Crisi climatica, 2025 da record in Toscana: raddoppiano gli eventi meteo estremi

Firenze tra le province più colpite

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martedì 30 dicembre 2025 11:20

Il bilancio del 2025 in Toscana restituisce l’immagine di un anno fortemente segnato dall’avanzamento della crisi climatica. A livello nazionale, la Toscana è tra le tre regioni più colpite dagli eventi meteo estremi, insieme a Lombardia e Sicilia. Con 41 casi registrati, la regione segna un aumento del 100% rispetto al 2024, quando gli eventi erano stati 21. Tra le province più colpite a livello italiano figurano Firenze, con 11 episodi, e Massa-Carrara, con 9.

 

A tracciare questo quadro è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che analizza i principali impatti della crisi climatica in Italia nel 2025: allagamenti da piogge intense, danni da vento, esondazioni fluviali, frane, temperature record, siccità e danni alle infrastrutture.

 

I dati nazionali confermano un trend ormai consolidato. Nel 2025 sono stati registrati 370 eventi meteo estremi con danni, il secondo valore più alto degli ultimi dieci anni, superato solo dal 2023, con un incremento del 4,3% rispetto all’anno precedente. A pesare sono stati soprattutto gli episodi di dissesto idrogeologico, come alluvioni e frane, ma anche le ondate di caldo record che hanno interessato la Penisola per diversi mesi. Rispetto al 2024 risultano in forte aumento le temperature record (+94,1%), le frane da piogge intense (+42,4%) e i danni da vento (+23,5%).

 

In Toscana, tra gli eventi più gravi del 2025, spicca quello del 14 marzo, quando un sistema temporalesco autorigenerante ha provocato piogge torrenziali e venti intensi, causando alluvioni diffuse e ingenti danni. In poche ore il suolo si è saturato, portando all’innalzamento dei corsi d’acqua e a numerose esondazioni. Le province più colpite sono state Firenze, Pisa, Prato e Livorno, con accumuli di pioggia superiori a quelli della storica alluvione del 1966. Oltre 200 persone sono state evacuate e più di 1.000 cittadini sono rimasti isolati, soprattutto nel Mugello e in Valdisieve. A Sesto Fiorentino, l’esondazione lampo del torrente Rimaggio ha causato danni gravissimi nel centro storico, da piazza del Mercato fino alla Pieve di San Martino.

 

All’inizio dell’anno eventi estremi hanno interessato anche l’Isola d’Elba. Il 13 febbraio un violento nubifragio ha provocato un’alluvione molto estesa, con danni significativi a Portoferraio e nelle aree limitrofe. Nello stesso mese si sono verificati allagamenti e frane anche a Massa, Carrara e Montignoso.

 

Nemmeno l’estate è stata risparmiata. Tra luglio e agosto si sono registrati allagamenti da piogge intense a Firenze, San Giuliano Terme e Arezzo, mentre la siccità prolungata ha causato episodi come la secca del fiume Pesa a Montelupo Fiorentino. Il 12 agosto Firenze è stata colpita da un’ondata di calore con 45 gradi percepiti. A fine agosto, forti venti hanno provocato danni a Prato, Grosseto e Pietrasanta, colpendo auto, strutture sportive e stabilimenti balneari.

 

Numerosi anche gli eventi dell’ultima parte dell’anno. Il 9 settembre Portoferraio è rimasta completamente bloccata dopo un nubifragio con picchi di 230 millimetri di pioggia all’ora; allagamenti si sono verificati anche a Massa, Carrara e Montemurlo, con danni ad abitazioni, ferrovie e sottopassaggi. Il 22 settembre una tromba d’aria ha colpito la Versilia, da Viareggio a Forte dei Marmi, danneggiando diversi stabilimenti balneari. In ottobre frane causate da piogge intense hanno interessato la Garfagnana e l’area di Massa, isolando temporaneamente 50 persone nella località di Forno. L’ultimo evento estremo dell’anno è stato registrato il 19 dicembre a Portoferraio, quando un violento temporale ha colpito il versante nord-orientale dell’Elba danneggiando numerose infrastrutture.

 

Il report segnala anche una crescente preoccupazione per le ondate di calore. Secondo il Copernicus Climate Change Service, il 2025 sarà con ogni probabilità il secondo anno più caldo mai registrato, a pari merito con il 2023, dietro solo al 2024. I dati ERA5 indicano che la temperatura media globale nel triennio 2023-2025 potrebbe superare per la prima volta il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi. In Toscana, secondo il Consorzio Lamma, l’estate 2025 è stata la quarta più calda dal 1955, con un’anomalia media di +1,5°C rispetto al periodo 1991–2020 e di +3,1°C rispetto al 1961–1990.

 

“Avrebbe dovuto essere un anno di transizione – dichiara Fausto Ferruzza – invece ci troviamo di fronte a un altro anno record, segnato da eventi estremi e danni difficilmente stimabili. Questo deve spingerci ad attuare politiche di adattamento urgenti e incisive, a partire dall’arresto del consumo di suolo e dal ripristino degli ecosistemi”.

 

Secondo Legambiente, nonostante la disponibilità di dati sempre più precisi, in Italia le azioni di adattamento restano spesso frammentate e non coordinate, anche per carenze nella governance nazionale. In un contesto in cui, secondo uno studio dell’Università di Mannheim, i danni causati nel 2025 da ondate di calore, siccità e alluvioni ammontano a 11,9 miliardi di euro, destinati a salire a 34,2 miliardi entro il 2029, appare sempre più urgente dare piena attuazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, approvato a fine 2023 ma ancora privo di risorse dedicate.

 

 

 
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