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'Vietato l’ingresso agli anti-abortisti!', cartelli sui consultori di Firenze

La chiusura simbolica ad opera del movimento Non Una Di Meno – Firenze

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mercoledì 22 maggio 2024 12:24

"Vietato l’ingresso agli anti-abortisti! Sui nostri corpi decidiamo noi!". Sono le parole scritte sui cartelli che questa mattina sono stati messi sui consultori di Firenze. Una chiusura simbolica, con nastri bianchi e rossi, ad opera di Non Una Di Meno Firenze. 

 

Dall'ospedale Palagi, alle case della salute di via Canova e viale Morgagni. "Questa mattina tutti i consultori pubblici di Firenze si sono svegliati con un messaggio chiaro: Vietato l’ingresso agli anti-abortisti! Sui nostri corpi decidiamo noi! Il nastro rosso e bianco chiude simbolicamente i cancelli d’ingresso dei consultori, per ribadire che nonostante gli emendamenti e le decisioni delle Regioni, tutti i presidi di salute devono garantire le libertà di scelta e l’autodeterminazione, e vietare invece l’ingresso a tutti quei gruppi che attaccano la libertà di scelta e l’autodeterminazione", si legge in una nota del movimento.

 

"Dopo l'approvazione in Senato il 23 aprile scorso dell'emendamento al Decreto legge 19/2024, le Regioni potranno collaborare con associazioni antiabortiste per l'organizzazione dei servizi dei consultori. La legittimazione nazionale delle associazioni antiabortiste per operare nei consultori si colloca in una realtà già tragica: i finanziamenti pubblici ai consultori privati gestiti da associazioni cattoliche e antiabortiste esistono da tempo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia mentre quelli pubblici vengono chiusi, svuotati di personale, inglobati nelle case della salute, privandoci di strutture socio-sanitarie gratuite, laiche, aperte e accessibili a tutt".

 

"Anche la Regione Toscana provò, con la delibera n. 1186 del 30/10/2017, ad erogare 195.000 euro al Forum Toscano delle associazioni per i diritti della Famiglia, un enorme gruppo di associazioni antiabortiste che di lì a 3 anni avrebbero dovuto collaborare con i consultori pubblici in materia di supporto alle gravidanze difficili. Per più di due mesi abbiamo protestato durante i consigli regionali per chiedere che questo finanziamento venisse bloccato, in nome del diritto delle donne e della comunità Lgbtqia+ ad autodeterminarsi nelle proprie scelte di vita e di salute, senza il timore di dover essere stigmatizzate e perseguitate per aver deciso di interrompere la gravidanza", continua Non Una Di Meno.

 

"L’attacco al diritto all’aborto va di pari passo con la messa in discussione della salute delle persone trans e non binarie: a gennaio l’ispezione al Carreggi sull’uso della triptorelina e la successiva creazione di un tavolo tecnico per la valutazione dell’uso di questo farmaco non lasciano dubbi sul fatto che queste iniziative portino anche la firma di organizzazioni antiabortiste come Provita e famiglia".

 

"Vogliamo attraversare gli spazi della salute senza paura, senza giudizio e senza abusi, confidando nella tutela del sistema sanitario pubblico e laico, senza interferenze sulle nostre decisioni. Ribadiamo ancora una volta che nessuno può decidere su di noi: né la Chiesa né lo Stato. Il 22 maggio, anniversario della legge 194/78, sarà una giornata in cui porteremo in piazza il grido “molto più di 194”: assistiamo alla contraddizione di una legge che dovrebbe tutelare il diritto all’aborto ma che con gli articoli 2, 5 e 9 tutela invece la possibilità che le associazioni antiabortiste entrino nei consultori, dà spazio all’obiezione di coscienza e ci obbliga alla “settimana di riflessione” nel momento in cui decidiamo di interrompere una gravidanza".

 

"Per questo ci troviamo stasera, mercoledì 22, alle 19:00, in Piazza San Marco all’accampada per la Palestina, per un’assemblea pubblica su aborto libero e autodeterminazione, dall’Italia alla Palestina", conclude Non Una Di Meno Firenze.

 

 

 
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