La Cicogna del Meyer compie 30 anni e festeggia con gli ex bambini che furono trasportati dal servizio
Sara, oggi trentenne, fu la prima piccola paziente del trasporto protetto neonatale del Meyer
venerdì 21 novembre 2025 11:48
Trenta candeline per la Cicogna del Meyer, il servizio di Trasporto protetto neonatale.
La Cicogna compie 30 anni e festeggia chiamando a racconta alcuni dei “suoi” ex bambini. I piccoli pazienti, ormai cresciuti, sono stati infatti chiamati a prendere parte al convegno organizzato per celebrare l’importante traguardo. Nella sua lunga attività, il Trasporto protetto neonatale del Meyer – affettuosamente ribattezzato la cicogna del Meyer - ha fatto viaggiare in sicurezza più di 5600 neonati in emergenza e altri 870 che non necessitavano di cure immediate, ma comunque specialistiche.
La ricorrenza cade in una data particolarmente significativa: il 20 novembre, Giornata mondiale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. “Anche con la Cicogna la Toscana è stata pioniera – ricorda il presidente della Toscana Eugenio Giani -. La Toscana è stata infatti tra le prime regioni in Italia ad istituire questo servizio. La sanità – aggiunge – è una macchina complessa: una buona sanità pubblica deve essere diffusa ma anche contare su eccellenze ed investirvi nel tempo. Le nostre punte di diamante sono alcuni grandi ospedali e le aziende ospedaliero universitarie: il Meyer è sicuramente un’eccellenza nell’assistenza pediatrica”.
La nascita del servizio. Il 20 novembre 1995 il servizio dedicato ai piccolissimi entrò in funzione nella Regione Toscana per la prima volta nell'Area fiorentina e la gestione fu affidata all’ospedale pediatrico fiorentino. La prima chiamata arrivò per la piccola Sara, due giorni dopo. La Toscana è stata una delle prime regioni in Italia ad attivare questo con lo scopo di spostare in sicurezza i neonati che per qualsiasi motivo abbiano necessità di essere trasferiti dal punto nascita ai centri di livello assistenziale superiore. Oggi il Trasporto protetto neonatale della Regione Toscana è parte della rete dei Servizi di trasporto di emergenza neonatale (STEN) italiani: attualmente sono operativi 55 servizi STEN in Italia, con copertura quasi completa del territorio nazionale.
Il trasporto neonatale protetto del Meyer è un servizio di emergenza gestito da un'équipe medico-infermieristica specializzata che interviene 24 ore su 24 per trasferire i neonati critici dagli altri punti-nascita dell'area centro alla Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell'ospedale pediatrico fiorentino. Il servizio, come spiega il Meyer, utilizza apparecchiature all'avanguardia, che permettono di iniziare e continuare le terapie necessarie già durante il viaggio, garantendo al neonato un ambiente protetto e stabile e la possibilità di ricevere assistenza medica continuativa. L'incubatrice, ad esempio, non è solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio "reparto in movimento": è dotata infatti di sistemi avanzati per il supporto vitale, come la terapia respiratoria e nutrizionale. Tutte le strumentazioni e i macchinari presenti a bordo delle ambulanze sono progettati per offrire il massimo comfort al neonato, ricreando un ambiente simile a quello materno, con materassini speciali e tessuti antibatterici. Anche le autoambulanze vengono allestite in modo sicuro da associazioni del volontariato convenzionate, che forniscono anche un autista e un barelliere formati.
Per celebrare l’importante ricorrenza, è stato organizzato un convegno, un momento di incontro per tutti coloro che, ogni giorno, contribuiscono a far funzionare questo servizio così importante. Ad aprire la giornata dei lavori, organizzata al Meyer Health Campus con il sostegno della Fondazione Meyer, sono stati il dottor Paolo Morello Marchese, Direttore generale dell’AOU Meyer IRCCS e il Professor Carlo Dani, responsabile della Rete neonatologia regionale Toscana e il dottor Armando Cuttano, Presidente regionale della Società Italiana di Neonatologia. Tanti gli interventi in programma, oltre a quello del dottor Marco Moroni, responsabile del servizio di trasporto di emergenza neonatale dell’Area Vasta Centro, Regione Toscana. Se la mattinata è stata dedicata ad approfondire tematiche squisitamente cliniche, il pomeriggio sarà all’insegna della condivisione. Saranno consegnate pergamene di ringraziamento alle associazioni di volontariato come l’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, la Confraternita di Misericordia Campi Bisenzio, la Croce Rossa Italiana Comitato di Bagno a Ripoli e la Croce Rossa Italiana Comitato di Incisa val d'Arno.
Delle pergamene ricordo saranno consegnare anche ai primi ex pazienti che furono trasportati dal servizio. Tra loro, Sara, la pima piccola in assoluto a usufruire del servizio e due gemelle che affrontarono il trasporto in una giornata di neve.
Patrizia è la mamma di Sara, la prima bambina portata al Meyer dalla Cicogna. Il parto avvenne all’ospedale di Pistoia, la piccola era molto prematura (era nata alla ventiquattresima settimana) e a due ore dalla nascita, fu deciso il trasferimento. Alla Tin del pediatrico fiorentino rimase ricoverata sei lunghi mesi, ma aveva la stoffa della lottatrice e presto fece ritorno a casa. “Mi fa piacere che il Meyer si sia ricordato di lei” spiega la mamma.
Anche Mamma Donatella ricorda molto bene il pomeriggio del 13 dicembre del 1995. Le sue piccole, Debora e Serena, erano appena nate, ma la seconda pesava soltanto 1 chilo e 300 grammi. Per questo i medici dell’ospedale di Pistoia decisero che era necessario ricorrere alle cure specialistiche del Meyer di Firenze. A prendersi cura delle gemelle, nel viaggio tra le due città, ci pensò il servizio di trasporto neonatale appena inaugurato. Non fu un’impresa facile per gli autisti perché quel pomeriggio cominciò a nevicare con una certa intensità, ma le bambine arrivarono felicemente a destinazione per essere affidate alle cure degli specialisti della Tin, la Terapia intensiva neonatale. “Purtroppo – racconta la mamma – non mi fu possibile seguire le mie figlie, perché dopo il cesareo perché presi la bronchite e mi tennero ricoverata per una settimana”. A occuparsi delle piccole, anzi piccolissime, fu quindi il papà. “Alla Tin del Meyer ci siamo trovati molto bene – ricorda ancora mamma Donatella – anche se era ancora un reparto piccolo e c’erano pochi bambini”. Debora, che pesava 1 chilo e nove, rimase ricoverata venti giorni, Serena invece potò fare ritorno a casa solo dopo 40 giorni. Oggi sono due bellissime ragazze di trent’anni.
