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Pineider, esternalizzazioni ed esuberi: sciopero e presidio di protesta

'Proteggere i posti di lavori e un'eccellenza dell'artigianato del lusso fiorentino'

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venerdì 18 marzo 2022 12:13

Esternalizzazioni di produzione ed esuberi in Pineider, dal 1774 una delle eccellenze fiorentine nell’incisoria, nella stampa a rilievo, e anche nella pelletteria e nell’oggettistica. Mercoledì 16 marzo 2002 l’azienda (controllata da Rovagnati da cinque anni) ha comunicato al tavolo con Filcams Cgil e istituzioni di Bagno a Ripoli l’intenzione di esternalizzare alcune produzioni (tra cui, si teme, la stamperia, cuore storico dell’azienda) e creare così 9 esuberi di personale (in tutto, lavoratori e lavoratrici dell’azienda sono oltre 30, tra lo stabilimento di Vallina e il negozio in piazza Rucellai a Firenze). Così fa sapere la Cgil di Firenze.

 

La Filcams Cgil non ci sta: ieri, giovedì 17 marzo, c’è stato uno sciopero di lavoratori e lavoratrici con un presidio davanti al negozio in piazza Rucellai a Firenze. “Chiediamo all’azienda – ha detto Chiara Liberati di Filcams Cgil – di rinunciare all’intenzione di creare esuberi esternalizzando,  e di non svuotare un marchio storico fiorentino riducendo la qualità delle produzioni tipografiche. Lavoratori e lavoratrici soffrono per il rischio di perdere il lavoro ma anche per quello di veder svilito un brand iconico. Vogliamo proteggere non solo i posti di lavoro ma anche una eccellenza dell’artigianato del lusso fiorentino che rischia di essere svuotata di qualità e competenze. Questa vertenza è una ferita per Firenze, Pineider è Firenze e, verso le prossime mosse dell’azienda, interesseremo le istituzioni locali. Senza risposte la mobilitazione andrà avanti”.

 

“Siamo al fianco dei lavoratori, due giorni fa abbiamo già incontrato i sindacati e i rappresentanti dell’azienda, ci mettiamo a disposizione per individuare insieme tutte le soluzioni possibili per continuare a garantire l’occupazione e la tradizione di un marchio storico”, commenta il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini.

 

“Preoccupano le parole espresse dall’azienda sui potenziali esuberi e sul possibile avvio della procedura di mobilità per 9 lavoratrici e lavoratori – afferma Casini -. Voglio sperare però di avere davanti dirigenti capaci e competenti, con alle spalle un grande gruppo solido come quello di Rovagnati, che sanno comprendere il valore delle maestranze di Pineider e non vogliono perderle. Sono quindi convinto che ci siano ancora delle strade per evitare gli esuberi e consentire che alcune fasi di produzione, come la stamperia, vengano mantenute all’interno”.

 

Dopo un primo tavolo con il Comune, le rappresentanze sindacali e l’azienda aperto nei giorni scorsi, sono in programma altri incontri. “Faremo anche una visita al centro di produzione di Vallina – aggiunge Casini - Come amministrazione comunale, insieme alle altre istituzioni cittadine e regionali, siamo pronti a dare una mano per salvaguardare l’occupazione e la produzione. Pineider è un’azienda di grandissima eccellenza, vi operano professionisti di assoluta competenza, considerati una manodopera di altissima qualità. Un patrimonio, non solo dell’azienda, ma di tutto il territorio, a cui ci impegniamo a dare futuro”.

 

“È assolutamente da scongiurare l’esternalizzazione della produzione di qualità di Pineider, leader internazionale nella stamperia d’alto lusso, nell’incisoria e nell’oggettistica, a Firenze dal 1774. La notizia di voler spostare la produzione – dice il presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani – abbasserà enormemente la qualità. In Italia Pineider conta più di trenta lavoratori. Il grosso, una ventina, sono addetti alla produzione nello stabilimento di Bagno a Ripoli. Oltre al negozio di Firenze, dove impiega tre persone, il marchio è presente anche a Milano e a Roma. Senza contare tutte le sedi all’estero. Occorre scongiurare lo snaturamento di un altro storico marchio e salvaguardare le competenze e le professionalità artigiane sempre più introvabili. Esprimo la mia personale solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, e quella di tutto il Consiglio comunale e mi auguro che l’azienda possa rivedere le sue posizioni e si possa aprire un tavolo per avanzare una proposta alternativa e di rilancio”.

 

(foto Cgil Firenze)

 

 
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