"Ogni giorno è il Primo Maggio" organizza una giornata di "protesta contro il piano di riarmo, le guerre, la repressione e la guerra interna contro lavoratrici e lavoratori che continuano a morire di lavoro e nel lavoro".

L'appuntamento è dalle 15.30 alle 21.30 in piazza dell'Isolotto a Firenze, con approfondimenti e dibattiti sui temi del lavoro e dei diritti, interventi ed esposizione di materiale delle realtà di lotta del territorio, mostra fotografica antifascista, banchini e gastronomia. Non mancherà la musica, alle 16 con i Fiati Sprecati e alle 19 con Acquaraggia. 

"In piazza anche la Resistenza palestinese, i precari, le precarie e i movimenti studenteschi colpiti da linee guida che intendono generare gli schiavi di domani. Basta guerre! Basta sfruttamento e morti sul lavoro!".

Alle 14.30 invece si terrà il corteo "Resistenza fino alla vittoria", organizzato dai Giovani Palestinesi Firenze, da via Mariti a piazza dell'Isolotto.


"Saremo in piazza insieme ai sindacati di base, al fianco di chi ogni giorno resiste allo sfruttamento, alla precarizzazione e alla guerra. Ci muoveremo in corteo fino a Piazza dell’Isolotto, attraversando i luoghi simbolo della nostra resistenza, per ribadire che nessun profitto vale la vita dei lavoratori e delle lavoratrici. Essere presenti è un atto di lotta, di memoria e di solidarietà internazionale. Il nostro 1° Maggio è resistenza concreta: Contro l’economia di guerra, Blocchiamo la logistica, Fermiamo la precarizzazione, basta morti sul lavoro, Basta sfruttamento. Dalla Palestina alle nostre città, la logistica di guerra tiene in piedi lo sfruttamento globale.
Bloccarla è rompere le catene che legano capitalismo, imperialismo e colonialismo. Scendiamo in piazza: dalla parte dei lavoratori, dalla parte dei popoli in lotta. Resistenza fino alla vittoria!", spiegano gli organizzatori.

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune. "Ringraziamo le organizzazioni sindacali presenti oggi, a nome della realtà Ogni giorno è Primo Maggio, spazio plurale e di unità tra diverse realtà, anche sociali e politiche. Crediamo sia giusto che la festività nazionale sia un momento di conflitti, in cui trovino spazio, voce e corpo le tante lotte che nascono dai bisogni di chi vive del proprio lavoro, spesso in condizioni di sfruttamento".