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Ex Gkn, Rsu: 'Il prossimo incontro al Mise deve essere preparato, chiediamo garanzie'

Le richieste della Rsu: sapere se ci saranno gli investitori, ricevere per tempo il materiale e farlo a Firenze

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sabato 14 maggio 2022 17:46

Una vertenza non è una soap opera, gli incontri al Mise non sono ‘Carràmba che sorpresa’. Il gioco degli incontri per gli incontri e le discussioni per fare vedere che si discute, lo conosciamo bene e non interessa né a noi né al territorio”. A parlare è la Rsu ex-Gkn, che in attesa della convocazione del prossimo incontro al Mise chiede garanzie e una costruzione seria del percorso di reindustrializzazione del sito ex Gkn, ora Qf, di Campi Bisenzio.

 

Già da tempo i sindacati chiedono la presenza ai tavoli istituzionali dei potenziali partner industriali del nuovo proprietario, l'imprenditore Francesco Borgomeo. "Chiediamo di essere avvertiti prima della presenza o meno degli investitori al tavolo, chiediamo di ricevere in anticipo materiale scritto per poterlo valutare, visto che i prossimi incontri devono dare vita a una seria e robusta discussione di dettaglio sul piano industriale, chiediamo che l’incontro al Mise avvenga fisicamente, in presenza, e a Firenze. Se la fabbrica è stata delocalizzata, noi continuiamo invece a voler tenere la vertenza vicina al territorio, pur nella sua rilevanza nazionale".

 

“Abbiamo dato tutte le disponibilità all’azienda a incontrarci per poter avere reali approfondimenti sul piano industriale – spiega la Rsu ex-Gkn - ci troviamo invece a misurare lo stato di confusione che, nostro malgrado, si è creato tra noi e la popolazione attorno. Chi è convinto che abbiamo ripreso la produzione di semiassi, chi che stiamo lavorando nel farmaceutico, chi che ormai la vertenza sia conclusa. Questo stato di confusione è esattamente il risultato di una politica di annunci, di incontri che hanno rimandato ad altri incontri, trasformando la vertenza in un groviglio di voci e supposizioni”.   

 

“La reindustrializzazione non è un processo gioioso – continua la Rsu – ma doloroso, pericoloso, fragile. La fabbrica viene smantellata e si entra in un limbo, in attesa delle produzioni future, con il rischio di trasformarci lentamente da operai a percettori di ammortizzatore sociale. È un’operazione a cuore aperto, da fare con la massima serietà e attenzione ai dettagli. E se oggi siamo costretti a questo processo è perché la politica di questo paese ha scelto di disinteressarsi completamente del settore dell’automotive e non ha colto la nostra proposta di ‘piano pubblico per la mobilità sostenibile’”.

 

La Rsu chiede la massima chiarezza sull’utilizzo e la durata della cassa integrazione. "La cassa integrazione di transizione, dalla durata di ben 24 mesi, dovrà essere firmata con tutto il tempo e l’accordistica necessaria a dare le massime garanzie di trasparenza".

 

“Noi non attendiamo la reindustrializzazione che sarà – concludono - ma la reindustrializzazione ci sarà perché noi non attendiamo”.

 

 

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