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Firenze, la Scuola del Cuoio dona ai dipendenti l'utile del 2022

'Il successo raggiunto lo dobbiamo a tutti coloro che lavorano insieme a noi'

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lunedì 05 dicembre 2022 12:00

La Scuola del Cuoio di Firenze ha chuiuso il 2022 con un fatturato in crescita e ha deciso di erogare ai dipendenti l’intero utile dell’esercizio, per una quota tra i 1.000 e 2000 euro a ciascuno.

 

“La ripartenza deve essere per tutti!“, dichiara Barbara Gori Presidente della Scuola del Cuoio.“Un risultato certamente reso possibile dalla riapertura dei confini e dal ritorno del turismo a Firenze, oltre ad un dollaro forte che ha favorito l’aumento degli acquisti da parte dei nostri fedeli clienti americani”, spiega. “Ma il successo raggiunto lo dobbiamo a tutti coloro che lavorano insieme a noi: hanno mostrato solidarietà verso l’azienda, quando abbiamo dovuto attivare gli ammortizzatori sociali per non licenziare nessuno; non hanno mai perso l’amore per quello che fanno, anche sotto la pandemia; e con entusiasmo hanno partecipato alla ripartenza, rendendosi disponibili ad intensificare il loro impegno lavorativo”, sottolinea Gori.

 

La storia dell'azienda

La scuola del Cuoio nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale dalla stretta collaborazione tra i Frati Francescani del Monastero di Santa Croce e le famiglie Gori e Casini, rinomati artigiani sin dagli anni ’30. La loro missione era quella di insegnare agli orfani della guerra un mestiere pratico che potesse diventare un vero e proprio lavoro.

 

I Frati Francescani misero a disposizione della famiglia Gori e degli studenti artigiani il vecchio dormitorio posizionando tavoli da lavoro lungo il corridoio. Tra i primi studenti della Scuola del Cuoio, c’erano ragazzi della “Città dei ragazzi” di Pisa rimasti orfani dopo la Seconda Guerra Mondiale. Agli studenti venivano insegnate le differenze tra i vari tipi di pellame, le tecniche per tagliare la pelle a mano e come realizzare articoli in pelle, dai piccoli prodotti alle grandi borse. Agli studenti più talentuosi veniva insegnata l’arte della doratura, realizzata soprattutto su oggetti come scrittoi e portagioie con foglia d’oro 22 carati.

 

Alla fine del 1950, in accordo con il Ministero della Giustizia, Scuola del Cuoio iniziò ad offrire corsi ai detenuti della prigione delle Murate. Per questa ragione Gori venne premiato con una medaglia dal Governo Italiano. Con l’alluvione del 1966, Scuola del Cuoio, come l’intera Basilica di Santa Croce, fu completamente sopraffatta dall’acqua e dal fango provocando enormi danni.

 

L’accaduto paralizzò l’attività per quasi un anno. Tuttavia, grazie all’entusiasmo e all’impegno della famiglia e dello staff, Scuola del Cuoio fu riportata al suo splendore. Nel 1968, il presidente Saragat nominò Marcello Gori “Cavaliere del Lavoro” .

 

Dopo che i padri fondatori della Scuola del Cuoio Marcello Gori e Silvano Casini sono venuti a mancare nel 2003, le figlie di Marcello Gori, Laura, Francesca e Barbara, con i figli Tommaso, Filippo e Beatrice, hanno preso in mano le redini dell’azienda. 
 



 

 
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