoli. Avevano calcolato anche che saremmo stati schiacciati dal mondo che abbiamo attorno, perché ci sono tante cose che contribuiscono a questa chiusura di Gkn Firenze, trent'anni di leggi, il disimpegno di Stellantis dall'Italia, lo strapotere finanziario, ma quel 9 luglio abbiamo capito che non avevamo alternative se non provare a cambiare quel mondo che abbiamo intorno. Quel venerdì mattina non ci siamo svegliati pensando di cambiare il mondo, ci siamo svegliati con la nostra routine, un permesso collettivo, c'è chi voleva andare al mare, ma ci hanno messo in questa situazione e non avevamo scelta. Voi avete scelta, fare finire questa storia con i lavoratori che cedono, o fare si che Gkn sia un piccolo pezzo di storia. Per questo abbiamo scelto una data storica, quella della Liberazione, perché liberazione non è un atto singolo o una ricorrenza, ma una cosa che deve continuare. Vinciamo se siamo tutti. Per vincere dobbiamo cambiare i rapporti di forza della società è così non vinceremo solo per Gkn".

 

"Rifiutiamo la chiusura di Gkn perché riteniamo che sia un patrimonio collettivo di 500 posti di lavoro, ma rifiutiamo anche le ipotesi di cassa integrazione per cessazione di attività, perché la morte è morte, o con lunga agonia o con morte violenta. Sono state proposte al tavolo del Mise le 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, ma crediamo che l'azienda non abbia intenzione di accettare perché di fatto ritirerebbe i licenziamenti, ma questa proposta che per noi sarebbe ossigeno che ci permetterebbe di passare l'autunno, è insufficiente e contraddittoria, sarebbe ancora con soldi pubblici offerta alle aziende, ed è contraddittorio protestare contro le multinazionali che prendono soldi pubblici e continuare a darglieli. Abbiamo appreso che si sta scrivendo una legge anti delocalizzazione sul modello francese, non ho tempo per entrare nel modello francese, e questo dimostra quanto queste lotte stanno incidendo nel paese. Ma questa legge non può essere scritta sulle nostre teste ma con le nostre teste e con le nostre indicazioni, altrimenti siamo pronti a scriverle nelle piazze. Facciamo appello alla magistratura democratica di scriverla con noi, non abbiamo più voglia di delegare niente a nessuno. Chiediamo che Stellantis torni a dare le commesse a Firenze e si esprima sulla necessità di avere un fornitore a Firenze. Ma i segnali vanno in un'altra direzione. La vicenda di Gkn è oggi una cartina di tornasole di tutto il settore automotive in Italia. I licenziamenti non possono essere trattati vertenza per vertenza, ci vuole una mobilitazione generale per fermare questa ecatombe".

 

"Il prossimo calcolo è mettere in contraddizione la salvezza individuale di 500 individui contro una lotta collettiva. A un certo punto peseranno gli affitti, i mutui, le famiglie che iniziano ad essere stanche, e possiamo sconfiggere questo solo se la mobilitazione rimane collettiva, facendo vedere al paese che la possiamo spuntare perché il movimento si allarga. Se andiamo avanti finché ce ne sarà. Siamo chiamati a decidere se vogliamo essere cronaca o storia, ed è qualcosa che appartiene alla tua coscoenza. Abbiamo fragilità e dubbi, ma la storia, come nel '44, è fatta da persone comuni. Loro erano contadini ed operai, quando hanno iniziato non sapevano che avrebbero vinto, ma si perde sempre, tranne la volta che si vince, quindi proviamoci".

 

In piazza c'è anche Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi, uno dei fratelli che furono fucilati dai fascisti. E proprio ai fratelli Cervi è intitolata la strada della fabbrica Gkn a Campi Bisenzio. "Grazie a tutti per avermi invitato. Questa lotta è dura, la piazza si è riempita e questo mi riempie di speranza, ma non è abbastanza questa piazza, perché i nemici sono furbi e prepotenti e ci vogliono tante piazze che difendano i nostri diritti. Abbiamo un'arma che ci può unificare, ed è la costituzione, battiamoci perché venga applicata. Perché l'Italia è fondata sul lavoro".

 

Alle 21.30 parte il corteo, aperto dall'Anpi e dal Collettivo di fabbrica, che farà delle tappe in luoghi simbolo della Resistenza. Lo striscione Insorgiamo sfila alto per il centro di Firenze. È un lungo serpentone di migliaia di persone che si dipana da via Por Santa Maria, su lungarno Acciaiuoli, su ponte Santa Trinita. 

 

 

Irene Grossi

 

 
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