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Gkn, è il giorno dello sciopero. Il grido 'Insorgiamo' arriva in piazza Santa Croce

Lo sciopero generale territoriale a sostegno della vertenza Gkn. Dalla piazza è partito un corteo

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lunedì 19 luglio 2021 09:52

Sono da poco passate le 9.30 quando si sentono i tamburi. Dal lato di piazza Santa Croce, dietro lo striscione della Collettivo di fabbrica, e tenendo alta la parola che accompagna fin dall'inizio la loro lotta, "Insorgiamo", sono arrivati i lavoratori e le lavoratrici della Gkn. 

 

Fumogeni, tamburi, cori, il serpentone entra in piazza facendosi sentire, fa il giro di piazza Santa Croce, in mezzo agli applausi, e arriva davanti al palco. In piazza ci sono migliaia di persone. 

 

Dopo gli interventi dei rappresentanti sindacali  Cisl e Uil, accompagnati da qualche fischio, prende la parola Dario Salvetti, delegato RSU Gkn. "Sono dovuti scappare un venerdì mattina con uno stratagemma, come ladri, con un permesso collettivo dicendoci che c'era un lieve calo del lavoro, e che potevamo avere l'anno prossimo problemi a collocare 15-20 persone. E quando la regione li chiamava al tavolo di crisi dicevano non siamo in crisi, perché ci chiamate? Ma non voglio piú parlare di uesta gente, non si contesta la natura di un avvoltoio, si va avanti, perché per chiuderci così hanno calcolato tutto, devo fargli i complimenti, e siamo ancora dentro al loro calcolo, hanno calcolato le parole di indignazione, ma forse non avevano calcolato che noi entrassimo in fabbrica, e che ci fosse uno sciopero generale, in una piazza così piena. Ma ci hanno studiato, hanno pensato che ci sarebbero stati il Mise, le belle parole, la solidarietà, e finché siamo nel loro calcolo siamo solo un numero, ma io un numero non voglio esserlo".

 

"Continuiamo a chiedere il ritiro dei licenziamenti a Melrose e Stellantis, che indirettamente è responsabile, ma la domanda è, cosa succede se non li ritirano?Diciamo a questo governo, per cui non simpatizziamo, che di fronte a una fabbrica chiusa noi abbiamo detto no. Potremo farla partire in qualsiasi momento facendola funzionare meglio di prima, noi la abbiamo fermata con gli strumenti che avevamo ma alle istituzioni chiediamo, voi che strumenti avete per fermare la delocalizzazione? Se siete impotenti, allora siete complici, perché a un certo punto impotenza e complicità coincidono. Se non ti attrezzi per diventare potente diventi complice. Tutto il territorio, che ci ha abbracciato, non si può permettere di restare nel loro calcolo. Noi abbiamo accolto tutti e continuiamo ad accogliervi,  con una certezza: quella mail l'ha mandata Melrose ma si compone di tutte le leggi del lavoro di questi anni".

 

"Noi siamo fragili, la nostra è una rabbia che mescola commozione e fragilità, ogni tanto ci mettiamo a piangere e non sappiamo neanche se per rabbia o per disperazione. Proveremo a resistere in tutti i modi, saremo lì finché ce ne sarà, ma la partita non si gioca solo alla Gkn. A un certo punto ci metteranno davanti alla scelta tra i soldi o la disoccupazione. Noi siamo Electrolux, Baekart, Termini Imerese, siamo i minatori sardi, siamo Fiat, la nostra chiusura dice  cosa Stellantis vuole fare in altri stabilimenti. Non ci illudiamo si essere più bravi di quelli che ci hanno preceduto, e se altri hanno fallito lo faremo anche noi, saremo diversi solo se saremo uguali, se ce li porteremo tutti con noi. L'impegno che ci prendiamo è di provarle tutte, ma l'unica cosa che non vogliamo è perdere la dignità perché se ci tolgono quella hanno vinto. Ma una legge che toglie quella non l'hanno ancora fatta.  Sarebbe clamoroso se chiudeste questa vertenza offrendoci gli ammortizzatori, fatemi capire, se un disoccupato chiede il reddito di cittadinanza è un mantenuto ma se un lavoratore chiede il posto si lavoro per non fare il mantenuto?".

 

"Vorrei che fossimo come nelle nostre assemblee, mi rivolgo ai colleghi e ai compagni, come delegato sindacale mi scuso con voi, abbiamo provato in questi 3-4 anni a vincolarli ma non ce l'abbiamo fatta. Raccontiamo le nostre storie, quella del disoccupato con la moglie incinta, ma non sono diverse da quelle del milione di posti di lavoro persi durante la pandemia, se non capiamo questo ci sarà divisione tra noi e gli altri lavoratori andati a casa in silenzio. E il nostro slogan infatti è Insorgiamo, uno slogan della Resistenza. Entriamo in piazza con l'Anpi e la bandiera originale della brigata Sinigallia, perché i ventenni bui capitano nella storia ma c'è in giorno in cui finiscono, non so se il giorno è oggi, ma so che dobbiamo insorgere. Suoniamo la Martinella e diciamo che entriamo in guerra. Insorgiamo insieme".

 

Salvetti dà poi appuntamento per una mobilitazione nazionale direttamente alla Gkn, sabato mattina. Gli applausi, e il coro nessuno ferma la lotta operaia accompagnano la fine del suo intervento.

 

Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze): “E’ stato perpetrato un atto di violenza inaudita non solo verso i lavoratori e le lavoratrici della Gkn, ma anche verso un’intera comunità e verso le istituzioni che la rappresentano. E oggi la piazza di Firenze ha dato una risposta importante fatta di lotta, mobilitazione e solidarietà, per questa e per tutte le altre tante vertenze, e così si andrà avanti. Abbiamo bisogno che la politica si riappropri del proprio ruolo, non è possibile che un qualsiasi amministratore delegato conti più dell’interesse generale. Si può fare: lo ha dimostrato il sindaco di Campi Bisenzio firmando un’ordinanza che prima ancora che un atto amministrativo è un atto politico, di chi sceglie da che parte stare”.

 

Dopo gli interventi di lavoratrici e lavoratrici di altri settori, dal turismo al cementificio Testi, dalla piazza è partito un corteo verso il lungarno, guidato dal Collettivo di fabbrica Gkn. Senza mai smettere di cantare. 

 

"La dignità non ce la toglie nessuno. Dobbiamo continuare così, per Firenze è nuovamente suonata la Martinella. E deve suonare per tutto il paese. Godiamoci l'ultimo pezzo di corteo, belli come il sole, cantiamo, suoniamo, facciamogli vedere, a chi ci ha messo nei guai, che il sorriso non ce lo legano", ha detto Matteo Moretti, Rsu, dal centro del corteo. 

 

Il corteo ha percorso tutto il lungarno della Zecca, riversandosi su Pecori Giraldi, per poi terminare nel giardino sull'Arno. 

 

La mattinata di mobilitazione era iniziata prima delle 9, con piazza Santa Croce che già si stava riempiendo di striscioni e bandiere. I gonfaloni dei comuni, in tanti quelli che hanno aderito, schierati di fianco al palco montato davanti alla Basilica. Molti i sindaci del fiorentino presenti in piazza, tra cui quello di Campi Bisenzio, dove ha sede lo stabilimento Gkn, Emiliano Fossi e il sindaco di Firenze Dario Nardella. Presente anche il presidente della Regione Eugenio Giani. In piazza anche la 'bandiera' viola Giancarlo Antognoni. 

 

Dal palco si sono alternati gli interventi della mattinata di mobilitazione, di lavoratori e lavoratrici, insieme a quelli della segretaria generale di Cgil Firenze Paola Galgani (l’ultima a parlare), del segretario generale di Cisl Firenze-Prato Fabio Franchi e del coordinatore Uil area fiorentina Leonardo Mugnaini.

 

Lo sciopero generale territoriale, dell'area metropolitana di Firenze e della provincia di Prato, indetto da Cgil Cisl e Uil, ha portato in piazza lavoratori e lavoratrici di tante realtà locali, dal pubblico al privato, in sostegno di chi venerdì 9 luglio ha ricevuto una mail che annunciava l'inizio della procedura di licenziamento.

 

È quanto successo a 422 lavoratori dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio (ma il numero delle persone su cui si ripercuote la decisione aziendale supera 500).Da quel giorno la solidarietà del territorio non si è fermata, e soprattutto non si sono fermati loro, lavoratori e lavoratrici Gkn, che non hanno mai lasciato la fabbrica.

 

"Siamo in fabbrica, questa è casa nostra, e da qua non ce ne andiamo, e da qua non uscirà una vite", hanno ribadito attraverso un messaggio lanciato dalla pagina Facebook del Collettivo di fabbrica. Chi ha portato pasti, chi acqua, chi vino, chi anche 'solo' sostegno al presidio oltre i cancelli della Gkn, politici compresi, con i sindaci della Città Metropolitana e il presidente della Regione, che si sono recati allo stabilimento nelle ultime due settimane.

 

Oltre al sostegno, agli amministratori locali i lavoratori chiedono fatti. "Le istituzioni ci hanno risposto con parole apparentemente determinate, ma alle parole devono seguire i fatti, e se non ci sono strumenti legislativi per far sì che questa fabbrica non chiuda, evidentemente questi strumenti si dovranno creare".

 

Oggi una parte di Firenze si ferma per la Gkn, e scende in piazza.

 

 

Irene Grossi 

 

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