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Firenze, al Museo Sant'Orsola l'installazione che gioca con la moda

Si chiama 'Let's plAI' e verrà esposta in occasione di Pitti Uomo

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lunedì 03 giugno 2024 11:15

Let’s plAI: è un gioco di parole il titolo dell’installazione sviluppata da Accademia Italiana in collaborazione con Fabio Viola, pioniere della gamification, in occasione di Pitti Immagine Uomo 106: per tutta la durata della fashion week fiorentina (11-14 giugno 2024), gli spazi del Museo Sant’Orsola, ex monastero al centro di un imponente piano di rigenerazione urbana, ospiteranno i progetti realizzati da oltre 100 studenti internazionali.

 

Un’esperienza immersiva che gioca con la moda attraverso quattro “stanze” successive: il vernissage su invito è in programma martedì 11 giugno alle ore 18.30 alla presenza del country manager del gruppo AD Education Alessandro Colombo e di Fabio Viola, mentre il percorso sarà aperto al pubblico dal 12 al 14 giugno (ingresso libero da via Panicale 8/C, in orario 10-15).

 

I progetti degli studenti sono suddivisi in 4 aree tematiche (Fashion, Design, Fotografia, Graphic Design) e sono frutto di un progetto didattico complesso elaborato da Fabio Viola per Accademia Italiana: una collaborazione trasversale per sedi e dipartimenti durata sei mesi, in grado di coinvolgere oltre 100 studenti. Minimo comun denominatore: la matrice ludica. Ogni stanza sarà scenografia di una videoinstallazione a cura di Loredana Antonelli, artista multimediale e performer, sonorizzata da Lady Maru, dj techno e producer. In mostra anche 24 capi selezionati tra le collezioni realizzate dagli studenti di Fashion Design.

 

“Accademia Italiana è una Babilonia contemporanea – dichiara Alessandro Colombo - una realtà multidisciplinare e multiculturale, con oltre 70 nazionalità rappresentate. Il tema del gioco riporta tutti, con le loro diversità, a una necessità ancestrale che è quella appunto di ‘giocare’. Attività nobile e di grande valore che conduce il progetto a un livello più ampio di comprensibilità, oltre le barriere linguistiche e culturali. Ma è anche un messaggio che vogliamo condividere in un momento storico complicato, un invito a giocare di più per comprendersi meglio”.

 

“Il gioco – spiega Viola - ha da sempre rappresentato un momento cruciale nell’evoluzione culturale e sociale dell’umanità.  Dopo un percorso millenario il gioco è diventato culturalmente centrale nei processi del XXI secolo in cui ciascuno di noi è chiamato a diventare ‘game designer’, partecipante attivo e creativo al gioco della vita. Il termine inglese PLAY incarna con la sua polisemia l’ampio spettro di pratiche, estetiche e teorie che il (video)gioco sta trasferendo nella vita di miliardi di persone nel mondo che si aspettano di ritrovare nei prodotti, processi e servizi quel senso di coinvolgimento sperimentato nelle sessioni di gioco”.

 

Fabio Viola ha lavorato per multinazionali del videogioco su titoli come Fifa, The Sims e Crash Bandicoot, prima di diventare uno dei guru della gamification. Insegna in numerose università e accademie e recentemente ha ottenuto la cattedra New Media alla Scuola Internazionale di Cinema di Cuba. E’ autore di diversi saggi come “L’Arte del Coinvolgimento” (Hoepli) e il recente “GameDesigner” (Franco Angeli). Negli ultimi anni ha unito due mondi apparentemente distanti, l’arte e i videogiochi fondando il collettivo di artisti TuoMuseo, che ha prodotto videogiochi culturali come Father and Son per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, elaborato la strategia PlayAlghero e curato la mostra “PLAY - Videogiochi, Arte e oltre” presso la Reggia di Venaria Reale.  E’ attualmente curatore linguaggi interattivi per Museo Nazionale del Cinema di Torino e curatore area videogiochi per Lucca Comics & Games.

 

 

 
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