Strage Georgofili, due opere distrutte dalla bomba ‘riportate in vita’ e in mostra agli Uffizi
‘Il Concerto’ e ‘I giocatori di Carte’ sono tra le più importanti ‘vittime d’arte’ dell’attentato mafioso che devastò parte della Galleria
venerdì 24 maggio 2024 11:46
Due capolavori “riportati in vita” dopo la distruzione causata dalla bomba mafiosa della strage dei Georgofili diventano i protagonisti di una mostra-monito simbolicamente organizzata dagli Uffizi nella 31esima ricorrenza dell’attentato che strappò la vita a cinque persone, danneggiando gravemente decine di opere e parte della stessa Galleria.
I dipinti al centro dell’esposizione, offerti alla visione del pubblico insieme alle loro copie d’epoca (il cui studio e osservazione sono state fondamentali per consentirne il restauro) portano la firma del pittore caravaggesco seicentesco Bartolomeo Manfredi: si tratta delle grandi tele del “Concerto” e dei “Giocatori di carte”: la prima sottoposta ad intervento e parzialmente recuperata già pochi mesi dopo la strage nel 1993; la seconda è stata oggetto di una speciale operazione realizzata proprio in occasione della ricorrenza della strage nel 2018.
Entrambi i quadri si trovavano collocati, insieme all’altro grande capolavoro danneggiato dalla bomba e restaurato negli anni Novanta “L’Adorazione del Bambino di Gherardo delle Notti”, lungo lo scalone di accesso al Corridoio Vasariano: l’impatto dell’esplosione dei 277 chili di tritolo fu tale da distruggere ampie porzioni del muro esterno e disintegrare quasi del tutto gli stessi dipinti. Ma nelle ore successive all’attentato, con pazienza certosina, migliaia di frammenti delle tele furono raccolti, catalogati e messi da parte con cura: vennero in seguito utilizzati ricomporre, come in un puzzle, la parziale integrità dei capolavori distrutti dalla mafia.
La mostra sarà visibile dal 26 maggio al 28 luglio, al piano terreno della Galleria, in un’ampia sala collocata all’inizio del percorso di visita. Ad affiancarla, la proiezione di un videodocumentario con le testimonianze d’epoca dei vigili del fuoco che prestarono i primi soccorsi, e dei lavoratori del museo che intervennero la notte stessa della bomba per cercare di limitare i danni arrecati dall’esplosione.
“Ricordare il gravissimo attentato mafioso del 1993 è un dovere civico di tutti, a partire dal museo che di quell’attentato fu vittima, insieme a cinque persone innocenti – ha affermato il direttore degli Uffizi, Simone Verde - Per questo appena entrati in Galleria, tutti i visitatori, anche coloro che mai hanno saputo cosa accadde nel 1993, grazie a questa mostra avranno modo di apprenderlo. Non solo. Esporre i due capolavori strappati alla devastazione di quello che fu senza dubbio uno dei capitoli più bui della storia repubblicana, infonde in chi guarda un messaggio di forte determinazione civile per il futuro”.