Cellulari e stupefacenti nel carcere di Prato, chiusa la prima tranche di indagini: 33 indagati

Sono 41 gli apparecchi tra cellulari, microtelefoni e smartwatch trovati in uso ai detenuti nei reparti 'Alta Sicurezza' e 'Media Sicurezza'

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mercoledì 23 luglio 2025 09:48

Cellulari e droga nel carcere di Prato: si è conclusa la prima tranche delle articolate indagini ruotanti attorno alla struttura carceraria "La Dogaia", che la Procura di Prato definisce "caratterizzata da un pervasivo tasso di illegalità".

 

Come rende noto la Procura pratese, sono 33 gli indagati per i delitti di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, concretizzativi nella indebita introduzione e utilizzo di telefoni cellulari di diversi modelli e marche di ultima generazione, di microtelefoni di varie marche, di smartwatch, in molti casi risultati impiegati per mantenere i contatti con l'esterno, per un numero complessivo di 41 apparecchi e due ulteriori schede telefoniche, risultati impiegati nei reparti “Alta Sicurezza” e “Media Sicurezza” da parte di detenuti di nazionalità italiana, macedone, albanese, georgiana  e filippina, nonché di due detenuti (uno di nazionalità italiana e altro e altro di  nazionalità macedone) per due episodi di introduzione nello stesso di sostanze stupefacenti di tipo cocaina e hashish, occultati, in un caso, all'interno di contenitori di sugo di carne e, nell'altro, all'interno della camera di sicurezza. 

 

Continuano infatti i rinvenimenti di stupefacente nell'istituto penitenziario pratese. Quest'oggi è stato rinvenuto un ulteriore quantitativo di cinque grammi di hashish e cocaina, occultato all'interno di abiti, inseriti in un plico destinato a un detenuto, che si inserisce in una sequenza di rinvenimenti negli ultimi giorni. Il 19 luglio decorso, infatti, sono stati rinvenuti quaranta grammi di hashish in un frigo, e il 17  luglio sono stati trovati cinque grammi di hashish, suddivisi in dieci dosi, nella cella di un detenuto.  

 

Chiuse le indagini relative alla rivolta del 5 luglio 2025. La Procura ha proceduto alla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di nove detenuti di nazionalità albanese, marocchina, italiana e polacca per  aver partecipato alla rivolta verificatasi il 5 luglio, alla quale, rende noto la Procura, risulta aver partecipato anche il detenuto rumeno deceduto la scorsa settimana, il 18 luglio, all'interno della camera di  sicurezza, dove si trovava in regime di isolamento. Dalla Procura si apprende che l'uomo è deceduto per arresto cardiaco, come è emerso dall'esame autoptico effettuato. Gli accertamenti tecnici sulla causa della morte sono ancora in corso.  

 

 

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