Sequestrati 90mila articoli natalizi a Prato, avrebbero fruttato un illecito profitto di oltre 300mila euro
Erano privi di indicazioni in lingua italiana e dell’etichettatura con le informazioni minime sulla composizione e la produzione
giovedì 18 dicembre 2025 11:44
In vista delle imminenti festività natalizie, la Guardia di Finanza di Prato ha intensificato gli interventi a contrasto dell’illecita commercializzazione di prodotti non conformi, potenzialmente dannosi per la salute pubblica. In seguito a un costante controllo economico del territorio, svolto attraverso servizi di appostamento, pedinamento e consultazione delle banche dati, i finanzieri del Gruppo di Prato hanno proceduto alla verifica di un esercizio commerciale situato nel quartiere di Prato conosciuto come la cosiddetta “Chinatown”.
Le verifiche hanno portato al sequestro di circa 90mila articoli suddivisi tra decorazioni, addobbi e oggettistica natalizia di vario genere nonché di giocattoli destinati ai bambini e ai ragazzi in età scolastica. Tutti gli articoli sottoposti a sequestro erano privi delle indicazioni in lingua italiana e dell’etichettatura riportante le informazioni minime sulla composizione merceologica del prodotto, il produttore, il Paese di origine e l’eventuale presenza di materiali o sostanze pericolose, i materiali impiegati e le istruzioni per l’uso. Ai fini della commercializzazione, il Codice del Consumo prevede, infatti, l’obbligo di riportare le indicazioni e le specifiche di dettaglio inerenti al prodotto, atteso che queste, oltre a tracciare l’intera filiera di produzione, consentono anche di assicurare un adeguato standard qualitativo della merce, escludendo così che nella sua fabbricazione possano essere stati utilizzati materiali e sostanze potenzialmente nocive per la salute degli acquirenti.
Contestualmente, oltre al sequestro amministrativo degli articoli, volto a cautelare la merce, la Guardia di Finanza ha proceduto all’avvio, interessando la competente Camera di Commercio, dei procedimenti sanzionatori connessi alle violazioni riscontrate.
Complessivamente, gli articoli sottoposti a sequestro, qualora immessi sul mercato, avrebbero permesso un illecito profitto stimabile in oltre 300mila euro.
