Escort uccisa, chiuse le indagini: si cercano i complici del 32enne già in carcere
L'uomo ha confessato di aver ucciso e decapitato la donna perché lo avrebbe ricattato
mercoledì 03 settembre 2025 11:01
È stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti del 32enne di nazionalità rumena, guardia giurata, accusato dell'omicidio di una donna a Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025.
Arriva così a conclusione il percorso investigativo al riguardo compiuto, che ha indotto a contestare i delitti di omicidio aggravato e di distruzione e soppressione del cadavere della stessa vittima. In particolare, secondo la Procura è emerso che l'uomo, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, dopo essersi recato presso un residence di via Ferrucci a Prato, dove consumava con la donna 30enne due rapporti sessuali, provocava "la sua morte mediante strozzamento, stringendole entrambe le mani al collo mentre si trovava sopra di lei e alle sue spalle sul letto, provvedendo successivamente a trasferire il corpo е a decapitare il cadavere con un'arma bianca prima di abbandonarlo in località Le Panteraie del comune di Montecatini Terme".
Si ipotizza, continua la Procura, che il 16 maggio 2025 abbia "agito con premeditazione, concretizzatasi nell'individuazione del luogo ove si trovava la vittima, nella verifica dell'area, mediante l'effettuazione di due sopralluoghi in via Ferrucci e nell'area adiacente - in corrispondenza del residence, nel corso della giornata del 14 maggio 2025, rispettivamente, a partire dalle ore 2,31 e dalle ore 22,45, in via Buontalenti, ove il giorno dell'omicidio parcheggiava la propria autovettura Golf - al fine di verificare le vie di accesso e l'eventuale presenza e flusso di clienti".
Successivamente, "al fine di occultare il delitto di omicidio e per assicurarsene l'impunità, provvedeva a distruggere in parte, e comunque sopprimeva, il cadavere", decapitando il corpo, "bruciando il cranio, del quale venivano rinvenuti frammenti ossei carbonizzati all'interno del giardino di pertinenza della sua abitazione, nascondendo, infine, la parte restante del cadavere all'interno di un dirupo coperto da folta vegetazione, con rovi, a ridosso di un casolare abbandonato in località Panteraie di Montecatini Terme, ove lo aveva trasportato all'interno di una valigia riposta nella propria autovettura, tra le ore 9,30 e le 9,41 dello stesso 16 maggio 2025".
L'attribuzione delle condotte all'uomo deriva dalla "approfondita analisi dei tabulati telefonici delle utenze in uso" al 32enne e dall'incrocio di tali risultanze con la visione delle telecamere di sorveglianza collocate nelle aree circostanti, in prossimità e a ridosso del residence Ferrucci, nonché i tracciati degli spostamenti della vettura utilizzata dall'indagato (già destinatario di provvedimento di fermo), derivanti dal positioning della stessa, e da quanto emerso dal database del sistema di lettura targhe delle auto del comune di Prato, "che hanno consentito di ricostruire in modo puntuale i suoi movimenti. Movimenti risultati del tutto sovrapponibili, fra l'altro, alla sua presenza nel residence Ferrucci prima, al momento dell'omicidio e successivamente allo stesso".
Il positioning dell'auto ha consentito, poi, il rinvenimento il mattino del 16 maggio del corpo senza vita, decapitato, della donna, in località Montecatini Terme, a ridosso di un casolare abbandonato, nascosto tra i rovi, raggiungibile percorrendo una mulattiera. "A ciò si aggiunga che, più volte interrogato, l'uomo ha sempre confessato di aver commesso l'omicidio della donna strangolandola sul letto della camera all'interno del residence il 16 maggio 2025, dopo aver consumato un rapporto sessuale a pagamento con la stessa, e di avere soppresso il suo cadavere, trasportandolo proprio nel luogo ove è stato rinvenuto, provvedendo a tagliare la testa della ragazza in quel luogo (circostanza quest'ultima solo di recente riferita). На ammesso di essere la persona ritratta dalle telecamere che risulta aver prelevato i due bagagli della vittima: una valigia nera e un trolley bianco. Ha spiegato di aver trasportato il corpo nella valigia nera, provvedendo a caricarla nel bagagliaio della sua auto, ove portava anche il trolley alla stessa in uso, dopo aver raccolto gli indumenti nella sua disponibilità presenti nella camera. Inoltre, ha riferito di aver provveduto a bruciare la testa della donna e la valigia nera della persona utilizzata per il trasporto nel giardino di casa, cospargendoli con della benzina e con della legna per mantenere la combustione, circostanza che ha trovato obiettivi riscontri. Ha fatto anche ritrovare i telefoni della vittima, nel corso di apposito sopralluogo. Ha sempre sostenuto di aver agito da solo".
Continua la Procura: "Il movente dell'omicidio lo ha individuato nel ricatto della vittima di pagare la somma di 10mila euro per tacitare il suo silenzio, precisando che la donna lo aveva minacciato, dopo la consumazione del rapporto sessuale, di informare la moglie del tradimento effettuato, richiamando il fatto che le telecamere avevano immortalato la sua presenza in quel luogo ed evidenziando che disponeva di persone per rintracciare la moglie". L'uomo "ha anche ammesso di aver commesso omicidi, dialogando dal carcere anche con la moglie, che si mostrava incredula".
La consulenza tecnica psichiatrica, effettuata da due professori esperti del settore, ha consentito di stabilire che l'uomo fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti e capace di stare in giudizio. Le investigazioni volte a verificare se abbia commesso ulteriori omicidi rispetto a quelli confessati sono, tuttavia, in corso. L'uomo, subito dopo essere portato in carcere a Prato, è stato oggetto di aggressione da parte di un altro detenuto, il quale gli aveva versato dell'olio bollente sul volto e per tale ragione era stato ricoverato al pronto soccorso. L'autore aveva potuto agire indisturbato senza alcun controllo. Gli accertamenti tecnici effettuati hanno consentito di stabilire che la guardia giurata ha riportato lesioni gravi giudicate guaribili in un periodo superiore ai quaranta giorni. "Il fatto è di particolare gravità, perché ogni persona, anche se in ipotesi responsabile di gravi crimini, ha il preciso diritto di essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano", commenta la Procura. "Da ultimo, occorre sottolineare che è stato raccolto, in sede istituzionale, l'invito rivolto da quest'ufficio a far installare più telecamere e a potenziare i server per consentire l'acquisizione dei dati memorizzati per la città di Prato in tempi più rapidi, al fine di agevolare le attività investigative; invito che aveva preso spunto dalle criticità emerse nell'indagine" nei confronti dell'uomo e, in particolare, "dalle difficoltà di acquisirle. "Il Presidente della Regione e il Commissario Straordinario nominato per il comune di Prato hanno, infatti, provveduto a degli stanziamenti dedicati e il Ministro dell'Interno ha assunto uno specifico impegno a provvedere nel corso del Comitato per l'Ordine e Sicurezza Pubblica Nazionale, tenutosi a Prato il 15 agosto 2025".
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