Terrorismo internazionale, la DIGOS di Firenze arresta un 15enne

Avrebbe tentato di arruolare adepti. Nel cellulare video in cui minacciava atti di violenza

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martedì 07 ottobre 2025 16:23

Questa mattina, in provincia di Siena, la DIGOS della Questura di Firenze e la Stazione dei Carabinieri di Montepulciano hanno dato esecuzione alla misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal G.I.P. del Tribunale per i Minorenni di Firenze, dott.ssa Maria Serena Favilli, su richiesta del Procuratore della Repubblica, dott.ssa Roberta Pieri, e del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il medesimo Tribunale, dott.ssa Giuseppina Mione, nei confronti di un ragazzo tunisino di 15 anni, indagato per i reati di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e per porto di armi o oggetti atti ad offendere.

 

L’attività d’indagine è nata nel dicembre 2024, a seguito di un intervento dei militari della Stazione di Montepulciano che, dopo una segnalazione di allontanamento del ragazzo da parte del padre, dopo neanche due ore lo hanno trovato mentre vagava nella periferia di Montepulciano. In quella circostanza il minore, oltre ad essere stato trovato in possesso di un coltello a scatto, avrebbe manifestato simpatie per il terrorismo islamico. Tale circostanza ha condotto al sequestro del cellulare del ragazzo, la cui analisi è stata delegata alla DIGOS di Firenze.

 

Dall’attività degli investigatori dell’Antiterrorismo Internazionale della DIGOS fiorentina è emerso "un quadro altamente sintomatico di un percorso di radicalizzazione del ragazzo attraverso il web", spiega la Questura fiorentina. La forte attrazione per la tematica jihadista sarebbe emersa, in primis, dalle numerose ricerche da lui effettuate su web per informarsi sul jihad, su vari tipi di armi, su come raggiungere la Siria e, perfino, su come costruire una bomba. Tali simpatie lo avrebbero reso facile esca di un’attività di indottrinamento ed arruolamento giunta fino alla prestazione del giuramento e compiuta attraverso l’utilizzo di piattaforme di messaggistica che garantiscono un alto tasso di anonimato.

 

Inoltre il minore, dopo aver prestato giuramento all’organizzazione descritta dall’adescatore come “gruppo di musulmani provenienti da tutto il mondo che mirano a sostenere i nostri fratelli oppressi in Palestina, Siria, e persino i nostri fratelli uiguri in Cina”, per accelerare il processo di affiliazione e accreditarsi maggiormente all’interno del gruppo, si sarebbe reso stesso lui artefice di tentativi di arruolamento di altre persone.

 

Nel cellulare del minore sarebbero stati trovati video in cui il giovane, con il volto travisato da un passamontagna, in nome di Allah, minaccerebbe il compimento di gravi azioni di violenza contro i “miscredenti”. Il G.I.P., mediante l’applicazione della misura cautelare del collocamento in comunità, ha inteso "impedire il rischio di reiterazione di reati della stessa specie, atteso che il minore ha subito gli effetti di un indottrinamento di matrice terroristica in una fase delicata del suo sviluppo, con il concreto pericolo che l’indagato, intensificando la sua “radicalizzazione”, possa compiere atti di violenza a carattere dimostrativo ed indiscriminato verso la collettività".

 

 
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