Prato, tentano di aggredire i lavoratori al picchetto sindacale e si scagliano contro i poliziotti
Aggressione da parte di alcune persone uscite dal capannone dove era in corso la protesta. Due agenti feriti
lunedì 17 novembre 2025 15:57
Un'aggressione da parte di un gruppo di oltre quindici cittadini cinesi, nei confronti di appartenenti alla Digos della Questura di Prato, impegnati in un'attività di mantenimento dell'ordine pubblico in occasione di una manifestazione sindacale a Prato, nel cuore della Chinatown. E' l'episodio segnalato dalla Procura di Prato, che procede per i delitti di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, nei confronti di tre cittadini cinesi di 27, 30 e 60 anni, regolarmente presenti nel territorio dello Stato.
Gli agenti, secondo quando si apprende dalla Procura, sono dovuti intervenire per scongiurare un'aggressione da parte dei cittadini cinesi, usciti dal capannone di un grande centro di distribuzione di abbigliamento, dove lavorano più imprese cinesi nel settore della produzione di accessori per l'abbigliamento, e dove era in corso un picchetto organizzato dal sindacato Sudd Cobas.
Il gruppo uscito dal capannone, secondo la ricostruzione della Procura, era diretto a colpire i lavoratori che si trovavano nelle vicinanze del gazebo della protesta sindacale pacifica, ma non ha esitato a scagliarsi verso gli appartenenti alla Digos e ad usare violenza nei loro confronti. Due poliziotti hanno riportato lesioni e sono dovuti ricorrere alle cure dell'ospedale pratese.
Le indagini sono in corso per individuare e identificare gli altri appartenenti al gruppo sinico.
"Una trentina di padroni e crumiri hanno tentato di sfondare i picchetti e distruggere i presidi sindacali con cui nella giornata di oggi stiamo rispondendo alla chiusura delle trattative per regolarizzare 5 operai costretti a lavorare a nero 12 ore al giorno. Non ci sono riusciti. Oggi, nel ventre della bestia; si alza un grido altissimo e feroce contro lavoro nero e sfruttamento. Dietro i vestiti in vendita a pochi euro l'uno c'è una catena di sfruttamento che deve essere spezzata. Fanno la guerra al sindacato perché vogliono fare la guerra ai diritti. Ma, proprio come oggi davanti ai cancelli, non sfonderanno. È una promessa", riporta Sudd Cobas.
Immagine di repertorio
