Elezioni Regionali, nasce la lista Toscana Rossa: Antonella Bundu candidata alla presidenza
Nel simbolo, dove trovano spazio i colori della Palestina, quattro parole: pace, ambiente, salute, lavoro
lunedì 04 agosto 2025 18:40
Antonella Bundu è candidata alla presidenza della Regione Toscana per Toscana Rossa.
Toscana Rossa è il nome della lista che concorrerà alle prossime elezioni regionali della Toscana, "per dare un’alternativa a destre e centro-sinistra, di sinistra e popolare, antifascista, antirazzista, laica, femminista e intersezionale", così si legge nella presentazione della lista, che ha scelto piazza Santo Spirito per lanciare la corsa regionale, in una data non a caso.
"Il 4 agosto di 81 anni fa è iniziata la battaglia di Firenze. Scegliamo di partire da piazza Santo Spirito perché l’Oltrarno è stato uno dei centri della Resistenza da parte della cittadinanza. Le partigiane e i partigiani hanno avuto un ruolo centrale in tutta la Toscana e hanno avuto la capacità di immaginare una Repubblica oggi in crisi, perché chi governa ha da tempo rinunciato a una reale partecipazione. Vicino al luogo della conferenza stampa si trovano le targhe di Alessandro Sinigaglia, partigiano comunista, ebreo di pelle nera, e di Aligi Barducci, il Comandante Potente che è ancora presente nella memoria delle antifasciste e degli antifascisti. Sono per noi due punti importanti di riferimento, così come la storia di Santo Spirito, al centro di tante trasformazioni e contraddizioni, in cui Antonella Bundu ha vissuto e continua a vivere parti importanti della sua vita".
Antonella Bundu è stata candidata Sindaca a Firenze nel 2019 e capogruppo di Sinistra Progetto Comune in Consiglio comunale fino al 2024. "Ha un impegno politico militante che viene da più lontano, a cui si è aggiunta un’esperienza amministrativa importante - si legge nella presentazione di Toscana Rossa - Impegno civico e concreta presenza nelle lotte del territorio hanno segnato larga parte degli ultimi anni. Figlia delle esperienze di Fabiani e La Pira, ha sempre guardato alle vertenze di tutta la Regione, non mancando ai cortei contro la guerra, ai presidi contro lo sfruttamento lavorativo nel territorio della provincia di Prato, denunciando la profilazione razziale come pratica inaccettabile e discriminatoria, che colpisce quotidianamente chi non ha la cittadinanza o il “giusto” aspetto agli occhi di chi discrimina. Ha espresso solidarietà concreta a Vicofaro, presidio di accoglienza sotto attacco, e continuerà a denunciare ogni forma di repressione verso le esperienze di solidarietà che nascono dal basso. Sarà probabilmente l’unica candidata donna presente sulla scheda elettorale per le prossime elezioni regionali".
"Mentre c’è chi discute di campi larghi, giusti e progressisti, quindi di posti in eventuali Giunte, ignorando i contenuti, c’è bisogno di dare un riferimento chiaro, perché la politica non è tutta uguale. La lista ha l'obiettivo di portare nel Consiglio Regionale una rappresentanza di rottura e di alternativa agli schieramenti bipartisan, assente da anni in Regione, ma già presente in diversi Consigli Comunali: rafforzando così la costruzione di uno spazio politico e sociale, autonomo e indipendente dal bipolarismo", spiegano da Toscana Rossa.
Ne fanno parte Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Possibile, insieme a esperienze municipaliste e civiche dei vari territori della Toscana.
Nei prossimi giorni si concluderà la costruzione delle liste, "nella volontà di allargare il coinvolgimento di chiunque non ritenga accettabile il campo largo in ogni sua geometria variabile e l’ipotesi della coalizione di Alessandro Tomasi". Il 9 agosto ci sarà un’assemblea pubblica a Viareggio (Lega Maestri d’Ascia e Calafati, presso CRO Darsene, alle 17.30).
Toscana Rossa dovrà poi raccogliere migliaia di firme in piena estate. "Una questione democratica fondamentale, che però non ci spaventa. Nel balletto che va avanti da mesi, scegliamo di dare una prospettiva chiara, in alternativa alla rassegnazione e all’astensionismo, o al voto per il “meno peggio”".
Quattro sono le parole che hanno trovato spazio nel simbolo: pace, ambiente, salute, lavoro.
"PACE: Toscana Rossa si impegna nella costruzione attiva di una Toscana terra di pace, libera dalla logica di guerra e militarizzazione e lavora per una regione smilitarizzata, a partire dalla riconversione ad esclusivo uso civile di Camp Darby, lo stop all'allargamento dell’aeroporto militare di Pisa e alla costruzione del Comando NATO a Rovezzano, così come l'opposizione alla nuova base GIS e Tuscania a San Rossore, a Pontedera e ovunque. La Toscana deve ripudiare la guerra e ogni forma di riarmo, che si chiami difesa, esercito o sicurezza europea, rifiutando l'utilizzo di ogni risorsa pubblica per la riconversione bellica dell'industria civile. È necessario chiedere l’uscita dell’Italia dalla NATO e il suo scioglimento: il patto atlantico è da sempre foriero di violenza e destabilizzazione internazionale, oltre che responsabile dell'aumento costante delle spese militari, dirottate dalle spese sociali, con il sostegno dei governi nazionali di tutti i colori".
"Nel simbolo trovano spazio i colori della Palestina, perché è indispensabile che oltre le parole di solidarietà ci siano azioni concrete in sostegno alla resistenza del suo popolo, per l'interruzione dei rapporti con Israele: per fermare il genocidio e i crimini di guerra contro i palestinesi, e le violazioni sistematiche del diritto internazionale che lo Stato sionista e terrorista porta avanti da oltre 77 anni grazie alla complicità delle potenze euroatlantiche. Riteniamo indispensabile la chiusura del consolato onorario di Israele, oltre alla rimozione del Console onorario Marco Carrai dalla presidenza di Toscana Aeroporti e dalla Fondazione Meyer".
"SALUTE: il sistema non funziona. Lascia sempre più persone in preda a liste d'attesa infinite, spingendole sistematicamente alla sanità privata. Le falle del sistema pubblico sono al più colmate dal volontariato o dal privato sociale, in cui si annidano moderne forme di sfruttamento per lavoratori e lavoratrici del servizio. Fuori dalle emergenze si fa fatica a curarsi, mentre aumentano povertà e diseguaglianze. L'internalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti nel mondo sanitario e sociosanitario deve accompagnarsi con una ritrovata centralità della programmazione degli Enti Locali. Occorre investire massicciamente in assunzioni, presenza capillare di presidi sanitari e ospedalieri pubblici e in politiche di prevenzione e cura, anche per la salute mentale".
"AMBIENTE: come si può parlare di emergenza climatica, se poi non si investe in manutenzione del territorio e non si fermano le grandi opere inutili, come l’ipotesi di un nuovo aeroporto a Firenze, gli Assi a grande scorrimento in Lucchesia e Versilia, il rigassificatore a Piombino? L'unica grande opera è la messa in sicurezza del territorio! Si continua a parlare di TAV, mentre la popolazione pendolare si ritrova spesso abbandonata a sé stessa, con tanti problemi nel trasporto pubblico locale. Molto può essere fatto con la pianificazione e il coinvolgimento dal basso della popolazione, a partire dalla ripubblicizzazione del trasporto pubblico locale, e da comunità energetiche pubbliche pronte a farsi carico anche delle diseguaglianze sociali. Va inoltre denunciata l’insostenibile turistificazione che consuma ogni pezzetto della nostra regione, al pari delle politiche estrattiviste nelle aree montane".
"Non si può tacere sul caso dell'inquinamento KEU, che mette a nudo la connivenza predatoria e criminale tra imprenditoria e classe politica: la Regione dovrà garantire un percorso di inchiesta, trasparenza e giustizia ambientale per cui chi ha inquinato deve pagare, a partire dalle bonifiche del territorio i cui costi economici e sociali non possono ricadere sulla popolazione! Non esiste nessuna multiutility “buona”: l'acqua deve essere pubblica e anche sugli altri servizi essenziali non deve esserci profitto".
"LAVORO: un vero salario minimo regionale a 10 euro agganciato all’inflazione, per chiunque lavori per conto della Regione Toscana, direttamente o in appalto, è l'obiettivo minimo: non quello che ha trovato spazio solo nella propaganda del centrosinistra! Vanno inoltre rafforzati il controllo all’interno dei luoghi di lavoro e sostenere l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro: per contrastare incidenti e morti che segnano le cronache praticamente ogni giorno. La legge regionale nata all’interno della mobilitazione GKN dà l’opportunità di investimenti capaci di creare un nuovo rapporto con il mercato, ma oltre le parole e le firme, servono le azioni concrete. Serve inoltre una presenza importante per indagare e smantellare il sistema di sfruttamento che colpisce soprattutto chi si ritrova sotto ricatto per l’assenza di cittadinanza. Tante vertenze e organizzazioni sindacali di base denunciano, senza trovare adeguata sponda da parte delle istituzioni".