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Esplosione deposito Eni di Calenzano, nove indagati. 'Incidente risultato prevedibile ed evitabile'

Sette degli indagati appartenenti a Eni Spa e due alla impresa appaltatrice Sergen srl. 'Emerso un errore grave e inescusabile'

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mercoledì 19 marzo 2025 14:19

Ci sono nove indagati per il disastro avvenuto al deposito Eni di Calenzano il 9 dicembre 2024, che costò la vita a cinque operai, e provocò il ferimento di 27 persone, oltre a danni ad auto, imprese ed abitazioni vicine.

 

E' quanto rende noto oggi la Procura di Prato, in una conferenza stampa in merito alle risultanze delle indagini. "Quest'ufficio ipotizza che l'evento sia stato cagionato colposamente, a vario titolo, da nove indagati: sette appartenenti a Eni Spa e due alla impresa appaltatrice Sergen srl", si apprende dalla Procura pratese.

 

"I delitti individuati - continua la Procura - sono omicidio colposo plurimo, di disastro colposo e di lesioni personali colpose, ascritti a: Patrizia Boschetti, datore di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa gestione operativa centro Eni spa di Roma, con competenza sul deposito di Calenzano di via Erbosa, n. 29; Luigi Collurà, dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile Manutenzioni e Investimenti Depositi Centro Eni Spa, Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l'attività di Sergen; Elio Ferrara, preposto ENI autorizzante il rinnovo del permesso di lavoro per il 9 dicembre 2024; Emanuela Proietti, responsabile servizio prevenzione e protezione (RSPP) Eni; Enrico Cerbino, Responsabile di progetto esterno (Project Manager External Manutenzioni e Investimenti Depositi Centro) Eni Spa; Francesco Cirone, datore di lavoro e RSPP impresa esecutrice Sergen srl; Luigi Murno, preposto impresa esecutrice Sergen srl. Il procedimento è stato iscritto anche a carico della società ENI spa, con sede in Roma, piazzale Enrico Mattei, n. 1, nei cui confronti si procede in ordine all'illecito amministrativo [...] per i delitti su indicati commessi nel suo interesse a vantaggio".

 

"L'incidente sul lavoro è risultato in concreto prevedibile, se fosse stata effettuata un'adeguata analisi dei rischi e delle condizioni operative, ed evitabile, se fossero state seguite correttamente le procedure di sicurezza, protezione e pianificazione che erano obbligatorie per effettuare l'intervento che doveva effettuare Sergen srl. È emerso un errore grave e inescusabile, dall'analisi della documentazione funzionale ad assicurare la sicurezza", si legge nella nota diffusa dalla Procura.


La Procura ricostruisce quanto accaduto quel giorno, a partire dalle cause che hanno generato le esplosioni e l'incendio. Alla base ci sarebbe una erronea concomitanza delle operazioni di carico delle autobotti parallelamente a quelle di Sergen srl, ovvero "contemporaneità dell'attività lavorativa di manutenzione e di carico di autobotti nella stessa aerea (sotto le pensiline), senza interrompere i carichi delle autobotti".

 

"In estrema sintesi -  si legge nella nota della Procura - si è ricostruito che Eni ha incaricato personale del Raggruppamento Temporaneo di Imprese Sergen/Nolitalia di Viggiano (PZ) di effettuare una modifica dell'impianto, vale a dire creare una nuova linea dedicata alla fornitura di Olio vegetale idrotrattato ("Hydrotreated Vegetable Oil", HVO); è un biocarburante avanzato prodotto attraverso l'idrogenazione di oli vegetali o grassi animali. L'intervento doveva prendere le mosse da una vecchia porzione di impianto (una linea di benzina senza piombo dismessa) già esistente destinata ad accogliere la linea del nuovo progetto". "Erano in programma e sono stati eseguiti una serie di interventi per convertire detta linea dismessa di benzina al trasporto del nuovo prodotto HVO. Durante l'attività svolta il 9 dicembre scorso, si è creata una nube di aerosol, originata dalla fuoriuscita di benzina a pressione da una iniziale fessura apertasi in una flangia svitata da operatori dell'impresa Sergen/Nolitalia sotto la valvola n. 577, nel cielo del "corridoio di servizio" dell'area pensiline adiacente alla corsia di carico n. 7 delle autobotti".
 

"La valvola appartiene alla tubazione della dismessa linea benzina e doveva essere rimossa". "La stessa linea era, però, ancora collegata tramite un gomito con valvola n. 575 aperta -a una tubazione con diametro di 8 pollici che riceveva benzina da altra linea. La richiesta del carico di benzina, intervenuta alle ore 10,21'.16" nella corsia 6, ha indotto l'attivazione delle pompe di detta linea 12 e il conseguente inizio dello spruzzo di benzina dalla fessura della sopra citata flangia sotto la valvola n. 577, che si è protratto per almeno 33 secondi, cioè fino alle 10.21'.51", ora dell'esplosione".


Quattro esplosioni e incendio. "La fonte dell'innesco è stata individuata, in termini di maggiore probabilità, in una parte calda del motore a scoppio della piattaforma elevabile utilizzata dagli operatori Sergen srl per svolgere l'attività. Da tale motore l'incendio ha determinato una prima esplosione dell'aerosol (nube) raccoltosi tra le grate della fossa di servizio, distante circa 1,7 metri, situata tra la parte Nord del corridoio e la corsia 7. Si sono verificate, poi, altre tre esplosioni in sequenza. La seconda, molto più potente, circa un decimo di secondo dopo la prima. Tale maggiore potenza è testimoniata dagli effetti di deformazione e rotazioni indotti su due pilastri in profilati di acciaio, siti, l'uno antistante l'altro, ai lati dell'entrata del corridoio. È seguito l'incendio, in successione, alle autobotti ferme nelle corsie 6, 5 e 3. Dopo circa due minuti dalla prima esplosione la telecamera 28 ha ripreso uno scoppio minore. Dopo più di sei minuti, il surriscaldamento del gasolio caricato nell'autobotte in corsia 3 ha causato il cedimento della cisterna e il successivo scoppio dei vapori di gasolio. A monte di tutto quello che è stato verificato vi è l'evidente condizione di sottovalutazione delle interferenze tra attività di imprese, ex articolo 26 comma 2 d. 1.gvo n. 81/2008".

 

"Le risultanze sin qui acquisite sono il frutto di un intenso lavoro effettuato con la massima cautela e attenzione alla ricerca di ogni elemento di prova anche a favore degli indagati, al quale hanno contribuito più collegi di qualificati consulenti tecnici, gli appartenenti al Dipartimento della Prevenzione dell'Asl Toscana Centro e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Reparto Operativo del Comando Provinciale di Firenze. Costituiscono un significativo punto di arrivo e, al contempo, di partenza per approfondire nel contraddittorio con le persone indagate e offese, nonché i loro difensori il quadro investigativo. Questa Procura ha richiesto, infatti, al Giudice per le Indagini Preliminari di Prato di procedere all'effettuazione di perizia in contraddittorio con le parti".

 

 

 
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