Sanità, 5 richieste dell’Ordine dei Medici di Firenze al nuovo Consiglio regionale

Il presidente Dattolo: ‘Dalla medicina territoriale alle liste d’attesa, nessun toscano deve restare indietro. Sanità pubblica da difendere con forza’

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mercoledì 15 ottobre 2025 13:46

A pochi giorni dall’esito delle elezioni regionali, l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze lancia un appello ai consiglieri regionali appena eletti: difendere e rilanciare la sanità pubblica, affrontando senza rinvii le criticità che mettono sotto pressione il sistema, come liste d’attesa, carenza di personale, medicina territoriale, prevenzione e fiducia tra cittadini e professionisti.

 

La sanità pubblica – dice il presidente dell’Ordine, Pietro Dattolo – è un bene comune che va difeso con forza: non possiamo permetterci che qualcuno rinunci a curarsi perché non ha i mezzi o perché le attese diventano insostenibili. Investire nella salute conviene a tutti: ogni euro speso in sanità genera valore economico e sociale, perché la salute è anche motore di sviluppo, coesione e benessere collettivo.”
 
 

1.   Liste di attesa: un problema nazionale che pesa anche in Toscana

 
“Le liste di attesa – spiega Dattolo – non sono solo una criticità regionale, ma un tema nazionale legato al sottofinanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e alla difficoltà di programmazione delle prestazioni. La Toscana resta un sistema di qualità, ma i cittadini si scontrano con tempi troppo lunghi. Serve aumentare l’offerta, investire su personale e strutture, e promuovere una cultura dell’appropriatezza e della responsabilità nell’uso delle risorse. I nuovi consiglieri devono farsi portavoce di un impegno forte sul fronte nazionale, perché il diritto alla cura non può dipendere dal codice di avviamento postale.” 
 

2.   Investire sulle persone: programmare il futuro, fermare la precarietà
 

“Le persone e le loro competenze – continua il presidente dell’Ordine – sono il vero pilastro del sistema sanitario. Senza professionisti motivati non c’è futuro. Occorrono assunzioni stabili, percorsi di carriera chiari e un piano per attrarre i giovani. Oggi, purtroppo, il servizio sanitario non è più attrattivo: non riesce a trattenere i medici che ha né a convincere le nuove generazioni a restare. È indispensabile intervenire subito, migliorando le condizioni di lavoro e rendendo la professione sostenibile, anche dal punto di vista economico. Senza investimenti strutturali sui medici e sui dirigenti sanitari, il sistema non reggerà.”
 
 

3.   Medicina territoriale: la chiave per un sistema più vicino
 

“Le Case di comunità e i servizi territoriali non possono essere solo edifici – sottolinea Dattolo – ma devono diventare veri luoghi di cura. Bisogna costruire una sanità di prossimità che intercetti i bisogni prima che diventino emergenze ospedaliere: oltre alle strutture servono i professionisti, dai medici agli infermieri e agli Oss. La riforma della sanità territoriale può funzionare solo se è accompagnata da risorse adeguate, stabilità contrattuale e visione organizzativa. Senza professionisti, le riforme restano sulla carta.”
 
 

4.   Prevenzione e cultura della salute: un investimento, non un costo
 

“Prevenzione significa salute per i cittadini e risparmio di denaro pubblico. Per questo – dice il presidente dell’Ordine di Firenze – le istituzioni devono investirci in modo strutturale, attraverso educazione sanitaria, campagne mirate e collaborazione con scuole e medici di base. Serve una politica della salute che guardi al lungo periodo, capace di ridurre malattie, diseguaglianze e costi futuri. Ogni investimento in prevenzione si traduce in risparmio di sofferenza e in ritorno economico per la collettività.”
 
 

5.   Un nuovo patto con i toscani
 

“Ultimo punto ma in realtà pre-condizione di tutto ciò che abbiamo detto sin qui – conclude Dattolo – è che il sistema sanitario vive solo se sostenuto da fiducia reciproca. Ai cittadini bisogna garantire trasparenza e accesso alle cure; ai professionisti servono ascolto, rispetto e sostegno. La Toscana può restare un modello, ma servono scelte chiare e coraggiose per garantire che nessun toscano resti indietro”.
 

 

 
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