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Corpi nelle valigie nel fiorentino, indagini sul figlio della coppia: si trova in carcere in Svizzera

I vicini lamentavano cattivi odori dal suo appartamento, ma secondo le indagini si trattava di escrementi animali

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giovedì 17 dicembre 2020 12:47

Una prima svolta nel giallo dei cadaveri ritrovati nel fiorentino, all'interno di alcune valigie in un terreno tra la Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano, è arrivata ieri, quando da un'impronta è stato accertato che il corpo maschile è di Shpetim Pasho. 

 

L'ipotesi aveva già preso campo: quella che i corpi appartenessero ad una coppia di coniugi di origini albanesi, Shpetim e Teuta Pasho, scomparsi da Castelfiorentino nel 2015. A denunciarne la scomparsa fu la figlia Dorina, che rivolse anche un appello alla trasmissione Chi l'ha visto. 

 

Dalla comparazione effettuata dalla Sezione Impronte del Reparto Investigazione Scientifiche di Roma, come si è appreso dai militari, tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di una mano del cadavere di sesso maschile corrispondono alle impronte dattiloscopiche di Pasho Shpetim. Manca ancora la conferma sul corpo femminile. 

 

Tre i figli della coppia, due donne, Dorina e Viktoria, e un uomo, Taualant. E' proprio sul figlio che si stanno concentrando gli investigatori. Taulant Pasho era stato in prigione, a Sollicciano, ed era uscito nel 2015, appena prima che si perdessero le tracce dei genitori.

 

Intanto sono emersi dettagli sull’appartamento di Taulant Pasho, dal quale i vicini di casa lamentavano la provenienza di cattivi odori. Si tratta di un appartamento in via del pantano a Firenze, come riferiscono i carabinieri, che è stato domicilio di Taulant Pasho fino al suo allontanamento nel novembre 2016, continuando nel periodo successivo ad essere abitato dalla compagna dell’uomo.

 

I cattivi odori, precisano i carabinieri, non sarebbero riconducibili a corpi in decomposizione. L’unità abitativa, con garage pertinente, è stata infatti oggetto tra il 2016 ed il 2017 di diverse segnalazioni, da parte di alcuni condomini, di cattivi odori che venivano ricondotti alla presenza di alcuni cani non debitamente curati. 

 

Le lamentele furono rappresentate al Nucleo Provinciale Guardie Zoofile di Firenze, il quale, ad esito di diversi sopralluoghi (dal novembre 2016 al gennaio 2017), informò l’Autorità Giudiziaria evidenziando una situazione di scarsa igiene e non corretta cura degli animali domestici. Nel corso dei controlli infatti era stata rilevata la presenza di escrementi ed urina non raccolti. Nel luogo non è mai stato rilevata alcuna traccia di cadaveri in decomposizione, ivi compreso l’odore che è sempre stato di escrementi, ribadiscono i militari in una nota.

 

Nel giugno 2016 un altro arresto per Taulant Pasho: i carabinieri avevano rinvenuto all’interno del garage 6 chili di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Pasho Taulant era stato quindi tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sei chili di marijuana. 

 

Si cerca l'uomo: sono state richieste verifiche all'Interpol per accertare un attuale stato di detenzione di Pasho Taulant in un istituto penitenziario svizzero.

 

Le verifiche fatte con Interpol hanno dato conferma della stato di detenzione di Pasho Taulant in istituto penitenziario svizzero. Come si apprende dai carabinieri, si trova detenuto in un istituto penitenziario nel Cantone di Aargau (Argovia) dal 16/10/2020, per furto con scasso e violazione di domicilio.

 

La Procura della Repubblica di Firenze di Firenze ha provveduto a far effettuare l'internazionalizzazione di un provvedimento di carcerazione definitivo a carico di Pasho Taulant (deve scontare 3 anni e 11 mesi circa di reclusione).


Durante le attività di sopralluogo di ieri è stata anche rinvenuta una quarta valigia. La valigia, contenente verosimilmente la parte mancante dell'uomo, è stata portata a medicina legale.

 

Il primo ritrovamento risale a giovedì scorso, il secondo venerdì: due valigie con resti ricollegabili al corpo di un uomo. Lunedì 14 dicembre invece un altro ritrovamento in una terza valigia: stavolta i resti umani erano ricollegabili ad una donna.

 

 

 
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