Droga, armi e aggressioni presso il carcere di Prato: perquisita tutta la struttura. 29 indagati
L'iniziativa ha circa coinvolto 800 esponenti delle forze dell'ordine: 'Peculiare fenomeno criminale pulviscolare' all'interno del carcere
sabato 22 novembre 2025 10:56
Perquisizioni e sequestri presso il carcere La Dogaia di Prato, per contrastare la diffusione del dilagare delle manifestazioni delittuose all'interno della struttura. Un quadro di diffusa illegalità che ha generato un vasto fenomeno criminale pulviscolare
La diffusa illegalità emersa in seno alla struttura carceraria La Dogaia di Prato ha indotto la Procura di Prato a emettere un decreto di perquisizione e sequestro esteso all'intera struttura carceraria, diretta nei confronti di 564 detenuti (29 dei quali nella veste di indagati), ristretti nei reparti Alta Sicurezza, Media Sicurezza e Semiliberi, e delle aree comuni, nel quadro di un'articolata attività investigativa.
Si tratta di un'iniziativa straordinaria per dimensione, resa necessaria dal peculiare fenomeno criminale pulviscolare, che, pur concentrandosi prevalentemente nelle sezioni ottava, quinta, sesta e decima, irradia i propri effetti ad ampio raggio nella struttura carceraria e si nutre della possibilità di movimento concessa ai detenuti, soprattutto di coloro che svolgono attività lavorative in seno alla struttura, di coloro che sono ammessi ai permessi premio e che sono semiliberi, nonché di possibili connivenze di alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria.
I covi di illegalità penalmente rilevanti si sviluppano attorno all'uso della violenza e della minaccia da parte di detenuti nei confronti di altri ristretti, all'approvvigionamento di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish, eroina e anfetamine/metanfetamine all'esterno del carcere, per il tramite di detenuti permessanti o semiliberi, destinatari anche di intimidazione e violenza, ovvero mediante consegna durante i colloqui di quanto occultato nelle parti intime dei familiari che si sono recati a colloquio, o invio di plichi destinati ai detenuti, celati all'interno di indumenti o cibi, o lanci di involucri, ovvero l'impiego di droni che trasportano plichi contenenti stupefacenti, nonché alla vendita e distribuzione dello stesso e nell'introduzione e impiego di telefoni cellulari e di social network, come i profili Tik Tok, che più detenuti continuano a gestire.
Una struttura di accoglienza ubicata a Prato, in via Pistoiese, è risultata essere un luogo strategico per convogliare la droga, alla quale sono risultati avere accesso incontrollato detenuti in permesso autorizzati a uscire dal carcere. Alcuni detenuti gestiscono l'approvvigionamento con l'impiego di droni in grado di trasportare plichi, al cui interno viene occultato stupefacente, cellulari, coltelli e tirapugni.
I rischi che si affrontano per l'introduzione dello stupefacente comportano un aumento esponenziale del prezzo per l'acquisto della droga, che spesso risulta versato dai molti consumatori in carte ricaricabili, come le postepay, riconducibili ai detenuti o a persone a loro vicine. A titolo esemplificativo, secondo le indicazioni provenienti da un detenuto che ha intrapreso un percorso collaborativo, per l'acquisto di 0.7 grammi di cocaina ha pagato 500,00 euro. Un fenomeno che non è stato neutralizzato il 28 giugno 2025 con le attività di perquisizioni svolte su scala ridotta in seno al carcere La Dogaia rispetto a quella compiuta in data odierna e con i plurimi ulteriori interventi mirati effettuati.
Nel corso delle attività investigative sinora espletate, infatti, non sono stati individuati gli apparecchi nella disponibilità di detenuti correlati a diciassette IMEI che sono risultati attivi (12 IMEI nell'alta Sicurezza e 5 nel reparto Media Sicurezza) e quelli utilizzati per l'impiego di ventuno utenze risultate nella disponibilità di detenuti (diciotto rientranti nel circuito alta Sicurezza e tre nel reparto media Sicurezza), nonché il congegno elettronico che ha consentito e consente a più detenuti di gestire dal carcere il proprio profilo Tik Tok.
Sono, invece, stati sequestrati, dal luglio 2024: 30 quantitativi di droga (1.145 gr. di Hashish, 163,09 di cocaina, 4,61 di eroina e 0,66 di anfetamine/metanfetamine), occultati in camera di pernottamento, da familiari sulla loro persona, allorché si recano ai colloqui, e all'interno di pacchi spediti; 49 telefoni cellulari e alcuni routers sono stati rinvenuti e sequestrati.
La Procura di Prato procede, allo stato, nei confronti di 29 detenuti di nazionalità domenicana, tunisina, marocchina, egiziana, italiana, polacca e albanese, nella veste di indagati, a vario titolo, per plurimi delitti: estorsioni, violenza privata, acquisto e vendita di stupefacenti, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti e detenzione e porto di armi.
Per quanto attiene all'attività volta a procurare e vendere sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish, due indagati di nazionalità, rispettivamente, domenicana e tunisina, entrambi dell'età di quarantuno anni, operativi nell'ottava sezione della Media Sicurezza, alla stregua delle risultanze, sono risultati avvalersi di: almeno due detenuti in permesso, destinatari di aggressione fisica, rispettivamente, posta in essere l'8 aprile 2025 e il 16 maggio 2025, per costringerli, con violenza e minaccia, a prestarsi per portare clandestinamente all'interno dell'istituto penitenziario lo stupefacente al rientro dalla fruizione dei permessi loro concessi; detenuti autorizzati a recarsi nelle aree interne al carcere per svolgere attività di giardinaggio per recuperare la droga lanciata dall'esterno; un'addetta alle pulizie, legata da relazione sentimentale a uno dei due.
L'aggressione dell'8 aprile 2025 risulta essere stata eseguita colpendo il detenuto vittima con calci e pugni al volto e in varie parti del corpo, che gli provocavano lesioni personali, consistite in un trauma cranio facciale all'interno della camera di detenzione ove era ristretto, rappresentandogli che l'aggressione costituiva solo l'inizio, ove non si fosse prestato a portare lo stupefacente all'interno dell'istituto pratese, rientrando dal permesso. L'aggressione del 16 maggio 2025 è consistita nel colpire la vittima con un punteruolo rudimentale all'avambraccio sinistro e nella zona inguinale sinistra, all'interno della camera di sicurezza ove era ristretto, sempre per costringerlo a portare lo stupefacente, rientrando dal permesso.
Tre detenuti sono risultati approvvigionarsi di stupefacente, di cellulari e di armi (coltelli e tirapugni) in seno alla sesta sezione, impiegando un drone con una lenza lunga venti metri, impiegata per trasportare plichi contenenti detto materiale sino alla finestra della loro cella, priva di rete anti lancio, da dove prendevano il materiale, previe intese con un soggetto in libertà deputato a manovrare il drone, contattato con un'utenza cellulare. I tre detenuti, ristretti, nella cella 147, sono risultati svolgere un'assidua attività di vendita dello stupefacente in seno a più sezioni della struttura carceraria pratese, servendosi di altri tre detenuti per la conservazione e l'occultamento dello stupefacente, secondo il racconto di un detenuto che ha assunto atteggiamento di collaborazione.
Un ulteriore episodio a base estorsiva si è verificato in pregiudizio di un detenuto ristretto nella sesta sezione destinatario di minacce per costringerlo a versare una somma di denaro aggiuntiva di mille euro rispetto alla somma pattuita per l'acquisto di cocaina.
E, ancora, venti ulteriori detenuti sono risultati coinvolti in episodi di vendita e approvvigionamento di sostanze stupefacenti. Da ultimo, il 31 ottobre 2025 sono stati individuati due detenuti rientranti dai permessi con, rispettivamente, 104,3 grammi di cannabis e 88,2, grammi di cocaina, suddivisi in quindici ovuli all'interno del proprio corpo, e 83 grammi di cannabis e 18,4, grammi di cocaina, suddivisi in dodici ovuli all'interno del proprio corpo, di cui otto nel lume gastrico e quattro nel lume dell'ampolla rettale. E il 19 novembre 2025 sono stati rinvenuti quattro involucri lanciati dall'esterno del carcere: uno all'interno del muro di cinta perimetrale del carcere, contenente 117,2 grammi di Hashish e 13,2 grammi di cocaina; due contenenti ciascuno un telefono Wiko munito di sim Wind; un quarto contenente un telefono Samsung privo di sim e 102 grammi di Hashish.
Inoltre, più detenuti risultano indebitamente utilizzare telefoni cellulari, con inserita una sim, per gestire le comunicazioni esterne anche funzionali all'attività delittuosa correlata all'approvvigionamento e alla vendita di droga, nonché per curare profili Tik Tok.
Sei detenuti, destinatari di atti di violenza e di minacce di morte anche con l'impiego di armi, hanno assunto atteggiamento di collaborazione con la Procura, denunciando le intimidazioni, le violenze e i soprusi patiti, nonché indicando i canali di introduzione e i soggetti che gestiscono l'attività correlata all'approvvigionamento e alla vendita di stupefacente. I detenuti vittima sono invitati a denunciare quanto accade all'interno della struttura carceraria pratese, tenendo conto che sussiste la possibilità di ricorrere ad appropriate misure di tutela nei loro confronti, come si è già provveduto a fare per coloro (i sei detenuti) che hanno fornito un concreto apporto alle investigazioni. Esigenze emerse dalle investigazioni espletate per contrastare il dilagare delle condotte delittuose emerse.
Le investigazioni espletate rivelano la necessità di munire la struttura carceraria pratese di telecamere e di reti anti lancio per tutte le finestre delle camere di detenzione occupate dai detenuti per neutralizzare l'impiego di droni con riprese continuative e ostacolare l'apprensione di plichi portati dai droni dalle celle, nonché di munire l'istituto di sistemi antidrone e di personale adeguato a garantire un compiuto servizio di vigilanza armata per prevenire il sorvolo degli stessi. Emerge, poi, l'esigenza di schermare la struttura in modo da impedire l'utilizzo della rete internet e di quella telefonica dall'interno della struttura carceraria. Inoltre, è emersa l'esigenza di sottoporre a controlli sanitari, con esami radiologici (lastre), i detenuti permessanti al rientro in carcere per neutralizzare l'impiego di detto canale per introdurre lo stupefacente.
I decreti di perquisizione e sequestro sono stati eseguiti da un contingente di circa 800 esponenti alle forze dell'ordine, costituito da appartenenti al Nucleo Investigativo Centrale e a numerosi Nuclei Regionali della Polizia Penitenziaria, oltre a quello toscano, al Provveditorato Regionale e al gruppo operativo mobile denominato Gom della citata Polizia Penitenziaria, alla Squadra Mobile di Prato coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo e dal Servizio di controllo del territorio di Roma, alla Guardia di Finanza (con militari provenienti da tutta la Toscana, oltre che da Prato) e all'Arma dei Carabinieri (con militari provenienti da tutta la Toscana, oltre che da Prato). Nel corso delle operazioni sono stati impiegati mezzi anti spurgo per verificare la presenza di congegni elettronici impiegati per mantenere contatti telefonici con l'esterno e undici cani dell'unità cinofila antidroga delle diverse forze di polizia che hanno eseguito i provvedimenti emessi dalla Procura.
Debitamente sollecitato dalla Procura di Prato, il Prefetto di Prato, con il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha predisposto misure ritenute idonee a salvaguardare all'esterno del carcere l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, affidata agli appartenenti al reparto operativo Gio della Polizia Penitenziaria e al Reparto mobile della Polizia di Stato, per un contingente complessivo di oltre sessanta soggetti.
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