Tutela dei rider, presentata a Firenze la proposta di legge Griseri-Prisco
Sospendere le consegne nei giorni di emergenza climatica. La testimonianza di un rider
giovedì 13 novembre 2025 09:05
Dopo la presentazione a Torino, la Proposta di Legge Griseri Prisco arriva a Firenze: ieri mattina, mercoledì 12 novembre, è stata infatti illustrata l’iniziativa a Casa Rider, dove la prima firmataria e Onorevole Chiara Gribaudo ha dialogato con Roberta Turi, segretaria nazionale di Nidil Cgil, Mattia Chiosi, della segreteria Nidil Cgil Firenze con delega ai rider, e Dario Danti, assessore al Lavoro di Firenze.
L’obiettivo della legge è quello di sospendere le consegne e tutelare economicamente i rider nei giorni di emergenza climatica. Pioggia torrenziale, caldo estremo, vento, eruzioni vulcaniche: lavorare non deve significare rischiare la vita. L’immagine che ha acceso la legge è quella descritta da uno degli ultimi articoli scritti dal giornalista di Torino Paolo Griseri, che pochi giorni prima di mancare descrisse le condizioni di lavoro dei rider durante l’alluvione di Bologna, a ottobre 2024. Contemporaneamente, si è scelto di dedicare la legge anche ad Antonio Prisco, rider e sindacalista di Nidil CGIL.
“Vogliamo aumentare tutele e diritti dei rider. Una proposta già bocciata dal Governo, che ancora una volta sceglie di non tutelare sicurezza e diritti sul lavoro, ma noi andiamo avanti perché i riders vanno tutelati – così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico – Una proposta per me molto importante non solo nel merito, ma anche perché è dedicata alla memoria di un grande giornalista e di un sindacalista pioniere della gig economy che hanno lottato per questi temi. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sul tema: la proposta è stata depositata quasi un anno fa, ora attendiamo la calendarizzazione per la discussione in Parlamento”.
“La proposta di legge Griseri–Prisco rappresenta un passo importante nella direzione che come NIdiL CGIL indichiamo da tempo: riconoscere che i rider sono lavoratrici e lavoratori veri, non numeri dentro un algoritmo. Il diritto alla sicurezza non può essere una variabile dipendente dal meteo o dai profitti delle piattaforme, ma un principio universale del lavoro – ha detto Roberta Turi, segretaria nazionale Nidil Cgil – I risultati della nostra ultima inchiesta nazionale parlano chiaro: questo è un lavoro pagato poco, costoso da svolgere e privo di tutele effettive. Ogni giorno migliaia di persone pedalano o guidano per consegnare beni essenziali, ma restano senza ammortizzatori sociali, senza copertura in caso di malattia o di allerta meteo. Le battaglie legali degli ultimi anni – da Palermo a Torino, da Milano a Firenze – hanno già stabilito che chi lavora sotto il controllo dell’algoritmo deve essere riconosciuto come lavoratore subordinato, con diritti e sicurezza garantiti. Ora è tempo che anche il legislatore ne tragga le conseguenze, superando definitivamente il cottimo e costruendo un sistema di tutele universali, a partire proprio dalle situazioni di rischio climatico. Con questa proposta, la politica può e deve colmare un vuoto che i rider non possono più sopportare da soli”.
“Per la tutela dei rider, come sindacato da mesi stiamo spingendo sulla contrattazione nazionale, avendo contribuito a produrre una piattaforma coi rider. Nel mentre, vigiliamo sul percorso di recepimento della direttiva europea sul lavoro mediante piattaforma – così Mattia Chiosi, Nidil Cgil Firenze – Rileviamo che il vulnus dell’applicazione dell’autonomia senza le tutele del lavoro subordinato ha esteso una stortura macroscopica sulla salute e la sicurezza sul lavoro, specie di fronte alle emergenze maltempo e alle ondate di calore, spingendo il rischio a carico dei rider al massimo livello. Vanno bene le ordinanze regionali che sono state messe in campo, ma senza integrazione salariale siamo di fronte alla scelta tra salute e salario, quindi ben venga la proposta Prisco-Griseri se integrata in un percorso teso a modificare le condizioni inaccettabili dei rider, non solo attraverso la normativa ma anche e soprattutto attraverso la contrattazione collettiva”.
“Nonostante i passi avanti fatti proprio a Firenze, più di un anno fa, con l’apertura di ‘Casa Rider’ – ha ricordato l’assessore al lavoro Dario Danti – a livello nazionale tanti impegni sono rimasti solo sulla carta e oggi i rider continuano ad essere lavoratori di fatto alla mercè di un algoritmo. Questa legge sarà una conquista non solamente sociale e sindacale ma di civiltà. Firenze è sempre stata vicina ai lavoratori, le politiche per il lavoro e il reddito sono centrali per questa amministrazione e sono uno dei tratti distintivi della sindaca Funaro e della sua giunta. Non dimentichiamo che la nostra città ha un protocollo appalti tra i più avanzati d’Italia. Da marzo 2024, dopo l’approvazione di due apposite delibere, il salario minimo di 9 euro è applicato in tutti gli appalti nei quali il Comune è stazione appaltante”.
Ha detto Muhammad, rider di Firenze: “Durante il lavoro noi siamo sempre esposti: al caldo, al freddo, alla pioggia. Quando fa troppo caldo non riusciamo a lavorare, restiamo anche dodici ore in strada ad aspettare, senza consegne, e alla fine torniamo a casa senza aver guadagnato niente. Passiamo ore sotto il sole, senza protezione, e questo fa male, fisicamente e mentalmente.
Quando invece fa freddo è lo stesso: si lavora sotto la pioggia, a volte si cade, ci si fa male, e se succede un problema poi non si lavora più. È una condizione difficile, ci sono tanti motivi per cui questo lavoro è pesante. Noi siamo tutti partite IVA: se non lavoriamo, dobbiamo comunque pagare le tasse. Non abbiamo un lavoro fisso — se piove o se non ci sono consegne, restiamo fermi, ma le spese restano. Due anni fa si guadagnava meglio, ora invece arrivo a 250 euro a settimana, lavorando anche 10-12 ore al giorno, sette giorni su sette.
L’esperienza con Casarider per noi è stata molto importante: ci hanno aiutato davvero al cento per cento. Quando qualcuno aveva problemi con il conto, con i documenti, con le multe o con la sicurezza dopo un incidente, loro c’erano sempre. È un punto di riferimento vero, un posto che ci ha aiutato in tutto quello di cui avevamo bisogno”.
