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Qf (ex Gkn), nuovo tavolo al Mise. La Regione: 'Timidi passi avanti', Fiom: 'Piano fumoso'

L'Ad di Qf Francesco Borgomeo ha presentato una bozza di istanza di contratto di sviluppo per la reindustrializzazione

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martedì 06 settembre 2022 11:23

Si è svolto ieri l'incontro convocato dal Mise a Roma sulla vertenza ex Gkn, per far chiarezza sul piano di rilancio dello stabilimento di Campi Bisenzio, dopo la sospensione dell'incontro del 31 agosto scorso.


"Occorre un maggiore sforzo di chiarezza da parte della proprietà per il rilancio dell’ex Gkn di Campi Bisenzio, in particolare sul ruolo delle aziende che al momento partecipano solo al consorzio e in via generale sul piano industriale". È la principale richiesta formulata dalla Regione Toscana di fronte alla bozza di istanza di contratto di sviluppo per la reindustrializzazione del sito, i cui contorni sono stati esposti dall’ad di Qf Francesco Borgomeo nel corso del tavolo.


La Regione era rappresentata dal consigliere per il lavoro e le crisi aziendali del presidente, che ha partecipato all’incontro in presenza. Il consigliere era assistito da Arti, dall’Unità di crisi regionale e dal direttore della direzione competitività della Regione Toscana, che invece hanno seguito il confronto in videoconferenza. 

 

La Regione parla di "timidi passi avanti emersi durante la discussione". Per esempio, "la prefigurazione di un accordo di sviluppo può rappresentare un punto di forza che introduce elementi di garanzia per lavoratori e territorio. Allo stesso tempo - chiede la Regione rivolgendosi in primo luogo a Qf - è necessaria una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei soggetti che fanno parte del consorzio ma che, a detta dello stesso Borgomeo, avranno un ruolo sull’intero progetto di reindustrializzazione, a partire dalla assicurazione di quote di mercato. Inoltre occorre un chiarimento sull’attivazione degli ammortizzatori sociali. Su questo fronte si auspica che l’ad di Qf ragguagli al più presto istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori, sull’interlocuzione con il Ministero del Lavoro e con l’Inps".

 

La Regione fa sapere che affiancherà Mise e Invitalia nelle verifiche necessarie per consentire l’avanzamento dell’iter dell’accordo e del conseguente contratto di sviluppo.

 

"Senza fondi pubblici, Qf non sta in piedi" sottolinea l'Rsu dei lavoratori Qf, ex Gkn. "Senza un contributo di 3 a 1 da parte del pubblico non c'è piano industriale. Ma a sua volta Qf è oggi una contoterzista senza ricerca e brevetti. A questo punto la collettività deve pretendere che insieme all'intervento con soldi pubblici, ci sia un controllo e un piano pubblico. È così, è come sapevamo, è come diceva il Collettivo di Fabbrica. E se avessero ascoltato il nostro piano di reindustrializzazione ora avremmo una fabbrica socialmente integrata al servizio del territorio. E così alla fine  dovrà essere. Noi siamo la classe operaia che si fa classe dirigente. Sapremo prenderci le nostre responsabilità, senza lagnarsi e con gioia. Firenze, territorio, solidali, ci vediamo presto. Stiamo appiccicati" conclude l'Rsu "perché qua rimarremo fino alla fine".

 

Per la Fiom: “Il piano industriale presentato oggi da Borromeo al tavolo del Mise rimane fumoso e privo di dettagli, senza effettivi sviluppi su cronoprogrammi e senza certezze sulle prospettive di mercato. L'unico elemento di novità che è stato introdotto oggi è la scelta di utilizzare il veicolo dell'accordo di sviluppo, che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti. Ciò dà la garanzia che il piano industriale presentato sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dalla Fiom e permette in futuro l'ingresso di ulteriori investitori o partners pubblici o privati. Un piccolo segnale di cambiamento rispetto a come QF fino a oggi ha voluto gestire il tavolo, cambiando ogni volta le carte", si legge nella nota di Simone Marinelli, responsabile settore automotive per la Fiom nazionale e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze-Prato-Pistoia.

 

"Ora si deve aprire la fase più delicata che deve entrare nel merito degli investimenti e del programma di ripartenza dello stabilimento. È necessario dare certezze sui modi riducendo sensibilmente i tempi. Il confronto deve partire da quanto stabilito dall'accordo quadro di gennaio e deve vedere la partecipazione e la condivisione con Rsu, sindacati e lavoratori. Contemporaneamente deve proseguire il lavoro del Comitato di proposta e verifica per continuare a vagliare ulteriori progetti che possono essere portati a Campi Bisenzio e che potrebbero diversificare l'attività".

 

"Infine ribadiamo che lo stabilimento è agibile ed è sempre stato tale, per cui non può e non deve essere elemento di discussione che viene portato dall'azienda su ogni tavolo di confronto. La Fiom, le lavoratrici e i lavoratori hanno tutto l'interesse affinché la reindustrializzazione vada a buon fine e garantisca il futuro occupazionale e di sviluppo del territorio".

 

 

 
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