Toscana arancione, Cna: 'Dramma economico e sociale per le imprese'
Confesercenti: 'Migliaia di prenotazioni per il pranzo di San Valentino saltate'
venerdì 12 febbraio 2021 19:29
"Il ritorno della Toscana in zona arancione rischia di trasformarsi in un dramma economico e sociale per le imprese toscane, costrette a vivere nell’incertezza, senza la possibilità di programmare il futuro". È questo il parere di CNA Toscana, che attraverso il presidente Luca Tonini analizza l’inasprimento delle misure anti-contagio in Toscana, a partire da domenica 14 febbraio.
“Purtroppo i timori di inizio settimana si sono concretizzati - afferma Tonini - la Toscana da domenica tornerà in zona arancione e questa sarà un’ulteriore mazzata per le imprese. L’inasprimento delle misure significa non solo staccare la spina alle attività produttive, ma anche gettarle nello sconforto e nella totale incertezza. Questo valzer estenuante di colori non permette di programmare l’attività e rappresenta un ulteriore grave danno economico per tutti i settori. La decisione arriva poi dopo un periodo durante il quale si iniziava ad intravedere qualche timido segnale di ripresa”.
“Adesso, invece, si torna nell’incertezza di non sapere cosa si potrà fare domani – prosegue Tonini - alla quale si aggiunge l’incapacità di capire cosa potranno fare alcune categorie economiche che si apprestavano a ripartire, come gli operatori del settore sciistico e delle palestre. Ormai non è più neanche una questione di ristori, ma è necessario che ci siano regole chiare e precise perché questa situazione non è più tollerabile. Occorre dare una risposta chiara, precisa e rapida, anche perché ci sono molti lavoratori che aspettano la cassa integrazione di novembre, dicembre e gennaio e non possono attendere oltre”.
Parole dure anche da Confesercenti, dopo l'ufficialità della zona arancione in Toscana da domenica. "Il passaggio della nostra Regione in zona arancione, proprio nel giorno della Festa di San Valentino, rappresenta l’ennesimo duro colpo al settore dei pubblici esercizi che in questo fine settimana avevano già raccolto le prenotazioni, acquistato la merce e pianificato il personale".
"Il sistema dei colori e delle misure diversificate tra territori è fondamentale, ma le misure di contenimento sono diventate incomprensibili - afferma Nico Gronchi Presidente Confesercenti Toscana - I contagi aumentano nelle RSA e negli ospedali; per i trasporti non si sono trovate misure efficaci, e la soluzione è chiudere bar e ristoranti e fermare lo spostamento tra Comuni? Comunicare a 30.000 aziende che dovranno stare chiuse, a solo ventiquattro ore da un giorno da quasi tutto esaurito come domenica prossima. È una situazione troppo pesante e molti clienti stanno chiedendo di anticipare al sabato il pranzo di San Valentino, chi può lo faccia".
“E’ inaccettabile continuare a lavorare in un clima di incertezza costante e senza programmazione: questa situazione è diventata insostenibile. – afferma Franco Brogi Presidente Fiepet Toscana - Senza voler dare giudizi sulle valutazioni scientifiche che non ci competono, non possiamo che constatare la necessità di mettere in campo nuovi strumenti normativi che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività di impresa, ma che concilino la salvaguardia della salute pubblica, del lavoro e della convivenza civile e sociale.”
“Le nostre imprese necessitano di misure di sostegno adeguate, e ben più consistenti di quelle messe in campo fino ad oggi, altrimenti migliaia di aziende falliranno. – prosegue Brogi – È essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, ancora purtroppo in standby, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua.”
“Chiediamo provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a oltre 1 milione di persone – conclude Gronchi – Sono necessarie scelte coerenti nelle riaperture e risposte chiare e immediate in termini di indennizzi. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese".
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