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Teatro della Toscana declassato: 'Programma triennale generico e autoriferito'

Nel verbale della Commissione ministeriale valutata negativamente anche l'interruzione della scuola diretta da Favino. Annunciato il ricorso

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martedì 01 luglio 2025 09:50

Il declassamento del Teatro della Toscana, Fondazione che comprende i fiorentini Pergola e Rifredi, e il Teatro Era di Pontedera, sotto la direzione artistica di Stefano Massini, è ora realtà. 

 

Della possibilità della perdita dello status di Teatro Nazionale la sindaca Sara Funaro e Massini avevano parlato in piazza della Signoria, durante la presentazione della nuova stagione del Teatro, promettendo battaglia. "Se questa decisione verrà confermata andremo a ricorrere in tutte le sedi istituzionali e lo faremo con grande fermezza", aveva detto Funaro, che ieri ha infatti annunciato il ricorso.


Un declassamento che aveva già fatto rumore anche nella Commissione, portando alle dimissioni di tre commissari su sette, dimissioni che sarebbero state motivate proprio dalla contrarietà all'idea della 'retrocessione' del Teatro della Toscana.

 

Ora il ministero della cultura ha pubblicato il verbale della Commissione Consultiva per il Teatro, in merito ai progetti triennali 2025/2027 e programmi annuali 2025, presentati per il settore Teatri nazionali.


Queste le parole del commissario Marco Lepre, riportate nel verbale, relativamente alla Fondazione Teatro  della Toscana: “Il programma triennale - per quanto poetico - risulta estremamente generico, se non inesistente. Appare inoltre fortemente autoriferito, privo cioè della pluralità che un Ente nazionale dovrebbe garantire, tanto da apparire che non si tratti più del Teatro della Toscana ma bensì del Teatro del Direttore Artistico Stefano Massini. Questo appare confermato dalla dicitura adottata nel suo contratto che stabilisce che egli  "individua insindacabilmente, determina e dispone le linee artistiche", escludendo ogni rapporto con il  Direttore Generale, in palese conflitto con lo Statuto della Fondazione e con le norme vigenti: fatto, peraltro, che potrebbe comportare la nullità del contratto stesso e l’inutilità del lungo lavoro di analisi  della Commissione".
 

"Dal punto di vista delle attività, la sopravvenuta interruzione degli importanti rapporti artistici e di collaborazione internazionali rappresenta un elemento di forte negatività, stante il fatto che è caratteristica propria dei teatri nazionali svolgere tale tipo di attività. Parimenti a livello nazionale si rileva come vengano del tutto cancellati storici rapporti di collaborazione con istituzioni e soggetti qualificati, sui quali si è fondato il valore di pluralità e al tempo stesso di continuità progettuale finora perseguito dal Teatro della Toscana, anche questo requisito specificamente richiesto dal DM. Altri elementi qualitativi rilevanti in senso negativo sono rappresentati dall’interruzione della scuola professionale diretta da Pierfrancesco Favino, Oltrarno, seppure sostituita dallo storico Centro di Avviamento all’Espressione che fu fondato da Orazio Costa, ma con un numero di ore di formazione minore e senza la caratura della figura artistica di Favino".
 

"Non è peraltro possibile tralasciare il fatto che si apprende da copiosa rassegna stampa che siano stati adottati ulteriori tagli della programmazione conseguenti alla bocciatura del primo bilancio preventivo da parte dei soci della Fondazione, determinando una sostanziale non corrispondenza tra il programma inviato, attualmente in analisi da parte della commissione e quello approvato. Neppure è da trascurare il fatto che in una nota del 28 aprile scorso, il CdA della Fondazione Teatro della Toscana “ha deciso di procedere nei prossimi giorni alla definizione della conclusione del rapporto con il  Direttore Generale”. Per i motivi sopra espressi, si ritiene importante sollecitare gli uffici competenti alla richiesta di documentazione aggiornata relativa al progetto artistico definitivo che scaturisce dalla rimodulazione del bilancio, il quale risulta formalmente approvato dai soci in data 28 aprile, nonché alla questione della  Direzione Generale. Tutti questi elementi, qualora riverificati dai necessari approfondimenti, decretano, a mio avviso, l’insussistenza di caratteristiche idonee a reputare oggi il Teatro della Toscana un Teatro Nazionale”, conclude Lepre.

 

Si legge poi nel verbale: "Il Presidente della Commissione Voglino e i Commissari Rispoli e Savorelli condividono quanto dichiarato dal Commissario Lepre. I Commissari Cassani, Grassi e Pastore prendono atto di quanto dichiarato dal Commissario Lepre e condividono la richiesta di chiarimenti e approfondimenti da indirizzare alla Fondazione Teatro della Toscana".

 

 

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