Firenze e il falò delle vanità
Il 7 Febbraio 1497 si tenne in Piazza della Signoria
domenica 07 febbraio 2016 10:59
Il 7 Febbraio 1497 a Firenze si tenne il "Falò della Vanità" che segnò l'apice del potere di Girolamo Savonarola.
Il frate voleva una Chiesa priva di vizi e ricchezze, era disgustato dalla condotta dei religiosi e di Papa Alessandro VI (meglio conosciuto come Papa Borgia); ma le sue prediche non si fermavano qui. Egli infatti parlava direttamente ai fiorentini, condannava i loro costumi lussuosi e lussuriosi, derivanti dal terribile - secondo lui- dominio de I Medici.
Girolamo Savonarola, infatti, fu un grande nemico della dinastia fiorentina, e molte volte entrò in conflitto con Lorenzo il Magnifico, poichè si rifiutava di rendergli omaggio.
L'uomo, secondo gli storici, era dotato di un carisma senza eguali al tempo e, appena prese il potere, conquistò moltissimi seguaci che lo venerevano, arrivando quasi a idolatrare la sua dottrina, enunciata dal pulpito del Duomo.
Il 7 Febbraio 1497 migliaia di fiorentini si radunarono in Piazza della Signoria e ammassarono gioielli, quadri, pellicce, specchi, libri considerati proibiti dal frate, tutto quello che era indice di una vita lussuosa. Si narra che anche Sandro Botticelli, fervente seguace del Savonarola, portò molti dei suoi quadri sulla pira e li osservò bruciare estasiato.
Quel rito segnò il massimo apice del potere Di Girolamo Savonarola. Il 23 Maggio 1948 - appena un anno dopo- dopo essere stato incarcerato e torturato a lungo, il frate sarà condotto nello stesso punto del "falò delle vanità" e sarà impiccato. Il suo corpo sarà bruciato e le ceneri sparse nel fiume Arno, per evitare che il luogo di sepoltura divenesse luogo di pellegrinaggio.
Oggi, in Piazza della Signoria, vi è una lapide circolare che ricorda il punto in cui fu arso il corpo di " frate Hieronimo" con lettere bronzee.