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Ex Gkn, lo stabilimento sarebbe stato venduto a Marzo

Con una nota il collettivo Gkn rende nota la scoperta di Rsu e organizzazioni sindacali

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lunedì 21 ottobre 2024 18:41

La società ex Gkn di Firenze, oggi Qf, avrebbe già venduto lo stabile, ma non lo ha comunicato il 12 Marzo 2024. A renderlo noto è un comunicato del collettivo GKn. 

 

"Il fatto, clamorosamente sfuggito per mesi a ogni soggetto istituzionale, è stato da poco scoperto da Rsu e organizzazioni sindacali. L'atto di compravendita è del 12 marzo scorso. Mesi in cui l’assemblea permanente ha resistito, denunciando in continuazione proprio il pericolo di operazioni a sfondo immobiliare, con gli operai lasciati senza stipendio e un intero mondo solidale che – nel mezzo di un territorio alluvionato e devastato dal consumo del suolo – ha elaborato un piano di reindustrializzazione dal basso, teso alla conversione ecologica, ai diritti sociali, al benessere di questa stessa area geografica" si legge nella nota.
 

"Lo stabilimento, di cui da mesi il liquidatore Franchi (ricordiamo, nominato da Francesco Borgomeo) parla ossessivamente, continuando a chiederne una presunta “liberazione” senza mai chiarire cosa vuole farne, non è più della società che lui rappresenta già da sette mesi. Tutto quello che è accaduto in questi mesi, denunce, droni, ecc., è stato fatto con l’immobile già venduto. E non è stato venduto a qualcuno che passava per strada. È stato comprato da Tuscany Industry Srl (Ti) e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl (Sit)." 



"Tutte società che hanno ormai sede legale fuori dalla Toscana. Così come Qf, che domani comparirà di fronte alla Regione Toscana, ma ha spostato la propria sede legale a Roma. E per quanto è dato vedere dalla visura camerale, non ha più nemmeno una sede operativa" annuncia il collettivo.



"Se si tratta di un raggiro, coinvolge veramente tutti: lavoratori, territorio, Campi Bisenzio, Firenze, Toscana ma anche potenzialmente istituzioni e Tribunale del Lavoro. Non sappiamo, ad esempio, a che titolo oggi il liquidatore di Qf parli dello stabilimento o vi abbia acceduto finora, in alcuni casi addirittura coinvolgendo le forze dell’ordine".



M ai dubbi non si fermano qui.“Oltre che il problema del “chi” e del “come”, c’è anche il tema della tempistica che getta una ulteriore luce inquietante sull’intera vicenda dal punto di vista politico, sociale ma potenzialmente anche legale”.



"Il 12 marzo, giorno della vendita, si doveva tenere l’incontro al Mimit tra parti sociali e Qf. Avviene però un rinvio strano. Nella mail di convocazione ci sono tutti gli indirizzi aziendali, tranne quello del liquidatore Franchi. Un vizio di forma totalmente secondario, ma sufficiente perché il Mimit acconsenta al rinvio dell’incontro. I lavoratori percepiscono subito la gravità dell’accaduto, tanto che lo stesso giorno salgono per protesta sulla torre di illuminazione della Stazione di Santa Maria Novella."


"L’azienda ha bisogno di tempo per trascrivere l’atto di compravendita e sa che il 20 marzo 2024 si sarebbe dovuta tenere l’udienza in cui il Tribunale del Lavoro di Firenze avrebbe dovuto decidere sull’istanza di sequestro conservativo di tutti i beni mobili e immobili della società (e dunque anche dello stabile) proposta da 43 lavoratori a tutela dei propri crediti."
 

"L’udienza non si è potuta tenere: due giorni prima il liquidatore Franchi deposita istanza di ricusazione della giudice in questione, motivata da una “grave inimicizia della giudice nei confronti della società”.
 

"Il 22 marzo la compravendita è trascritta nei registri immobiliari, il bene non è più di QF ed è definitivamente sottratto alla richiesta di sequestro conservativo. L’istanza di ricusazione mossa verso la giudice verrà mesi dopo giudicata totalmente infondata."
 

 

"Il 26 marzo si tiene l'incontro al Mimit senza l’azienda. I sindacati chiedono al Mimit se abbia mai chiesto alla società cosa volesse fare dello stabilimento. Urso dice che convocherà l’azienda “per saperne le intenzioni”. Non se ne saprà più nulla."
 

"Quali erano i soggetti che già sapevano della vendita dello stabilimento? Chi ha ostinatamente attaccato l’azione dei lavoratori, della Rsu, delle organizzazioni sindacali, del Collettivo, volta a denunciare e sventare una possibile speculazione immobiliare, ha avuto una condotta banalmente faziosa o era pienamente consapevole di quanto stava accadendo? Siamo di fronte a una potenziale vendita simulata, nel tentativo di depauperare la società e impedire il pagamento degli stipendi dovuti? E come mai l’azione del Ministero (Mimit) appare così sincronizzata con i tempi della preparazione di questa vendita immobiliare?". Sono queste le domande, poste dalla Rsu ma anche evidentemente da un territorio, da una vertenza sociale, dall’intero azionariato popolare."



“Non ci sono più scuse. Si paghi subito tutto il dovuto ai lavoratori, si paghino immediatamente gli stipendi e Comune e Regione intervengano per sottrarre l’area a potenziali logiche speculative” così conclude il collettivo nella sua comunicazione.

 

Come riporta il Corriere Fiorentino, la vendita dello stabilimento è stata confermata dal liquidatore Gianluca Franchi, il quale però afferma che la cessione è avvenuta nell’ambito di una operazione “infragruppo” con l’obiettivo di raccogliere le somme necessarie al pagamento degli stipendi.

 

“Questa notizia ci coglie di sorpresa e ci preoccupa profondamente – ha commentato il Sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri –. Non eravamo a conoscenza di questa transazione, e ciò solleva seri dubbi sul futuro dell’azienda e, soprattutto, sul destino dei lavoratori e delle lavoratrici ancora impiegati da QF. Chiediamo a QF di chiarire immediatamente quali siano le intenzioni per il futuro di questo stabilimento e di assumersi le proprie responsabilità. La priorità assoluta - ha aggiunto il Sindaco - è quella di garantire i diritti dei lavoratori, compresa la tutela dei pagamenti degli stipendi, la dignità dei lavoratori non può essere messa in discussione e vigileremo affinché tutti i diritti economici vengano rispettati fino alla fine".

 

L’amministrazione comunale sottolinea, inoltre, la propria ferma volontà di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per tutelare il territorio e contrastare eventuali speculazioni. “Il nostro obiettivo è che quello stabilimento continui a essere un centro produttivo, a beneficio della nostra comunità. Non permetteremo che interessi puramente speculativi compromettano il futuro del territorio e i posti di lavoro”, ha concluso Tagliaferri.

 

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