Usura e minacce, scattano tre misure cautelari

Una donna ha collaborato con gli inquirenti dopo le intimidazioni ricevute

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martedì 07 ottobre 2025 17:38

In accoglimento della richiesta predisposta dalla Procura di Prato, il Giudice per le indagini preliminari di Prato ha emesso tre ordinanze di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di tre persone. Si tratta di un 42enne cinese, pregiudicato, al quale ha applicato gli arresti domiciliari (già condannato a dieci anni di reclusione, in via definitiva, per il tentato omicidio, commesso il 29 aprile 2015, in via Cavour nel cuore della Chinatown pratese, ricollegato alla mancata restituzione di somme di denaro, derivanti da forniture di stupefacenti, e porto di armi, e asseritamente coinvolto il 29 agosto 2022 in una sparatoria verificatasi all'interno di un locale in via dei Confini), e di due cittadini cinesi, rispettivamente, di 47 anni e di 46 anni, ai quali ha applicato il divieto di dimora nelle province di Prato, Pistoia e Firenze.

 

I reati sono stati commessi ai danni di una donna di 33 anni nata nella regione dello Zhejiang in Cina, che aveva aperto una stireria nell'aprile del 2023 assieme al marito, che ha deciso di collaborare con gli inquirenti, a partire dal 12 giugno 2025, denunciando il prestito ricevuto a condizioni usurarie per rinnovare le attrezzature dell'attività svolta e le intimidazioni subite dai destinatari della misura per ottenerne la restituzione. L'usura contestata ruota attorno a un prestito cosiddetto a fermo di 20mila euro, erogato nell'aprile 2024, con interessi che sono giunti sino a quasi il 300% annuo.

 

La pretesa restitutoria prevedeva un obbligo del pagamento di interessi di 2mila euro mensili, da parte della persona offesa, sino alla restituzione integrale dell'ammontare dell'intera somma capitale, con trattenuta iniziale di 2mila euro e con rinegoziazione nel marzo 2025. Risultano, spiega la Procura, effettivamente elargite dazioni mensili di 2mila euro sino al novembre 2024, con corresponsione successiva di 6mila euro in contanti fra febbraio e marzo 2025 e la consegna di monili in oro per un valore di circa 5mila euro, con rinegoziazione, accompagnata da contestuale redazione di una scrittura privata attestante il riconoscimento di debito, in data 14 marzo 2025, indicazione di nuovo prestito pari a 382.500 yuan (corrispondenti a 45mila euro), dei quali 76.000 (corrispondenti a 9mila euro) da restituire entro il 23 marzo 2025, e il saldo per i restanti 306.500 yuan da restituire entro il mese di dicembre 2025, con richiesta finale della ulteriore somma di 10mila euro, avanzata nel maggio 2025.

 

Le richieste di restituzione sono risultate accompagnate, almeno a far data dal novembre 2024, da "gravi minacce di morte dirette nei suoi confronti e dei propri bambini", secondo la ricostruzione dei fatti recepita dal giudice. La 33enne sarebbe stata rinchiusa in una stanza della base logistica gestita dal 42enne, che le avrebbe detto che "non avrebbe più potuto vivere a Prato costringendola a firmare un riconoscimento di debito con la minaccia di ucciderla unitamente ai propri figli". Ulteriori intimidazioni le sono state rivolte nei pressi della propria abitazione.

 

L'esecuzione delle misure è stata delegata alla Squadra Mobile della Questura di Prato, che sta effettuando le perquisizioni personali e locali. "Si segnala l'importanza della collaborazione e si invitano le persone offese a rivolgersi quest'ufficio e alle forze dell'ordine per denunciare i soprusi patiti, segnalando che sussiste la possibilità di tutelare coloro che sono vittime di sfruttamento e prevaricazione", conclude la Procura.

 

 
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