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Agli Uffizi arriva il 'Ritratto del colonnello Arese Lucini in carcere' di Hayez

Il dipinto acquistato dalle Gallerie. In primavera inizierà un tour espositivo in vari luoghi della Toscana

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lunedì 02 gennaio 2023 09:47

Il "Ritratto del colonnello Arese Lucini in carcere" di Francesco Hayez arriva agli Uffizi. Il dipinto del pittore lombardo Francesco Hayez, che sul finire degli anni Venti dell’Ottocento ritrae il conte Francesco Teodoro Arese Lucini (Milano 1778-1836), militare napoleonico poi coinvolto nei moti risorgimentali, è visibile dal primo gennaio all’inizio del percorso degli Uffizi, in cima allo scalone lorenese.

 

Dopo un “tour” in vari comuni toscani, sarà permanentemente esposto nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. L’acquisizione del ritratto consente così alle Gallerie degli Uffizi di arricchire il proprio patrimonio. In questo dipinto emerge infatti la capacità di Hayez, tra i maggiori interpreti del Romanticismo italiano e internazionale, di esprimere, insieme, le speranze e le delusioni del Risorgimento italiano.


L’olio su tela si caratterizza per la sua carica rivoluzionaria: fu lo stesso Arese Lucini, “nobile gentiluomo”, come lo definì Hayez, che, da membro dell’aristocrazia, volle rompere le ingessate convenzioni della ritrattistica scegliendo di farsi raffigurare in catene (anche se al momento in cui il dipinto venne eseguito la pena si era effettivamente già conclusa). Si trattò, in tutta probabilità, di un tentativo di riscatto sociale, che il conte volle affidare al geniale tocco del pittore lombardo.


Ex colonnello napoleonico, il conte Arese aveva partecipato ai moti risorgimentali del 1820-21 finendo sotto processo e subendo due anni più tardi una condanna a morte. La pena capitale fu però convertita in tre anni di detenzione nel lugubre penitenziario austriaco dello Spielberg (lo stesso in cui Silvio Pellico scrisse il suo celebre diario, Le mie Prigioni), sui monti di Brno, dopo che, durante il processo, il conte colonnello aveva riferito alla corte tutto quello che sapeva degli altri accusati, giustificandosi con la propria presunta incapacità a mentire.


Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Arese, condannato per aver partecipato ai falliti moti anti-austriaci del 1820-21, rivelò i nomi dei cospiratori e di Federico Confalonieri, professando un’impossibilità di mentire che certo lo salvò dalla condanna a morte, ma non da anni di carcere durissimo che minarono gravemente la sua salute. Il dipinto riassume mirabilmente la vicenda e le ragioni del conte, ma soprattutto offre a Francesco Hayez, il più grande pittore del Romanticismo italiano, la possibilità di misurarsi con la psicologia del personaggio e di offrire una delle prove più alte della sua produzione pittorica. Le Gallerie degli Uffizi si arricchiscono così di un capolavoro riprodotto nei più importanti testi sull’Ottocento”.

 

 

 
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