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Firenze, una chiesa al posto del 'campone': la protesta dei cittadini

Raccolta firme per salvare il 'campone'. La rabbia dei residenti

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mercoledì 24 febbraio 2021 12:26

"Siamo venuti a conoscenza che proprio in questi giorni, tra la scadenza del Regolamento Urbanistico vigente e la fase di elaborazione del nuovo Piano Operativo, è tornata in ballo la possibilità di realizzazione del complesso parrocchiale nell'area verde di San Lorenzo a Greve e non più nei terreni di proprietà della Curia come invece era stato manifestato nell'ultimo periodo".

 

Così il Comitato Area Verde San Lorenzo a Greve aveva lanciato la petizione, destinata al sindaco Nardella, all'amministrazione fiorentina e al Cardinale Betori, per 'salvare' il cosiddetto 'campone', area verde che per adesso resiste vicino al centro commerciale di Ponte a Greve.

 

Proprio ieri sera, però, la giunta fiorentina ha approvato la delibera di “permuta di aree poste in località San Lorenzo Ponte a Greve con Arcidiocesi di Firenze”. Si tratta dell’atto che mette nero su bianco l’avvio del percorso di permuta di alcuni terreni tra Comune e l’Arcidiocesi di Firenze: l’Amministrazione cede alcune aree, tra cui una in cui sarà realizzato un edificio di culto, in cambio di terreni dell’Arcidiocesi che saranno utilizzati come spazio verde per i cittadini.  La nuova area verde, fa sapere Palazzo Vecchio, sarà attrezzata con attrezzature sportive e ludiche a disposizione di tutti da progettare insieme al Quartiere e ai cittadini.

 

Un passaggio formale che però non è stato certo accolto bene dai residenti della zona. "Siamo molto arrabbiati. Stamani ho il telefono bollente dalle chiamate dei cittadini che sono infuriati per questo atto", dice a 055Firenze.it Gianfranco Angeli, portavoce del Comitato Area Verde di San Lorenzo a Greve che da tempo si sta muovendo, insieme all'Associazione Lulli, per salvare il 'campone'. Un tema che per i cittadini del quartiere è molto sentito, visto che quell'area verde è rimasta l'unico polmone della zona, punto di ritrovo e d'incontro fondamentale per la vita quotidiana. Un'area che in molti speravano potesse essere rigenerata, visto che è vissuta ogni giorno da anziani, famiglie e bambini.

 

"La questione è molto vecchia, e parte dagli anni 2000, quando è stato costruito il centro commerciale e sono stati donati 4,5 ettari a verde pubblico al Comune. Nel frattempo sono venute fuori diverse esigenze, come costruire un asilo nido e case, e sono rimasti ora 15mila metri quadri di verde. Il cosiddetto 'campone'", aggiunge Angeli. "Già nel 2012 facemmo una protesta contro l'ipotesi di costruzione di una chiesa in quella zona, incontri con la Curia. Due anni fa, nel 2019, si venne a sapere che c'era un progetto per fare la chiesa nel campo di calcio di Ponte a Greve, spostando il campo nelle cosiddette 'collinette', così da creare la chiesa su un terreno di proprietà. Chiedemmo di avviare un percorso di partecipazione con i cittadini della zona. Due settimane fa ho saputo che ci sono state riunioni tra Comune e Curia per riportare la chiesa in area verde, cercando compensazioni da dare al Comune. Così siamo ripartiti con la raccolta firme. Sono state riunioni 'segrete', non ci hanno mai interpellato. Abbiamo presentato diverse soluzioni in questi anni, ma le hanno sempre bocciate".

 

Per questo, la delibera approvata ieri da Palazzo Vecchio, ha fatto ancor più arrabbiare i residenti della zona: "Noi non siamo certo contro la costruzione di una chiesa, ma contro qualsiasi costruzione in quell'area. Ora però siamo davvero arrabbiati. Quell'area, il 'campone', per noi del quartiere è importante. Si vorrebbe togliere il verde lì, per metterlo dove?", continua il portavoce del comitato.

 

La protesta dunque andrà avanti: "Sì, c'è tanta amarezza", conclude Angeli. "Faremo a breve un'assemblea, altre iniziative. La contestazione aumenta. Anche perché a quanto abbiamo capito, se prima si parlava di 5 mila metri quadri da dare alla Curia, adesso si parla di tutta l'area da 15 mila metri quadri. Non siamo mai stati presi in considerazione".

 

Marco Pecorini

 

 
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