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Coronavirus nel mondo, parlano Gabriele e Alessandro da New York. L'intervista

"Firenze ce l'ha fatta in passato e ce la farà ancora."

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venerdì 20 marzo 2020 19:15

Firenze in questi giorni appare vuota, vittima di un silenzio che non riesce a spegnere la sua bellezza, vittima di un'immobilità che non riesce a domare il suo spirito e la voglia di rinascere. 

 

Ma tutto il mondo si sta scoprendo intrappolato nella tela del coronavirus, per questo abbiamo chiesto ai fiorentini che vivono all'estero di raccontarci la loro realtà.

 

Gabriele Cintolo e Alessandro Mordini hanno risposto al nostro appello dalla città dalle mille luci, al città che non dorme mai con le sue torri di vetro e la sua freneticità: New York. 

 

Perché vi siete trasferiti?

Gabriele: Per lavoro nel 2014:ho aperto Caffe dei Fiori, Ristorante Italiano di alta qualità’ a Manhattan, Upper East side. 
Alessandro: Vivo a Manhattan da quasi otto anni. Mi sono trasferito qui per motivi lavorativi non appena ho concluso gli studi universitari in Italia. Sono nato a Firenze, a Porta Romana, ma ho trascorso i primi anni della mia vita proprio qui a New York per il lavoro dei miei genitori. 

 

Qual è la percezione del virus? Qual è la situazione a New York?
Gabriele: La situazione giorno per giorno sta’ peggiorando, sempre più’ casi di positività’ al COVID-19. Per ora la gente sta reagendo non con troppo allarmismo anche se giorno per giorno i casi a New York aumentano.  C'è tanta gente ancora a giro anche se è molto poca rispetto a quanti ce ne sarebbero a Manhattan in giorno senza Corona Virus. 
Alessandro:  Surreale. New York City è una città di quasi 9 milioni di abitanti che letteralmente non si ferma mai. Vedere le sue arterie principali semi-vuote, gli uffici chiusi, le stazioni della metropolitana deserte e tutti i negozi e ristoranti (solo a New York ce ne sono 25.000) con le saracinesche abbassate, appare uno scenario apocalittico di un set hollywoodiano più che la manifestazione oggettiva della realtà. 
Le misure severissime implementate in Italia non sono ancora state adottate qui a New York. La gente, non essendo obbligata da direttive statali o federali a rimanere in casa, continua purtroppo a frequentare i parchi pubblici ed i supermercati in gruppi più o meno ristretti. C'è grande ansia, certo, ma uno scontro di visioni tra il sindaco ed il governatore sull'attuazione del cosiddetto "shelter in place order" (la legge che prevede l'obbligo per tutti di non abbandonare la propria abitazione) lascia noi newyorkesi in una situazione insostenibile di attesa e permette al virus di muoversi liberamente nella città.

 

Come e’ vista la situazione italiana?
Gabriele: Una vera e proprio tragedia nazionale, tutti sono veramente molto scoraggiati per quello che stanno vedendo e sentendo in TV. Chi non ama italia in generale? Ma soprattutto a New York fa veramente impressione quanta solidarietà ci sia tra la gente. 
Alessandro: I media americani parlano incessantemente della situazione italiana. Gli americani seguono con preoccupazione le vicende del nostro Paese ma ho la sensazione che non si rendano conto che quello che sta accadendo in Italia avverrà anche qui negli Stati Uniti, coinvolgendo evidentemente più persone e mettendo a dura prova l'inefficiente sistema sanitario privato americano.

 

Firenze ti manca? 
Gabriele: Mi manca Firenze e gli affetti ma vivo a New York da 6 anni ormai e non vivo di ricordi ne di malinconia a 33 mi gioco il tutto per tutto si e’ sempre in tempo a tornare e fare la vita che uno faceva prima di partire. 
Alessandro: Firenze e la mia famiglia sono un pensiero fisso da quando mi sono trasferito qui in America. Non passa giorno in cui non dedichi almeno un pensiero a Porta Romana, ai lungarni e ai tanti amici fiorentini. 
Fa male essere lontani dalla famiglia e dalla propria terra in questo momento difficile.


Cosa diresti ai fiorentini? 
Gabriele: A questo punto penso che i fiorentini siano a conoscenza di quanto seria sia la situazione e sono convinto che loro seguano le indicazioni anche perché il fiorentino é furbo ma si fà influenzare facilmente mentre chi vive a Firenze e non e’ di Firenze deve rispettare le regole come tutti. #iorestoacasa 
Alessandro: Le misure adottate dal governo italiano sono severe ma rappresentano l'unica via per uscire da questa emergenza in tempi relativamente ridotti. Gli Stati Uniti devono necessariamente seguire il modello italiano immediatamente. E' dura ma tutti noi possiamo fare la differenza limitando gli spostamenti allo stretto indispensabile. Autocontrollo, autodisciplina e senso civico: Firenze ce l'ha fatta in passato e ce la farà ancora.

 

(foto di Piero Irti)

 

 
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