Bronchiti, l'appello dei medici: 'Nell’80% dei casi sono virali, evitare uso improprio di antibiotici'

Alti: 'Igiene delle mani, corretta idratazione e consulto medico in caso di febbre prolungata o placche. No al fai-da-te farmacologico'

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giovedì 27 novembre 2025 17:27

Con l’arrivo dell’inverno aumentano bronchiti, tonsilliti e infezioni delle alte vie respiratorie, ma nella grande maggioranza dei casi si tratta di forme virali e autolimitanti che non richiedono l’uso di antibiotici”. A dirlo è Elisabetta Alti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze e direttore di Medicina Generale dell’Asl Toscana Centro, intervenendo in merito all’aumento dei casi stagionali di mal di gola, tosse e raffreddamenti.

 

“Le forme più comuni – spiega Alti – sono faringiti, laringiti e le bronchiti acute che iniziano spesso con tosse secca e poi evolvono verso una tosse più produttiva. Nell’80% dei casi l’origine è virale, causata da rinovirus, virus parainfluenzali o coronavirus meno severi rispetto a quelli pandemici. La durata media varia dai 5 ai 10 giorni e, nella maggior parte delle situazioni, i sintomi migliorano senza terapia antibiotica”.

 

Secondo la dottoressa, alcuni segnali possono aiutare a distinguere quando rivolgersi tempestivamente al medico: “Una febbre lieve e intermittente, un muco chiaro e un semplice arrossamento della gola sono tipici delle forme virali. Al contrario, febbre alta persistente, catarro denso giallo-verde o la presenza di placche bianche sulle tonsille – sottolinea Alti – richiedono una valutazione clinica e in alcuni casi un tampone per escludere infezioni batteriche”.

 

Ci sono alcune buone pratiche quotidiane da adottare per ridurre circolazione e impatto delle infezioni di stagione. “Lavarsi spesso le mani, evitare luoghi affollati quando si è sintomatici, usare la mascherina se si appartiene a categorie fragili – ricorda Alti – e mantenere una distanza minima nei contesti ad alta densità di persone sono precauzioni semplici ma estremamente efficaci nel prevenire il contagio”.

 

La vicepresidente dell’Ordine mette in guardia dal fai-da-te farmacologico: “Ai sintomatici vanno associati antipiretici solo quando la febbre supera i 38 gradi e sempre su indicazione del medico. Più utili di tanti farmaci sono idratazione costante, almeno due litri di acqua al giorno, frutta ricca di vitamina C, una dieta equilibrata e attività fisica regolare. Anche semplici accorgimenti tradizionali, come latte e miele, possono svolgere un’azione lenitiva sulla gola”, fa notare Alti. 

 

“Certo serve più attenzione per i pazienti fragili: chi ha malattie croniche, diabete, broncopatie, patologie oncologiche o una ridotta efficienza del sistema immunitario – dice la vicepresidente dell’Ordine – deve rivolgersi al proprio medico di medicina generale appena compaiono i sintomi, perché le infezioni stagionali possono complicarsi”.

 

Alti fa un appello al buon senso dei cittadini: “Ogni infezione respiratoria riduce temporaneamente le difese immunitarie, ma non significa dover ricorrere a prodotti cosiddetti ‘rinforzanti’. Significa invece proteggerci di più, riposare, idratarci correttamente, seguire uno stile di vita sano e soprattutto affidarci alla valutazione del medico evitando cure inutili o inappropriate”.

 

 

Immagine di repertorio 

 

 

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