Diabete, al Meyer in tre anni raddoppiati i casi di tipo 2
L'ospedale pediatrico si illumina di blu in occasione della Giornata Mondiale del Diabete
venerdì 14 novembre 2025 11:02
Le giraffe del parco del Meyer - insieme alla Hall serra dell’ospedale e al Family Center - si tingono di blu, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, per tornare a puntare l’attenzione su questa patologia cronica che rappresenta una delle emergenze sanitarie della nostra epoca. E dagli esperti dell’IRCCS arriva l’allarme: si assiste ad un aumento preoccupante anche del diabete di tipo 2, fino a qualche anno fa assente in età pediatrica.
Attualmente la diabetologia del Meyer segue 1400 pazienti da zero a 18 anni, dei quali circa 800 con diabete di tipo 1. Ma i pazienti con diabete di tipo 2, prima eccezionali, stanno aumentando e questo rappresenta “un’emergenza nell’emergenza”.
“Purtroppo da qualche anno assistiamo a questo trend in costante aumento – spiega il dottor Lenzi, Responsabile facente funzione della Diabetologia del Meyer – I numeri di nuovi casi sono raddoppiati in soli tre anni, in conseguenza purtroppo degli stili di vita sempre più sedentari e della difficoltà ad effettuare scelte alimentari sane e consapevoli. Attualmente al Meyer sono in cura 50 tra bambini e ragazzi con questa patologia”. In questi casi gli approcci terapeutici sono anzitutto educativi e solo in seconda battuta farmacologici.
Diverso è il caso del diabete tipo 1, dove fortunatamente i progressi della ricerca schiudono nuovi orizzonti terapeutici. Sono già 2 i pazienti trattati con successo all’IRCCS fiorentino con le infusioni di teplizumab, un anticorpo monoclonale che permette di ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1, perché agisce sul sistema immunitario rallentando la distruzione delle cellule beta. Il diabete mellito di tipo 1, infatti inizia mesi, anni, prima della comparsa dei sintomi tipici dell’esordio della malattia. Nel sangue, infatti, si ritrovano anticorpi che sono espressione dell’aggressione autoimmune che l’organismo attua verso le cellule del pancreas che producono insulina (cellule beta). Sono molte decine, circa 80, i bambini monitorati dalla Diabetologia per valutarne l’eligibilità al trattamento. Infatti Fin dal 2009 la Diabetologia del Meyer ha studiato e raccolto una casisitica di bambini e adolescenti positivi agli anticorpi anti beta cellula: vengono reclutati in quanto soggetti a rischio ed è stato predisposto un database di oltre 100 pazienti con queste caratteristiche. Da questo archivio vengono individuati i soggetti che rispondevano ai criteri per il trattamento con teplizumab.
L’altro fronte che vede il Meyer in prima linea è quello della prevenzione. Negli ultimi 5 anni sono 6mila gli insegnanti formati alla gestione di alunni con diabete, 450 gli iscritti solo all’ultimo corso. Sono invece oltre 150 i bambini e ragazzi, a volte con l’intera famiglia, che ogni anno partecipano ai campi scuola: si tratta di una risorsa importante attivata dalla Regione Toscana. Lo scorso anno ne sono stati organizzati 10 sul territorio regionale, tra quelli per nuclei familiari con i bambini più piccoli, e quelli per adolescenti e preadolescenti. Si tratta di occasioni preziose per imparare, con l’aiuto di medici e psicologi - ma anche di tutor adolescenti formati allo scopo - a gestire questa patologia cronica e superare i problemi di convivenza. Il tutto in contesti, come i campeggi, in cui il contatto con la natura favorisce la promozione di stili di vita salutari e attivi.
Il diabete mellito è la malattia cronica più frequente in età pediatrica e purtroppo spesso è diagnosticata in ritardo con gravi rischi per il bambino. Il diabete tipo 1 è una forma di diabete dovuta alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina (perciò è detto “insulino-dipendente”). Tra i sintomi di esordio, il fatto che il bambino urini spesso (poliuria), beva più del solito (polidipsia), si svegli di notte per bere e urinare, riprenda a bagnare il letto (enuresi), abbia più fame del solito (polifagia) ma dimagrisca, mostri stanchezza e meno energie (astenia), e la possibile presenza di infezioni nell’area genitale a causa della perdita di zucchero con le urine. Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita. In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo: se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al pronto soccorso. Questo quadro iniziale infatti può evolvere rapidamente verso la chetoacidosi, che può portare al coma.
