Viola Park, prima pietra (anzi, primo albero) al nuovo centro sportivo della Fiorentina
La cerimonia a Bagno a Ripoli, con Rocco Commisso e una rappresentanza dei tifosi
venerdì 05 febbraio 2021 13:55
"Sarà il centro sportivo più bello d'Europa". Posa della prima pietra, anzi, del primo albero, nel nuovo Viola Park, il centro sportivo della Fiorentina che sorgerà a Bagno a Ripoli. Un grande ulivo, benedetto da Don Massimiliano, ha dato il via alla cerimonia per l'inizio dei lavori (che in realtà partiranno nei prossimi giorni) nei terreni che vedranno sorgere la nuova casa della Fiorentina. 25 ettari di terreno, 10 campi da calcio e la possibilità di stare a stretto contatto tra squadre maschili, femminili e giovani.
In conferenza sono intervenuti il presidente Rocco Commisso, il dg Joe Barone e l'architetto Marco Casamonti, oltre al sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini. Presente anche una rappresentanza dei tifosi, con il presidente dell'ACCVC Filippo Pucci e dell'ATF Federico De Sinopoli. E proprio ai tifosi Barone ha dedicato una maglia viola con scritto "Viola Park, dedicato al popolo viola". E dalla tifoseria, fuori dal Viola Park, un bello striscione: ""Come quando da piccino i' babbo mi portava ai campini...". Che qui si possano innamorare dei viola tanti altri bambini!".
Parla così il sindaco Francesco Casini: "Siamo davvero felici. Questa giornata è qualcosa di più che l'inaugurazione di un cantiere, è un segnale di speranza per il futuro. Un investimento così importante, 85 milioni e forse qualcosa in più, rappresenta l'investimento privato più alto di sempre in questo territorio. È un grande orgoglio essere co-protagonisti di questa pagina storica per il popolo viola e per la Fiorentina. Il tutto è stato fatto anche in tempi relativamente brevi, in 14-15 mesi dai primi incontri. Tempi eccellenti per il nostro Paese. Ostacoli e complessità ci sono stati, ma ha premiato il gioco di squadra. Tra la società e la pubblica amministrazione, non solo il Comune di Bagno a Ripoli ma tutto il sistema: Regione, Città Metropolitana, Soprintendenza. Tutti hanno lavorato di squadra per risolvere le questioni che si presentavano di volta in volta e raggiungere questo grande traguardo".
Queste le parole di Joe Barone: "Sono emozionato di questo cammino. Oltre un anno fa siamo partiti con la trattativa d'acquisto per i terreni. Devo ringraziare il Comune di Bagno a Ripoli, il sindaco e il suo team. A Campi Bisenzio c'era un'opzione per i terreni già dai Della Valle, un progetto da 30 milioni per fare lì il centro sportivo. Qui il progetto iniziale era di 70 milioni, poi questo progetto è arrivato a 85 milioni. Ringrazio Rocco e tutta la famiglia Commisso perché appoggia tutti questi progetti per il popolo viola, come quando lo chiamo per darmi il via libera per l'acquisto di un giocatore sul mercato. Volevamo fare una festa con i tifosi, ma non è ovviamente possibile oggi. Il popolo viola è sempre stato in cima alla nostra piramide. Non ho trovato lo stesso appoggio che ho trovato qui, da parte delle istutuzioni per migliorare il calcio italiano. Siamo stati a Londra, abbiamo visto tanti centri sportivi. Così come in Spagna. Speriamo di fare il centro sportivo più bello d'Europa".
Parola poi all'architetto Marco Casamonti: "Di solito si fa la posa della prima pietra, ma stavolta facciamo una cosa nuova piantando il primo albero. Sarà un parco, un giardino di straordinaria bellezza. Pianteremo più di 1000 alberi, non abbiamo tolto un ulivo di quelli che c'erano. Siamo a costruire un parco in cui i giocatori possano raggiungere un comfort psico-fisico, una cosa mai raggiunta nei centri sportivi europei. Avendo uomini, donne, ragazzi tutti insieme, a mangiare negli stessi tavoli. Sono 25 ettari di centro sportivo, è il più costoso d'Italia. Ci saranno 10 campi, tra cui la Main Arena, dove giocheranno la Primavera della Fiorentina e la Prima Squadra Femminile. Cathrine (la moglie di Commisso, ndr) ha espresso il desiderio di avere un luogo di preghiera, così faremo una cappella. Rocco invece voleva un lago con una fontana. Se l'impresa lavorerà come fatto finora, in 18 mesi saremo qui e i lavori saranno finiti".
Infine Rocco Commisso: "Due anni fa sono venuto in Italia per dare all'Italia quello che questo Paese aveva dato a me. Sono nato in Calabria, poi i miei genitori con grandi sacrifici ci hanno portati in America. Il calcio per me è stato fondamentale per arrivare dove sono. Ho avuto occasione di comprare squadre di calcio qui in Italia, mia moglie mi ha detto che in Italia voleva andare in una città bella. Così siamo venuti a Firenze. Lei è stata fondamentale a portare avanti questo progetto. Quando i costi si alzavano, lei voleva andare avanti. Il sindaco Casini venne da me a giugno, mi disse di venire a vedere questo posto per fare il centro sportivo. Volevo comprare i terreni, ma senza poterli vedere. Ho visto solo i terreni della Villa, forse se vedevo gli altri terreni non li compravo (ride, ndr). La Soprintendenza, come al solito qui in Italia, con la discarica aperta nessuno ha parlato per 10-15 anni, quando è arrivato Rocco per costruire tutti hanno iniziato a trovare monumenti. Siamo passati da 70 milioni a 85 milioni di spesa. Un po' per la Soprintendenza, un po' per altri lavori. Come i muri romani da conservare: ce li abbiamo anche in America, ma qui vanno conservati. Nella Villa non si possono fare ascensori. Anche se non è una villa centenaria, ma va bene così, abbiamo detto ok alla Soprintendenza. Il consenso del sindaco è stato qui totale, il sindaco è stato fenomenale".
"Abbiamo fatto il bando, e dopo 3 mesi ho dato l'incarico dei lavori ad un ragazzo di Prato, ma con origini della Sila, in Calabria: Giovanni Nigro. Qui l'altro giorno ho visto lavorare ragazzi della Basilicata, della Puglia, della Sicilia e della Calabria. Questo per me è molto bello, aver dato lavoro nella città più bella del mondo a gente del sud come me. Sono davvero orgoglioso. La Mediacom ha migliaia di dipendenti, ma in America. Questo invece l'ho fatto in Italia. Qui è stata una partnership tra pubblico e privato, i lavori sono andati veloci. So che qui deve venire la tramvia, ho detto al sindaco se la tramvia non può arrivare qui prima della fine dei lavori del centro sportivo... ma non è possibile. È un problema di burocrazia italiana. L'Italia non andrà mai avanti".
Sullo stadio: "Se l'industria del calcio fosse stata di macchine o scarpe, si potevano portare manifatture fuori dall'Italia come ha fatto la Fiat. Nel calcio non si può fare. In America si fa. Si mette in competizione uno stato contro l'altro, e se uno stato come New York non fa le cose giuste uno se ne va in un altro stato. Quest'anno ci sono stati due grandi stadi, nel Nevada e a Los Angeles, per squadre che erano lontane 2000 chilometri. Quando non c'è la possibilità di competizione, tra un organo politico ed un altro, si arriva al punto in cui uno dice: "Fai come dico io, o non si fa niente". La Fiorentina ha 3 milioni e mezzo di tifosi in tutto il mondo. Noi vogliamo avere un contatto più diretto con i nostri tifosi, voglio che i tifosi sappiano cosa ho in testa per andare avanti. Giani ha detto che bisogna fare i 'piani', anche in America abbiamo fatto così per la sede di Mediacom. In America mi hanno dato permessi in pochi mesi, perché avevano paura che scappassi da New York. Così siamo rimasti lì. Alla Mediacom le cose sono andate anche meglio con il Covid, economicamente, perché serviamo banda larga alle persone a casa, che lavorano o studiano. La sede Mediacom è costata 35 milioni di euro, per un'azienda di 2 mila persone. Qui si arriverà ad 85 milioni. Sia i Pontello, sia i Cecchi Gori, sia i Della Valle, tutti insieme hanno speso per comprare la Fiorentina meno di quanto io sto spendendo per fare il centro sportivo. Il centro sportivo sarà il più bello d'Italia, porterà grandi e giovani, uomini e donne, sarà il più costoso della storia d'Italia. Sarò molto orgoglioso di dedicare il primo olio di questi ulivi a mia moglie. Si chiamerà olio Caterina".
E infine: "Se io non iniziavo due anni fa a pensare al centro sportivo e allo stadio... Passeranno anni per lo stadio, se si farà. A Campo di Marte lo farà il Comune, a Campi Bisenzio non lo so. Non posso spendere tutti quei soldi per i progetti se non so se c'è la volontà di Regione e Città Metropolitana, e del Comune di Campi, di dare l'ok. La mia volontà è al più presto possibile di finire questo progetto, i tempi si sono allungati perché l'azienda dei lavori non è così grande, ma io volevo loro. E gli sto dando una mano. I tempi di un anno che volevo non erano fattibili, si sono allungati. Mi scuso. Ma va bene così. Il padre di Giovanni Nigro, nel giorno della firma dei lavori, si è messo a piangere. È davvero orgoglioso di suo figlio".