'Blocchiamo tutto': è sciopero generale per Gaza. In migliaia al corteo dalla rotonda di Calenzano. Tensione ai cancelli della Leonardo

La manifestazione per lo sciopero generale dei sindacati di base. Chiusa l'uscita dell'A1. A Firenze corteo degli studenti fino al consolato Usa

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lunedì 22 settembre 2025 10:30

La grande ruota dell'uscita dell'A1 di Calenzano-Sesto Fiorentino si è tinta dei colori della Palestina: è il luogo del concentramento del corteo della "Flottilla di terra" dello sciopero generale proclamato dai sindacati di base per oggi, lunedì 22 settembre.


La rotonda ha cominciato a riempirsi già prima delle 9, quando è stata issata una grande bandiera della Palestina sulla ruota.
 

Intorno alle 9.30, sono migliaia i manifestanti presenti che iniziano a disporsi in corteo all'altezza dell'uscita autostradale, rimasta bloccata prima della partenza della manifestazione.
 

L'uscita di Calenzano è stata infatti momentaneamente chiusa al traffico in entrambe le direzioni (uscita consigliata da Autostrade provenendo da Firenze: Prato est su A11 Firenze-Pisa Nord. Uscita consigliata provenendo da Bologna: Prato est su A11 Firenze-Pisa Nord).
 

È iniziata così la ventiquattro ore di mobilitazione per la Palestina, con lo sciopero generale per "difendere la Flotilla, fermare il genocidio a Gaza, stop all’economia di guerra".
 

"In Italia come in Palestina resistenza", lo striscione che guida il corteo, aperto dal sindacato Usb e dai Giovani Palestinesi, ma animato da diverse realtà, tra cui il Collettivo di fabbrica Gkn. Presenti anche i sindaci di Calenzano, Giuseppe Carovani, e di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi.
 


"Blocchiamo tutto", queste le parole motto dello sciopero, che a Firenze ha scelto la Piana per il corteo che, partito poco prima delle 11 dopo un lungo stazionamento alla rotonda, muove su questo percorso: via Antonino Caponnetto, Via di Pratignone, Via Salvador Allende, Via Albert Einstein (passando davanti a Leonardo S.p.A), Via San Quirico che poi diventa Via di Capalle, Via di Prato. Conclusione nel parcheggio antistante la piscina comunale di Calenzano.

 

Alle 12.30 circa la testa del corteo raggiunge la Leonardo, e la manifestazione si ferma tra il piazzale e la strada. Una parte del corteo si avvicina ai cancelli dello stabilimento gridando "Assassini" e "Vergogna".

 

Seguono momenti di tensione con il lancio di sassi e bottiglie da parte di alcuni manifestanti verso la polizia, schierata dietro gli scudi oltre i cancelli dello stabilimento. Mentre la testa del corteo ricomincia a muoversi continuando il percorso. Dopo circa un'ora i manifestanti rimasti davanti ai cancelli si sono allontanati e il piazzale si è svuotato, mentre il resto del corteo aveva già proseguito la marcia lungo via Einstein. 

 

 

"Il senso è essere in ogni piazza, in ogni luogo per denunciare il genocidio e chiedere con forza al nostro governo, complice e silente, il riconoscimento dello stato di Palestina e la fine del genocidio e dell'occupazione. Sono occasioni in cui si vedono n piazza tante persone che magari non sono abituate a stare in piazza ma che sentono l'esigenza di stare in piazza e fare sentire le loro voci, e penso che anche le istruzioni locali debbano stare in piazza", ha detto Falchi.
 

"È obbligatorio essere qui, portare solidarietà al popolo palestinese per questo genocidio senza fine. Ci riempie di orgoglio che la manifestazione sia a Calenzano, abbiamo  proclamato tre giorni di lutto cittadino per accompagnare questa mobilitazione nel nostro territorio. Il nostro impegno andrà avanti, non dobbiamo fermarci finché questa cosa non avrà una fine, è inaccettabile che si possa così impunemente distruggere tutto senza che nessuno faccia niente", ha detto Carovani.


'Sono tre le richieste dello sciopero - dice Dario Furnari di Usb prima del corteo - fermare il genocidio, sostenere la Flottilla e chiedere lo stop all'economia di guerra. Fermare il genocidio perché di gatto a Gaza e nei territori occupati c'è un genocidio da tantissimi anni che ora ha avuto un'accelerazione. Sostenere la Flottilla perché ci sono corpi di militanti che si sono messi a disposizione per portare aiuti umanitari. Stop all'economia di guerra è la richiesta più sindacale perché essere in guerra significa avere ricadute sul welfare. Scuola, ricerca, sanità, trasporti sono settori sui quali l'Italia e i governi europei non investono più perché l'indistria è tutta piegata all'economia di guerra. Questo è un luogo importante perché ci sono al Leonardo, la ex Gkn, quel poco dell'industria che resta a Firenze e in Toscana, un'industria in crisi, non c'è un piano del governo Meloni. La mobilitazione da oggi a Firenze prosegue anche di pomeriggio all'università".

 

Questo il comunicato di Usb Firenze sullo sciopero: "Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Firenze paralizzata! Autostrada A1 bloccata. Snodi principali del tessuto produttivo della piana bloccati. Un grande movimento di massa ha fermato per un giorno la produzione e la circolazione delle merci per dire ai governi alcuni parole chiare e precise: fermate il genocidio in Palestina! Abbassate le armi! Investite le risorse nello stato sociale, non nelle guerre! La giornata di sciopero e manifestazione del 22 settembre a Firenze ha segnato un momento di grande forza collettiva. Lavoratrici, lavoratori, studentesse e studenti sono scesi in piazza con un obiettivo chiaro: fermare il genocidio del popolo palestinese e contrastare l’economia di guerra e le sue ricadute sulle nostre vite e sul lavoro. La mobilitazione ha avuto un carattere determinato e incisivo: abbiamo bloccato l’autostrada e i principali snodi della logistica di Firenze e della piana, colpendo direttamente il sistema che alimenta lo sfruttamento, la guerra e i profitti di pochi. Quella di oggi è stata la dimostrazione che quando chi lavora sceglie di unirsi e lottare, può fermare i flussi della produzione e della distribuzione, può inceppare i meccanismi che sostengono la macchina della guerra e dello sfruttamento. Il 22 settembre non è stato un punto di arrivo, ma un punto di partenza: da Firenze e dal resto d'Italia si è alzato un segnale forte, che dice che non resteremo complici, non resteremo in silenzio! Continueremo a organizzarci per costruire lotta, solidarietà e resistenza, fino a fermare guerre e genocidi e conquistare giustizia per chi lavora. Palestina libera! Abbassate le armi! Alzate i salari!".


La mattina del 22 un corteo ha attraversato anche il centro di Firenze, organizzato dal Collettivo Autonomo K1 del Liceo Machiavelli-Capponi: "Il Machiavelli torna al consolato degli Stati Uniti". Il concentramento alle 8 proprio dal liceo fiorentino in piazza Frescobaldi, da dove il corteo proseguirà su Ponte alla Carraia, Piazza Goldoni, Via del Moro, Piazza Ottaviani, Via Palazzuolo, Via Maso Finiguerra, Via Curtatone per concludersi in Lungarno Vespucci, dove gli studenti sono arrivati nei pressi del consolato americano.



La mobilitazione continua il pomeriggio a Firenze, nella zona universitaria del centro con una passeggiata rumorosa da via Laura alle 15.30. All’arrivo, alle 17 in Brunelleschi, assemblea universitaria "per parlare dei prossimi passi e azioni per ampliare il boicottaggio e supportare la Palestina", spiega l'Assemblea studentx per la Palestina a Firenze.


E la sera del 22 settembre si terrà il dodicesimo "Urlo per Gaza", lanciato dal Collettivo di Fabbrica Gkn, alle 20.30 nelle zone delle Piagge e di Brozzi.


Per quanto riguarda gli autobus, Autolinee Toscane informa che lunedì 22 settembre 2025 è stato proclamato uno sciopero di 24 ore per le province di Arezzo, Grosseto, Lucca, Massa-Carrara e Siena.


Treni: dalle ore 00:00 alle ore 23:00 di lunedì 22 settembre 2025, i treni possono subire cancellazioni o variazioni, per uno sciopero nazionale del personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, a eccezione del personale di Trenitalia Regione Calabria. (Leggi di più qui)

 

 

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Irene Grossi

 

 

 

 
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