Il mistero del diamante fiorentino: scomparso, nascosto, ritrovato
Dai Medici agli Asburgo, fino a una cassaforte in Québec: cinque secoli di storia dentro una pietra gialla da 137 carati
domenica 09 novembre 2025 18:30
Per cent’anni è stato un fantasma, citato nei libri e nei miti di corte. Ora il Diamante Fiorentino, una delle gemme più famose appartenute ai Medici, è riapparso.
A rivelarlo è stato The New York Times, che ha potuto osservare la pietra — un diamante giallo da 137 carati, dalla forma a goccia e dal taglio doppia rosa — custodita da decenni in una banca canadese.
Secondo i discendenti dell’imperatore Carlo I d’Austria, il diamante non era stato rubato né disperso: era stato nascosto durante la Prima guerra mondiale per volontà dell’imperatrice Zita d’Asburgo-Lorena, che chiese di mantenerne segreta la posizione per cento anni dopo la morte del marito, nel 1922. Promessa mantenuta.
Da Firenze a Vienna, e ritorno nel mito
Secondo le carte conservate all’Archivio di Stato di Firenze, la gemma fu acquistata intorno al 1601 da Ferdinando I de’ Medici, probabilmente da mercanti portoghesi.
Il taglio fu eseguito nel 1615 dall’orafo Pompeo Studentoli, e l’inventario di corte del 1621 lo descrive come “sfaccettato su entrambi i lati e circondato da una banda di diamanti”.
Nel 1657 il viaggiatore francese Jean-Baptiste Tavernier vide il diamante a Firenze e lo definì “una doppia rosa di un giallo chiaro, di straordinaria bellezza”.
Alla morte dell’ultimo Granduca Gian Gastone, nel 1737, la pietra passò per diritto dinastico agli Asburgo-Lorena, diventando parte dei gioielli imperiali di Vienna. Nel 1745 ornò la corona di Francesco Stefano, marito di Maria Teresa d’Austria.
Il lungo silenzio
Dopo la caduta dell’Impero austro-ungarico, nel 1918, Carlo I fece trasferire i gioielli di famiglia in Svizzera.
Di lì a poco il diamante scomparve dalle cronache: si parlò di furti, vendite, persino di un taglio segreto per renderlo irriconoscibile.
La verità, scoperta oggi, è molto più semplice.
Il diamante fu portato in Canada dall’imperatrice Zita durante la fuga dai nazisti e chiuso in una cassetta di sicurezza in Québec, dove è rimasto per oltre un secolo.
L’autenticità è stata confermata dalla storica gioielleria A.E. Köchert di Vienna, che già serviva la corte imperiale.
Un’eredità che parla fiorentino
Il governo austriaco ha annunciato una verifica preliminare per capire se la pietra possa essere considerata patrimonio dello Stato.
Nel frattempo, la famiglia Asburgo vorrebbe esporla in un museo canadese, come gesto di riconoscenza verso il Paese che accolse l’imperatrice e i suoi figli.
Per Firenze, è il ritorno simbolico di un frammento del proprio passato più luminoso: una gemma nata nella bottega di un orafo fiorentino, passata per troni e guerre, rimasta silenziosa per un secolo in un caveau oltreoceano.
Un diamante è per sempre, e la sua storia continua a parlare la lingua di Firenze.
Mentre il diamante partiva per Vienna, un’altra Medici decideva di salvare tutto il resto: l’arte, i palazzi, la memoria. Leggi qui la storia dell’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de’ Medici
Immagine di Manuelarosi
