Firenze, il Bridge of Love visto da vicino [FOTO]
Il parere di uno specializzando in architettura galleggiante
lunedì 13 giugno 2016 17:47
The Bridge of Love è diventato realtà. E' stato montato sulle rive dell'Arno ed è pronto all'inaugurazione che avverrà Lunedì 13 Giugno 2016 con una cena di gala di beneficenza con la top model Bianca Balti come testimone. Il progetto è stato realizzato dall'architetto fiorentino Claudio Nardi.
The Bridge of Love è un'installazione galleggiante composta da 9 salotti di vetro coperti di tulle bianco, una novità assoluta per Firenze che per la prima volta si confronta con questo genere di architettura, molto diffusa in altri paesi.
Abbiamo chiesto ad un giovane laureando in architettura, Lorenzo Romaniello, di spiegarci perchè quest'opera è così importante. Lorenzo ha svolto il tirocino nello studio Waterstudio di Koen Olthuis in Olanda; si tratta di uno studio specializzato nella progettazione di architettura galleggiante.
Perchè l'opera dell'architetto Nardi è importante? "Gli interventi di natura galleggiante, particolarmente diffusi nel nord Europa, sono però quasi del tutto sconosciuti in Italia. Gli esempi più rilevanti nel nostro Paese sono soltando due – e nemmeno particolarmente recenti - , entrambi di natura temporanea e all'interno della laguna veneziana: il Teatro del Mondo di Aldo Rossi, del 1979, ed il palcoscenico galleggiante installato di fronte a Piazza San Marco in occasione del concerto dei Pink Floyd nel 1989."
Perchè sarebbe importante investire nell'architettura galleggiante? "Il nostro è un Paese davvero ricco d'acqua, con una grande abbondanza di fiumi e laghi; e allora perché non sfruttare al meglio questa tecnologia così rivoluzionaria? L'architettura galleggiante si pone come valida alternativa alle consuete metodologie costruttive grazie alle sue straordinarie peculiarità. In primo luogo questa tecnologia presenta un'elevatissima flessibilità di utilizzo: grazie alla sua semplicità e rapidità costruttiva, essa è in grado di poter essere adattata, di volta in volta, per i più disparati impieghi, accogliendo così ogni tipo di funzione. Inoltre il suo carattere di transitorietà ed estrema adattabilità ai più differenti luoghi, la rende particolarmente idonea per essere inserita nei nostri delicati contesti storici: non possedendo fondazioni al suolo, le strutture galleggianti possono essere facilmente spostate o rimosse, e dunque rappresentano l'unica soluzione progettuale capace di non alterare o snaturare il sito nel quale intervengono."
Giudichi quindi in modo positivo l'opera e il suo impatto su Firenze? "L'opera dell'architetto Nardi, coglie pienamente i vantaggi offerti dalle strategie del galleggiamento, inserendosi con estrema eleganza nel cuore unico dell'area fiorentina. Nove padiglioni trasparenti, articolati lungo il percorso di una passerella che unisce le due sponde del fiume, compongono un'esclusiva platea acquatica per ammirare, attraverso nuove ed insolite prospettive, le meraviglie della città rinascimentale. Quest'intervento coraggioso e sperimentale, riscopre per Firenze il suo rapporto diretto con l'Arno, regalando così alla dimensione statica dei nostri centri storici, fin troppo spesso vincolante, la giusta dose di freschezza e vitalità. Seppur nella contemporaneità dell'opera, in assoluto contrasto con la massività delle architetture che le fanno da cornice, grazie alla leggerezza e la semplicità delle forme, si presenta estremamente rispettosa del contesto. Quest'ultima è la prova definitiva che non sono i nuovi interventi architettonici a deturpare la nostra storia, ma soltanto la progettazione eseguita con scarsa qualità o, peggio, l'ignoranza delle amministrazioni pubbliche"
Credi dunque che Firenze potrebbe fare da apri-pista in questo nuovo settore dell'archietettura? "Attraverso l'inaugurazione del Bridge of Love, Firenze ritrova il coraggio che solo una città capitale dell'arte può avere. Firenze dimostra ancora una volta di presentarsi come avanguardia culturale capace di aprire alla sperimentazione di alternative possibilità espressive. Il Ponte di Nardi si presenta come prototipo architettonico, il quale però non deve essere assolutamente un episodio isolato, ma bensì porsi come un incoraggiante esempio di successo verso una nuova rinascita. Un diverso modo di concepire e fruire gli spazi storici senza deturparne i loro caratteri risulta dunque possibile: questo può avvenire attraverso la dimensione acquatica. "
Foto di Lorenzo Romaniello e di VIttorio Battoglia